Inquinamento nascosto nel centro di Avellino

Inquinamento nascosto nel centro di Avellino
di Antonello Plati
Domenica 24 Marzo 2019, 14:29
3 Minuti di Lettura
Non solo ex Isochimica. Ad Avellino ci sono altri 10 siti inquinati che mettono in pericolo la salute dei cittadini. E non bisogna nemmeno spostarsi nella zona industriale, basta passeggiare in pieno centro. Infatti, come certifica il Piano regionale di bonifica (aggiornato al 31 dicembre 2018 e curato dalla direzione generale per la difesa del suolo e dell'ecosistema e dall'Arpac) si dovrebbe intervenire al più presto nelle aree di Piazza Kennedy, Viale Italia e via Due Principati dove anni fa sorgevano tre distributori di carburante: tutte, come è emerso dalle analisi effettuate dai tecnici della Regione, sono contaminate per la presenza nel suolo e nelle acque sotterranee di idrocarburi, aromatici e Mtbe (un composto organico impiegato come additivo per la benzina verde). I progetti sono stati approvati e in via Due Principati (l'unica area dove dopo la chiusura del distributore non ci sono state nuove edificazioni) la bonifica è in corso, mentre per Piazza Kennedy si sta procedendo al monitoraggio e in Viale Italia all'analisi del rischio.

In attesa di indagine, ma già sotto la lente dell'Arpac per le stesse problematiche, l'area di Corso Vittorio Emanuele all'altezza della Villa comunale: anche qui prima della riqualificazione c'era un'altra pompa di benzina. Nell'anagrafe dei siti c'è anche Piazza Castello per «l'abbandono di rifiuti in scavo» e la presenza nel suolo di metalli e idrocarburi: la messa in sicurezza permanente è stata finanziata e i lavori sono partiti. Sorvegliato speciale degli ambientalisti, in particolare del comitato «Salviamo la Valle del Sabato», l'insediamento industriale di Pianodardine necessita di azioni urgenti allo Stir per la presenza nelle acque sotterranee di metalli, composti inorganici e cancerogeni, ma presto potrebbero giungere rilievi altrettanto preoccupanti dalle fabbriche Denso (dell'indotto Fiat), Meres (che produce resine) e Cobiem (conglomerati bituminosi). A contrada Cesine, invece, sotto osservazione l'impianto di trattamento dei rifiuti «Eco-Resolution». Dunque, l'ex stabilimento Isochimica di Borgo Ferrovia che continua a mietere vittime (già 27) tra i 131 ex operai e tiene da trent'anni sotto scacco un intero quartiere. L'anagrafe conferma, se ancore ce ne fosse bisogno, la presenza nel suolo di amianto e metalli e nelle acque sotterranee di metalli, idrocarburi, alifatici clorurati e cancerogeni. Dopo il piano di caratterizzazione e la rimozione dei due silos, dovrebbe partire a breve la seconda fase della bonifica (finanziata con 3 milioni e mezzo di euro) per la rimozione dei 497 cubi di cemento e amianto presenti nel perimetro esterno della fabbrica killer. Complessivamente nella nostra provincia sono 205 i siti segnalati nel Piano regionale di bonifica pubblicato l'altro giorno sul Bollettino ufficiale di Palazzo Santa Lucia. A destare allarme, la zona del Solofrano con 167 siti potenzialmente contaminati. Di questi, 10 a Forino, 24 a Montoro e ben 133 Solofra: la maggior parte sono concerie dismesse, gli altri, una trentina, industrie ancora in attività. Nella stessa area, già una circa 40 procedimenti conclusi. Nel resto della provincia si contano altri 28 siti da bonificare (quasi tutte discariche comunali) e 10 potenzialmente inquinanti, oltre a quello di Viale Italia ad Avellino, c'è un'autodemolizione ad Atripalda, le discariche comunali di Bisaccia, Montecalvo, Montella, Senerchia e Villanova del battista, un'attività produttiva a Nusco, uno sversamento sul suolo a Frigento e un distributore di benzina a Manocalzati. Il Piano, che ha censito in totale 4mila 692 siti in Campania raggruppati in 7 elenchi, è lo strumento di programmazione e pianificazione attraverso cui la Regione provvede non solo a individuare i siti da bonificare, ma anche le caratteristiche generali degli inquinamenti presenti, definendo un ordine di priorità degli interventi sulla base di una valutazione comparata del rischio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA