L'anno è iniziato in una nuova struttura d'accoglienza per cinquantatré migranti, in prevalenza gambiani, trasferiti dalla palazzina, dichiarata inagibile dopo il rogo dell'antivigilia di san Silvestro, di contrada Tavernanova. Uno degli ospiti, giovanissimo, in preda al panico si è lanciato da un balcone: è rovinato al suolo con la testa ed ha riportato un importante trauma cranico. È stato tempestivamente soccorso e trasferito al Moscati' di contrada Amoretta dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico. I sanitari del maggiore nosocomio del capoluogo si sono riservata la prognosi. È sotto stretta osservazione. Anche un operatore della struttura è rimasto intossicato a causa della inalazione dei fumi: soccorso sempre dal 118 è stato ricoverato in ospedale.
Le sue condizioni sono in netto miglioramento.
Operazione lunga e delicata per i momenti di tensione seguiti al rogo tra i migranti che hanno dovuto raccogliere qualche effetto personale in fretya. Ci sono state proteste isolate subito arginate dalle forze dell'ordine.
L'incendio nel centro d'accoglienza fa sicuramente riflettere- scrive in una nota Severino Nappi, consigliere regionale della Lega in Campania-. Al di là delle cause che lo hanno generato e che saranno accertate dalla magistratura non possiamo non esprimere preoccupazione sulle modalità con cui la struttura viene gestita. Non si possono più tollerare situazioni che mettono a repentaglio la vita dei cittadini. Siamo per la chiusura dei centri: non sono luoghi sicuri specie adesso in piena emergenza sanitaria e con una immigrazione clandestina fuori controllo a causa dell'immobilismo della Lamorgese».
La palazzina colorata lungo la strada che sale verso Montefusco oggi ha un aspetto spettrale. Il rogo dello scorso 30 dicembre ha devastato gli appartamenti dello stabile trasformato alcuni anni fa, durante l'ondata emergenziale dei migranti trasferiti in Irpinia e dislocati poi dalla Prefettura in vari paesi, in centro d'accoglienza. All'epoca ci furono molte polemiche, sollevate dal compianto sindaco Gaetano Tenneriello, per il numero eccessivo di profughi presenti a Prata. Il caso destò scalpore a livello nazionale per la ferma presa di posizione dell'amministrazione locale.