Imu non pagata in prescrizione:
un altro buco al Comune di Avellino

Imu non pagata in prescrizione: un altro buco al Comune di Avellino
di Flavio Coppola
Mercoledì 20 Febbraio 2019, 11:30
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Diverse annualità di Imu finite in prescrizione. Milioni di euro andati perduti. Storia di un disastro annunciato, nonostante i tanti gridi d'allarme partiti dall'Ufficio tributi negli ultimi anni.

L'ultimo Sos, pubblicato da «Il Mattino» la scorsa settimana, era giunto dalla responsabile del settore del Comune di Avellino, Angela Stramaglia. Prima ancora, a sollecitare le diverse amministrazioni che si sono succedute era stata l'ex coordinatrice, Amalia Leo. Mentre la struttura commissariale passa al setaccio ogni singo residuo, sia attivo che passivo, dei settori di Piazza del Popolo, per reperire risorse che possano orientare, in un senso o nell'altro, la decisione finale sul dissesto o sul pre-dissesto, un vero e proprio fiume di risorse, per intervenuta prescrizione, è ormai irrecuperabili. Si tratterebbe, in particolare, dell'Ici-Imu evasa, dunque non riscossa, relativamente agli anni 2010, 2011, 2012 e 2013. L'ultimo accertamento avviato dall'ente, nel 2014, riguarderebbe infatti l'Ici (allora l'imposta sugli immobili si chiamava così), relativa all'anno 2009.
 
L'importo accertato dalla società esterna «Info-Trading» per conto dell'ente fu pari ad un milione di euro. Da allora, complice il contenzioso partito tra azienda e comune sotto l'amministrazione Foti, l'ente si è letteralmente fermato. In particolare è mancata la cosiddetta fase della liquidazione.

Così, secondo le stime correnti, avrebbe perso in media almeno un milione all'anno. Conti tarati al ribasso, se è vero che l'Imu, che ha sostituito l'Ici dal 2012, presenta un'aliquota più alta. Tutti importi che il Comune ora non potrà più aggredire, salvo in rari casi. Con buona pace della sua disastrosa condizione economica e a tutto vantaggio degli evasori. La parte che è stata accertata, infatti, riguarda quasi esclusivamente l'Imu sulle aree edificabili. Ma si tratta solo di una piccola parte dell'Imu complessiva conteggiata dall'ente, che vale ogni anno tra gli 8 e i 10 milioni. Non meno del 25 per cento del totale viene sistematicamente evaso. Eppure, da molti anni ormai, il Comune sembra aver gettato la spugna sul versante della lotta all'evasione. Lo testimoniano, del resto, le ultime relazioni dei revisori dei conti ai bilanci.

Esaurito il rapporto con «Info Trading», nel 2014 l'ente provò ad affidare il compito di stanare i morosi alla società esterna «Assoservizi», che si era aggiudicata una gara per i soli tributi minori. Ma le modalità non ortodosse scelte dalla giunta Foti per estendere quel servizio (serviva un'altra gara) scatenarono la dura battaglia delle opposizioni, in particolare dell'ex capogruppo, Dino Preziosi, e saltò tutto.

Oggi, come ha scritto la responsabile del settore Tributi, Angela Stramaglia, nella missiva indirizzata al commissario Giuseppe Priolo e al segretario generale Vincenzo Lissa a fine gennaio, «le criticità dell'Ufficio, più volte segnalate alle precedenti amministrazioni, non consentono la puntuale e doverosa attività accertativa, per la Tari e soprattutto per l'Imu, per la quale non si riesce ad assicurare in tempi ragionevoli neppure riscontro alle istanze dei contribuenti». Stramaglia, quindi, chiedeva di «ricostruire l'Ufficio Imu», del tutto smantellato, proprio per «evitare eventuali danni erariali conseguenti all'avvenuta prescrizione». Ma il guaio, ormai, sembra fatto.

Nel frattempo, l'implementazione dell'ufficio invocata dalla responsabile non sembrano essere state disposte. Una situazione di vero e proprio collasso dell'ufficio, rispetto alla quale il dirigente alle Finanze, Gianluigi Marotta, ha più volte proposto senza riscontri l'esternalizzazione dei servizi. Anche questa istanza, almeno per il momento, resta inevasa. Il Servizio strategico tributi, sottodimensionato qualitativamente e quantitativamente, appare nel caos. Mentre l'ente continua a precipitare verso il baratro.
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