Incendio del centro di accoglienza,
trasferiti i 53 immigrati coinvolti

Incendio del centro di accoglienza, trasferiti i 53 immigrati coinvolti
di Barbara Ciarcia
Domenica 2 Gennaio 2022, 11:00
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L'anno è iniziato in una nuova struttura d'accoglienza per cinquantatré migranti, in prevalenza gambiani, trasferiti dalla palazzina, dichiarata inagibile dopo il rogo dell'antivigilia di san Silvestro, di contrada Tavernanova. Uno degli ospiti, giovanissimo, in preda al panico si è lanciato da un balcone: è rovinato al suolo con la testa ed ha riportato un importante trauma cranico. È stato tempestivamente soccorso e trasferito al Moscati' di contrada Amoretta dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico. I sanitari del maggiore nosocomio del capoluogo si sono riservata la prognosi. È sotto stretta osservazione. Anche un operatore della struttura è rimasto intossicato a causa della inalazione dei fumi: soccorso sempre dal 118 è stato ricoverato in ospedale.

Le sue condizioni sono in netto miglioramento.

Destano invece preoccupazione quelle del giovane gambiano. Intanto proseguono le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Avellino, e le perizie tecniche dei Vigili del Fuoco della centrale operativa di via Zigarelli per accertare le cause dell'incendio divampato nella tarda serata di giovedì al primo piano della palazzina convertita già da alcuni anni in centro d'accoglienza. Secondo indiscrezioni investigative sarebbe stato con molta probabilità un guasto elettrico a fare da innesco in una stanza piena all'inverosimile di oggetti e materiali vari. L'edificio risultato inagibile dopo le operazioni di spegnimento delle fiamme grazie al provvidenziale intervento della squadra dei caschi rossi, e durate all'incirca quattro ore, è stato posto sotto sequestro dalla magistratura avellinese. Fondamentale il supporto di un'autoscala e di un'autobotte per consentire ai Vigili di mettere in sicurezza l'edificio. Sul posto anche i Carabinieri della Compagnia di Avellino per organizzare le fasi del trasferimento dei cinquantatré ospiti gambiani in un'altra struttura. 

Operazione lunga e delicata per i momenti di tensione seguiti al rogo tra i migranti che hanno dovuto raccogliere qualche effetto personale in fretya. Ci sono state proteste isolate subito arginate dalle forze dell'ordine.

L'incendio nel centro d'accoglienza fa sicuramente riflettere- scrive in una nota Severino Nappi, consigliere regionale della Lega in Campania-. Al di là delle cause che lo hanno generato e che saranno accertate dalla magistratura non possiamo non esprimere preoccupazione sulle modalità con cui la struttura viene gestita. Non si possono più tollerare situazioni che mettono a repentaglio la vita dei cittadini. Siamo per la chiusura dei centri: non sono luoghi sicuri specie adesso in piena emergenza sanitaria e con una immigrazione clandestina fuori controllo a causa dell'immobilismo della Lamorgese». 

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La palazzina colorata lungo la strada che sale verso Montefusco oggi ha un aspetto spettrale. Il rogo dello scorso 30 dicembre ha devastato gli appartamenti dello stabile trasformato alcuni anni fa, durante l'ondata emergenziale dei migranti trasferiti in Irpinia e dislocati poi dalla Prefettura in vari paesi, in centro d'accoglienza. All'epoca ci furono molte polemiche, sollevate dal compianto sindaco Gaetano Tenneriello, per il numero eccessivo di profughi presenti a Prata. Il caso destò scalpore a livello nazionale per la ferma presa di posizione dell'amministrazione locale. 

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