Incendiate le vetture di due fratelli:
nel mirino i figli dell'ex sindaco

Incendiate le vetture di due fratelli: nel mirino i figli dell'ex sindaco
di Pasquale Pallotta
Domenica 13 Gennaio 2019, 15:00
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VALLE CAUDINA - Un rebus di difficile soluzione per gli inquirenti. Due auto, appartenenti alla famiglia Parrella, composto da un'anziana e due figli, che vivono nella stessa abitazione, nella notte tra venerdì e sabato sono state oggetto di un attentato incendiario.

Si tratta di una Suzuki Swift e di un pick up Mitsubishi, che sono state cosparse di liquido infiammabile, probabilmente benzina e poi date alle fiamme. L'attentato è avvenuto in via Iardino, lungo la provinciale che porta ad Avellino, ai confini con il comune di Pannarano. Il fuoco ha distrutto la Suzuki e ha danneggiato, pesantemente, il quadro elettrico del pick up. Non solo, le fiamme hanno minacciato anche l'abitazione, visto che le due auto erano parcheggiate a ridosso della casa. Oscuri sono i motivi di questo episodio. Si tratta, infatti, di una famiglia molto stimata in paese. Il marito della donna, Ciccio Parrella, deceduto da qualche anno, nella metà degli anni ottanta ricoprì anche il ruolo di sindaco di San Martino Valle Caudina, per l'allora Partito Comunista Italiano. I rapporti familiari sono estesi anche nei vicini comuni di Roccabascerana e Pannarano, dove la famiglia ha la proprietà di alcuni terreni. La famiglia non ha alcun tipo di interesse economico, non possiede attività commerciali. Si occupa, unicamente, di piccole colture agricole che, per lo più, servono per il proprio fabbisogno.
 
I carabinieri della stazione di San Martino Valle Caudina che stanno svolgendo le indagini hanno escluso il movente del racket delle estorsioni. Allo stesso tempo, non si segnalano litigi o screzi con i vicini, i quali, peraltro, sono tutti parenti. Tantomeno, né di recente, né in passato, qualcuno dei figli ha avuto diverbi che potessero portare a questo tipo di ritorsione, o, a qualche tipo di vendetta.

Insomma, davvero sarà molto complicato venire a capo di questa vicenda. Purtroppo, nessun aiuto potrà venire dall'impianto di video sorveglianza comunale. Quella zona, infatti, non ha telecamere proprio perché non ci sono attività particolari. C'è in itinere un progetto che prevede l'ampliamento della video sorveglianza, ma, al momento via Iardino è cieca. Allo stesso tempo, non ci sono testimonianze oculari.

I due fratelli si sono accorti dell'attentato solo quando le fiamme si sono levate alte e hanno dato l'allarme. Chi ha appiccato il fuoco ha avuto così tutto il tempo di fuggire. Allo stesso tempo, non possono essere di alcun aiuto i vicini che, a quell'ora, erano già tutti a letto e si sono destati solo a causa dell'arrivo di carabinieri e vigili del fuoco. I due fratelli sono stati ascoltati a lungo dai carabinieri, ma non hanno potuto fornire alcun elemento utile per le indagini. Insomma, tutto porterebbe a pensare che si tratti di un episodio non ascrivibile alla criminalità, anche se si è agito con gli stessi metodi. Non si può certo dire, ad esempio, che si possa trattare di qualcosa simile all'attentato di San Silvestro, quando qualcuno ha esploso diversi colpi di pistola contro la vetrina di un bar che stava per chiudere, ferendo mortalmente un cane.

Questo, però, non deve, minimamente, far pensare che si deve prendere sotto gamba l'episodio. I danni causati non sono certo minimi, anzi, tutt'altro. Avere due auto distrutte non è certo cosa di poco conto. Allo stesso tempo, si deve pensare al terrore che è stato procurato all'intero nucleo familiare. L'abitazione di via Iardino, infatti, è molto lontana dal centro abitato, è praticamente, isolata, il timore che qualcuno possa aver preso di mira la famiglia ora è davvero grande.
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