Infermieri e impiegati, sono tornati
al lavoro anche i no vax del Moscati

Infermieri e impiegati, sono tornati al lavoro anche i no vax del Moscati
di Antonello Plati
Sabato 5 Novembre 2022, 08:46 - Ultimo agg. 21:49
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Dopo l'Asl di Avellino, anche l'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino recepisce le indicazioni del governatore della Campania Vincenzo De Luca sul reintegro «punitivo» degli operatori sanitari no vax. «Il personale dice il direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino Rosario Lanzetta - è stato attentamente allocato, evitando i reparti più delicati. Tra l'altro, ci sono diverse attività che possono essere comunque di aiuto, ma che non sono direttamente a contatto coi pazienti. È questo quello che abbiamo fatto con il personale sanitario non vaccinato che è stato reintegrato». A Contrada Amoretta, da lunedì scorso (da quando cioè è in vigore il decreto Covid, il primo provvedimento assunto dal governo di Giorgia Meloni), sono tornati al lavoro 8 dipendenti, tra questi 3 amministrativi, il resto sono infermieri. Nessun medico, dunque. Lanzetta commenta: «In ossequio al disposto ministeriale, abbiamo adottato la delibera di reintegro del personale sospeso. L'Azienda ospedaliera Moscati ha 8 dipendenti che rientrano in questa casistica: fortunatamente non abbiamo medici, ma amministrativi e qualche infermiere». Quindi aggiunge: «Da parte nostra la fragilità dei pazienti è già tenuta in considerazione dall'epoca Covid ed è quindi un fatto consolidato. La cosa che ci aiuta e che è stata confermata la mascherina obbligatoria nelle strutture ospedaliere. È normale, dunque, che gli operatori sanitari reintegrati saranno attentamente allocati evitando i reparti più delicati. Ci sono attività che possono essere di aiuto, ma non direttamente a contatto coi pazienti. È questo quello che faremo». 

Con qualche giorno di anticipo, aveva preso la stessa decisione il direttore generale dell'Asl di Avellino Mario Nicola Ferrante.

Nelle strutture di competenza dell'ente di via Degli Imbimbo sono 6 i dipendenti non immunizzati, 3 sono amministrativi, poi un medico, un infermiere e un logopedista. «I medici, gli infermieri e gli altri operatori sanitari che non hanno fatto il vaccino contro il Covid-19 sono stati assegnati ad altre mansioni: non avranno nessun contatto con gli ammalati», dice Ferrante. Condividendo, quindi, in pieno la posizione della Regione, annunciata mercoledì scorso da De Luca, il quale aveva subito bollato come «gravissima e irrispettosa dei medici e dei pazienti» la norma varata lunedì scorso dal governo che di fatto abolisce l'obbligo vaccinale (contro il Covid) per medici e operatori sanitari. Il governatore ha, poi, deciso di non disattendere in toto il provvedimento nazionale (come invece ha fatto la Regione Puglia) ma di delegare alle aziende sanitarie e ospedaliere l'applicazione della norma nazionale: dunque, gli operatori sanitari no vax saranno sì reintegrati in servizio (come prevede il decreto del governo) ma non potranno operare in corsia (e questo attiene al modello organizzativo delle aziende).

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Ieri, nella consueta diretta Facebook, De Luca ha rincarato la dose: «Quella assunta dal governo sui medici no vax, è una decisione che offende le persone che hanno fatto il proprio dovere, che offende i pazienti e che non garantisce appieno la tranquillità sanitaria delle persone ricoverate». A fine ottobre, era stato il neo ministro della Salute, Orazio Schillaci, a dare il via ai cambiamenti. La scadenza naturale della misura, introdotta da un decreto legge, che prevedeva la sospensione per gli operatori sanitari no-vax (con stop alla retribuzione per i lavoratori dipendenti) era prevista per il 31 dicembre, ma la maggioranza del governo ha chiesto e ottenuto di bloccare immediatamente l'obbligo. Intanto, in assenza di proroghe, già da qualche settimana l'Ordine dei medici di Avellino, al pari di quelli del resto d'Italia, non stava avviando più le procedure sanzionatorie, visto che i procedimenti non si sarebbero conclusi prima del 2023. 

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