Industria Italiana Autobus Avellino
sul baratro: assemblea e sciopero

Industria Italiana Autobus Avellino sul baratro: assemblea e sciopero
di Michele De Leo
Martedì 11 Dicembre 2018, 12:00
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Un'altra lunga giornata di attesa e di speranza. I lavoratori degli stabilimenti di Bologna e valle Ufita della Industria Italiana Autobus tornano a Roma per una nuova manifestazione di protesta nei confronti del Governo e dei vertici aziendali.

Nel giorno in cui i soci della Industria Italiana Autobus si riuniscono in assemblea per deliberare in merito alla tanta attesa ricapitalizzazione aziendale, l'Esecutivo che pure assicura l'impegno per la definizione di una soluzione alla vertenza continua a mantenere il più stretto riserbo sull'ipotesi alla quale starebbe lavorando ed è rimasto sordo alle pressanti sollecitazioni dei rappresentanti sindacali e dei lavoratori che chiedevano una nuova convocazione ministeriale sulla vertenza, in cui fare il punto della situazione. Per questo, mentre la gran parte degli addetti provenienti dallo stabilimento di Bologna presidierà lo studio del notaio in cui è in programma l'assemblea degli azionisti della Industria Italiana Autobus, i colleghi irpini stazioneranno nei pressi del Dicastero dello sviluppo economico.
 
Dall'Irpinia dove le organizzazioni sindacali hanno proclamato otto ore di sciopero - partiranno, alle prime luci dell'alba, poco più di cinquanta lavoratori a bordo di un pullman organizzato da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm. L'obiettivo è quello di mettere pressione nei confronti del Governo e del Ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio che dovrebbe essere presente in via Molise. Le maestranze irpine rivendicano una convocazione ad horas, non solo per ottenere notizie concrete in merito alla ricapitalizzazione della società ma, anche e soprattutto, per chiedere certezze sulle prospettive del polo unico nazionale per la produzione di autobus e sul prolungamento degli ammortizzatori sociali. Il prossimo 31 dicembre, infatti, scade la cassa integrazione per i lavoratori della Industria Italiana Autobus e, senza un apposito decreto da parte del Ministero del lavoro, i poco meno di 300 dipendenti dello stabilimento di valle Ufita rischiano di rimanere senza alcun sostegno economico.

L'iniziativa odierna assume, dunque, un peso specifico rilevante, non solo per le prospettive occupazionali degli attuali dipendenti della Industria Italiana Autobus, ma pure per le speranze di un intero territorio, che auspica una rinascita incentrata sul decollo del progetto di polo unico nazionale di produzione degli autobus. Le speranze restano vive, nonostante le indiscrezioni che attendono solo la conferma ufficiale fanno trapelare la rinuncia definitiva del gruppo Ferrovie dello Stato a partecipare al progetto attraverso la sua partecipata Bus Italia. Il rilancio sarebbe legato all'aumento delle quote di Leonardo e all'ingresso nel capitale sociale di Invitalia attraverso il Fondo Pmi. Ma, pure, al raddoppio delle quote detenute dai turchi della Karsan e all'investimento di un imprenditore che verrebbe essere ufficializzato solo alla vigilia della definizione dell'operazione.

Uno scenario che oggi potrebbe cominciare a delinearsi con la fumata bianca dell'assemblea dei soci della Industria Italiana Autobus: la ricapitalizzazione societaria rappresenterebbe il primo segnale che il percorso avviato è stato intrapreso nella giusta direzione. In caso contrario, i lavoratori di Bologna e valle Ufita non escludono la possibilità di mettere in campo ulteriori iniziative di protesta, anche clamorose, con l'obiettivo di arrivare ad una soluzione condivisa, che possa assicurare il decollo del polo unico nazionale di produzione degli autobus ed il rilancio dei due stabilimenti del gruppo.
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