Inchiesta sui viadotti, nuovo filone:
ad Autostrade sentito da Cantelmo

Inchiesta sui viadotti, nuovo filone: ad Autostrade sentito da Cantelmo
di Gianni Colucci
Martedì 12 Marzo 2019, 12:28
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Roberto Tomasi, l'amministratore delegato della società Autostrade, nominato il 30 gennaio dopo le dimissioni di Giovanni Castellucci, in procura ad Avellino. È stato ascoltato come persona informata dei fatti dal procuratore della Repubblica Rosario Cantelmo e dal sostituto Cecilia Annecchini. I due magistrati sono titolari dell'inchiesta stralcio sulle barriere autostradali, nata dalle ceneri della prima inchiesta terminata con il processo.

Tomasi ha spiegato che ha raccolto elementi dal suo predecessore che a sua volta ha trasferito al Ministero delle Infrastrtture. Domande su questo passaggio di documentazione tra la società e il ministero sono sta rivolte da Cantelmo e Annecchini all'amministratore. Tutte domande che hanno riguardato il contesto tecnico, e in nessun caso riferite a questioni come la concessione che lega allo Stato la società che gestisce le Autostrade italiane. Questioni di ordine tecnico che non hanno nemmeno toccato la tematica delle responsabilità frazionate tra i diversi dirigenti di tronco sulla gestione della sicurezza (uno dei temi centrali del processo sulla strage del bus da poco conclusosi).

 

Le infrastrutture della società Autostrade sotto la lente della procura di Avellino, dunque. Da mesi l'inchiesta procede, con il prelievo di documenti al Mit e con audizioni in procura di funzionari ministeriali.
Il progetto di Cantelmo è di arrivare ad un'inchiesta stralcio(in quella attuale non ci sono indagati) di quella che l'ha sostanzialmente lasciato con l'amaro in bocca con l'assoluzione dei vertici di Autostrade. Un'inchiesta che mira a definire se le strutture di sicurezza che hanno ceduto sul viadotto Acqualonga fossero a norma anche in aree contigue. Nella strage perirono 40 persone nel 2013, erano tra gli occupanti del bus precipitato infrangendosi contro barriere che avrebbero in teoria trattenerlo sulla sede stradale. La risposta a queste domande aprirebbe un filone «nazionale» che porterebbe a trasferire gli atti ad altre procure per indagini dello stesso tenore.
L'inchiesta prese il via dopo le dichiarazioni dell'ingegnere Felice Giuliani (il consulente nominato dal giudice Luigi Buono nel processo sulla strage Acqualonga) che puntò il dito sulla mancata manutenzione delle barriere laterali del viadotto e sul fenomeno dell'erosione delle parti metalliche - i tirafondi, i perni che agganciavano il cemento alla sede stradale -. Una dichiarazione opposta a quella dei consulenti di Aspi. Il procuratore Rosario Cantelmo chiese la trasmissione degli atti in procura facendo di fatto partire una nuova inchiesta.

Un'ulteriore accelerata all'inchiesta c'è stata dopo la visita al ministero delle Infrastrutture a Roma con i carabinieri del comando provinciale di Avellino per acquisire documenti riguardanti i viadotti Pietragemma, Vallonalto II, Sabato, Vallone del duca, Carafone, Lenze pezze, Bosco grande, Del varco, Vallonalto I, Scrofeta vergine e Francia.
L'indagine si concentra sugli anni 2016 - 2017, quando gli uffici ispettivi avrebbero rilevato delle inadempienze nella manutenzione delle barriere stradali.

L'inchiesta bis sulle barriere dell'A16 fra le uscite Baiano e Benevento (ed eventualmente ampliabile ad altri tratti) mira insomma a comprendere se le barriere installate nel 2013 siano a norma. La Procura di Avellino ha affidato l'incarico a tre consulenti per effettuare le verifiche sui viadotti individuati lungo tutto il tratto autostradale di Avellino. I consulenti sono Andrea Demozzi, ingegnere trentino (nominato già dalla procura di Avellino nel processo del viadotto Acqualonga), il professore universitario Mariano Pernetti dell'Università di Napoli e il direttore del centro di ricerca Enea di Roma, Gerardo De Canio. I tre consulenti hanno già effettuato un primo sopralluogo su due degli undici viadotti individuati e al momento sono a lavoro per elaborare i dati raccolti. Successivamente, in base ai risultati, i consulenti dovranno o proseguire con ulteriori approfondimenti o con la verifica normativa, ovvero stabilire se le barriere installate dal 2013 ad oggi sono compatibili con le norme attuali. Un'inchiesta bis aperta dal procuratore Rosario Cantelmo e dal pubblico ministero Cecilia Annecchini per scongiurare che tragedie analoghe si ripetano.
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