Al Moscati tamponi rapidi hi tech:
​il risultato arriva in mezz'ora

Al Moscati tamponi rapidi hi tech: il risultato arriva in mezz'ora
di Antonello Plati
Martedì 10 Novembre 2020, 08:34 - Ultimo agg. 13:14
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Un nuovo macchinario per processare i tamponi antigenici è in dotazione al pronto soccorso di Avellino. Si tratta di un apparecchio a infrarossi che fornisce un risultato in circa 30 minuti e l'esito sarebbe molto più affidabile dei tamponi rapidi usati fino alla settimana scorsa. Per la precisione fino a venerdì, quando la scorta è terminata e per un paio di giorni gli utenti accettati al triage sono stati sottoposti al sierologico o al tampone molecolare. Ieri l'arrivo della nuova strumentazione, prodotta dalla Sd Biosensor, e l'approvvigionamento di circa 3mila 500 tamponi antigenici (altri 15mila saranno consegnati entro la prossima settimana). Dunque, nel pieno della seconda ondata epidemica, il reparto di Emergenza, diretto da Antonino Maffei, eleva il livello di sicurezza e cerca di superare le difficoltà dovute principalmente al congestionamento della struttura causato, spesso, da accessi impropri o extra-provinciali.

Attorno alle 20 di ieri sera, nell'area Covid del pronto soccorso c'erano ancora 7 pazienti che aspettavano l'esito del tampone e un eventuale ricovero. Nella stessa giornata, sono stati registrati diversi utenti provenienti dalla provincia di Napoli, in particolare dal Nolano, dove l'ospedale Santa Maria della Pietà (afferente all'Asl Napoli 3) continua a dirottare su Avellino le ambulanze.

Sabato scorso, la centrale operativa del 118 aveva comunicato addirittura la chiusura del pronto soccorso dell'ospedale di Nola a seguito di un'ispezione del Nas dei carabinieri: adesso le attività sono riprese, ma restano i problemi di gestione.

Situazione ricoveri: in questo momento l'Azienda ospedaliera Moscati accoglie 118 pazienti covid, di questi 43 sono nel Covid Hospital (6 sono intubati in terapia intensiva, 37 tra l'area verde e quella gialla), 44 tra Malattie infettive, Medicina d'Urgenza e Geriatria e altri 31 nel plesso Landolfi di Solofra. I reparti citati sono stati riconvertiti in aree Covid (non ospitano più, quindi, degenze ordinarie). Dal conteggio sono esclusi i pazienti che si trovano nell'area Covid del pronto soccorso. Un'altra quarantina di contagiati sono ricoverati al Frangipane di Ariano Irpino e altrettanti nelle cliniche private accreditate che hanno dato disponibilità all'accoglienza di Covid in via di guarigione (Villa Maria a Baiano e clinica Santa Rita ad Atripalda).

Stando ai dati, circa il 10 per cento di chi ha contratto il nuovo Coronavirus, in questo momento, occupa un letto di ospedale. Tra questi, 13 sono in terapia intensiva (6 al Moscati e 7 al Frangipane), circostanza che complica un quadro già a tinte fosche. Infatti, tra Avellino e Ariano Irpino restano a disposizione solo 3 posti per chi necessita della respirazione assistita meccanicamente: tutti al Covid Hospital del Moscati (che ne ha anche un altro, ma è riservato a covid dializzati).

Apprensione in diverse Unità operative della città ospedaliera dove nei giorni scorsi alcuni operatori hanno scoperto di aver contratto il virus. Gli ultimi positivi sono un tecnico di Radioterapia, un anestesista (assegnato al reparto di Ostetricia e Ginecologia) e un'infermiera di Geriatria. Il primo si sarebbe contagiato per contatto diretto con un paziente entrato in reparto per una prestazione programmata (che soltanto dopo aver effettuato la terapia ha comunicato la positività); l'altro, invece, avrebbe scoperto di aver contratto il nuovo Coronavirus a seguito dello screening periodico effettuato sul personale; mentre l'infermiera, dopo aver avvertito i primi sintomi della malattia, s'è recata in pronto soccorso dove le è stato somministrato il tampone molecolare che è confermato il contagio. L'altra settimana, invece, erano risultati positivi un altro anestesista e un infermiere del reparto di Anestesia e Rianimazione (non nel Covid Hospital, ma nella città ospedaliera), due Oss in Medicina d'urgenza e un'infermiera in Geriatria. In totale, dall'inizio di questa seconda ondata epidemica, sono 19 gli operatori sanitari che hanno contratto il virus sul posto di lavoro.
 

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