Rifiuti e inquinamento, la Provincia
parte civile nel processo a Boccalone

Rifiuti e inquinamento, la Provincia parte civile nel processo a Boccalone
di Alessandra Montalbetti
Venerdì 15 Novembre 2019, 08:35
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Al via il processo per gli otto indagati nell'inchiesta sullo Stir di Pianodardine. La Provincia si è costituita parte civile nel processo che vede alla sbarra degli imputati anche i vertici di IrpiniAmbiente, società di sua proprietà, che gestisce lo smaltimento dei rifiuti. A rappresentare l'ente l'avvocato Gianfranco Iacobelli.
L'istanza di costituzione di parte civile nel processo contro gli indagati - Nicola Boccalone amministratore dimissionario di IrpiniAmbiente, la dirigente tecnica Annarosa Barbati, il responsabile tecnico dell'impianto Vincenzo Biondo, Pantaleone e Gaetano Dentice della società di smaltimento rifiuti Dentice Pantaleone, Alfonso Marsella della Co.Bi.Em che lavora nel settore di industria ed edilizia, Antonio De Blasio dell'industria siderurgica Aurubis Italia spa, Eliodoro Santonicola, imprenditore della Meridionale Alimenti accusati di reati ambientali è stata avanzata anche dall'associazione «Salviamo la Valle del Sabato», presieduta da Franco Mazza e rappresentata in aula dall'avvocato Maddalena Fortunato, sostituita dalla praticante Anna Esposito. Sulle due richieste il giudice monocratico del tribunale di Avellino, Lorenzo Corona deciderà nel corso della prossima udienza fissata per il 29 gennaio. Mentre non hanno presentato richiesta di costituzione di parte civile i comuni di Montefredane e quello di Avellino, sebbene fossero stati indicati come persone offese nel processo che ha preso il via ieri mattina.

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In merito alla mancata costituzione dei due Comuni il presidente dell'associazione Salviamo la Valle del Sabato, Franco Mazza ha dichiarato: «Magari per la prossima data i due Comuni assenti decideranno di partecipare al processo dimostrando di tenere al proprio territorio e alla salute dei cittadini». Intanto il presidente della Provincia, dopo la scelta dell'ente di costituirsi nel processo che riguarda una propria partecipata e i vertici ora in via di avvicendamento, Domenico Biancardi ha precisato che «la costituzione di parte civile è un atto dovuto dell'ufficio, tantomeno significa essere contro gli imputati oppure dichiararli responsabili. Il nostro intento è solo vigilare nell'interesse di IrpiniAmbiente».

Inoltre i legali di alcuni degli indagati (tra cui Boccalone e Barbati) hanno avanzato richiesta di oblazione, dunque di rito alternativo per estinguere il reato con il pagamento di una somma. Il nodo sarà sciolto nel corso della prossima udienza dal giudice Corona. L'inchiesta fu chiusa dalla Procura di Avellino nel novembre dello scorso anno. Gli otto indagati sono accusati, a vario titolo, di inottemperanze legate alla gestione di rifiuti e molestie olfattive. Il manager dimissionario di IrpiniAmbiente, Nicola Boccalone, è accusato di aver concorso, con la dirigente tecnica Annarosa Barbati e il responsabile tecnico dell'impianto Vincenzo Biondo, alla raccolta, al recupero e allo smaltimento di centinaia di tonnellate di rifiuti, non rispettando alcune prescrizioni imposte dall'Autorizzazione Integrata Ambientale. Alcuni rifiuti sarebbero stati stoccati «senza la stabilizzazione biologica in condizioni aerobiche», il che avrebbe causato la produzione di acido solfidrico e mercaptani con i cattivi odori collegati. Gli inquirenti contestano anche uno smaltimento di plastica superiore a quanto disposto dall'Autorizzazione Integrata Ambientale (oltre 90mila chilogrammi) e lo stoccaggio di «rifiuti urbani indifferenziati in misura superiore ai limiti annuali previsti».

L'avviso di conclusione delle indagini fu notificato anche ad alcuni imprenditori: Gaetano e Pantaleone Dentice (società di smaltimento rifiuti Pantaleone Dentice), Alfonso Marsella (Co.Bi.Em che lavora nel settore di industria ed edilizia), Eliodoro Santonicola (imprenditore della Meridionale Alimenti) e Antonio De Blasio (industria siderurgica Aurubis Italia spa). In particolare alla Co.bi.em. gli inquirenti contestano il trattamento abusivo di un cumulo di materiale bituminoso, alla Dentice Pantaleone di aver provocato esalazioni maleodoranti oltre il limite della tollerabilità per i residenti che abitano nei dintorni. De Blasio della Auribus Italia avrebbe scaricato acque reflue nel Torrente Rio Vergine senza autorizzazione.
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