«L'ho fatto e potevo non farlo». Così. Tutto qui, presidente? Ciriaco De Mita a 91 anni compiuti il 2 febbraio decide di ricandidarsi alla carica di sindaco a Nusco, dove è già alla guida del Municipio dal 26 maggio 2014, stabilisce un record di longevità politica che ha dello straordinario e per giunta in un momento in cui la sua formazione Italia Popolare sceglie di non partecipare alle elezioni amministrative ad Avellino e lui chiuderebbe la faccenda nell'enigma di una risposta del genere. Glissa anche sugli auguri di prammatica, quelli che si fanno in situazioni del genere. «Auguri? No, non lo so se è giusto farli».
De Mita, che cosa intende dire?
«Che sono stato in dubbio a lungo. Ho riflettuto e ho analizzato il momento. Chi ha seguito e segue le questioni che riguardano il destino dell'Alta Irpinia conosce le ragioni del mio impegno e dunque perché oggi io sia ancora della partita. C'è da completare un lavoro e per farlo c'è bisogno che io sia di nuovo sindaco di Nusco. Questo è il motivo principale del mio gesto».
Deputato dal 1963 al 1994 e poi dal 1996 al 2008, europarlamentare dal 1999 al 2004 e quindi dal 2009 al 2014, presidente del Consiglio dal 13 aprile 1988 al 22 luglio 1989, già ministro per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno, al Commercio estero e all'Industria, più volte sottosegretario, al vertice della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali dal 1992 al 1993. Per non dire degli incarichi di partito: segretario nazionale della Dc dal maggio 1982 al febbraio 1989, presidente dello scudocrociato dal 16 marzo 1989 al 22 ottobre 1992, il Ppi, la Margherita, il Pd con l'uscita nel 2008 quando Walter Veltroni non volle più candidarlo al Parlamento, l'Udc e ora Italia Popolare. Oggi sindaco uscente e ricandidato di Nusco, il centro dell'Alta Irpinia dove è nato. A fronteggiarlo Francesco Biancaniello, con una lista civica in cui è confluito il Pd locale. Nel 2014 De Mita venne eletto con il 77% dei voti. La biografia di Ciriaco De Mita è sintetizzata con efficacia da Fabrizio Barca in un passaggio del libro-intervista che l'ex ministro della Coesione territoriale ha dedicato con Fabrizio Ricci al Viaggio nell'Italia disuguale, pubblicato da Ediesse: «De Mita è l'alfa e l'omega di quel territorio, un caso quasi senza paragoni. E vive questa stagione della propria vita politica come l'occasione di riallineamento dell'Alta Irpinia, in un mix inestricabile di continuità e discontinuità».
Da sindaco di Nusco, De Mita è a capo anche dell'Unione dei 25 Comuni che aderiscono al Progetto pilota nel quadro della Strategia nazionale per le aree interne disegnate appunto da Barca. È questo il lavoro da completare a cui l'ex premier si riferisce e la verifica dello stato dell'arte nei settori d'intervento (turismo, forestazione, sanità, scuola, trasporti e viabilità) rappresenterà il tema trainante della campagna elettorale pronta ad aprirsi.
«Certo, si tratta di una straordinaria opportunità per queste zone. Ma se oggi sono candidato è anche per altro».
Per che cosa?
«Lo squallore in cui ci troviamo a vivere mi sollecita e sollecita tutti a non rimanere rinchiusi in se stessi. Se lo spettacolo è quello che viene dalla città di Avellino, significa che la lezione del passato non è stata appresa bene e da tutti. Occorre riportarla alla mente e renderla viva».
Quando si riferisce allo spettacolo che viene da Avellino intende dire l'assenza di Italia Popolare dalle elezioni e la presenza di numerosi suoi esponenti nella lista di sostegno al candidato del Pd, Luca Cipriano. Parla del consigliere regionale Maurizio Petracca che suo nipote, l'ex deputato Giuseppe De Mita, ha accusato di essersi mosso nell'ombra come fanno i borseggiatori? Insomma, di aver tradito?
«Guardi, in politica il tradimento è sempre esistito e continuerà a esistere. Diventa scandaloso quando è osceno e non spiegato. Io ho buona fede delle persone e finisco sempre per credere a ciò che dicono e fanno. Ma mi appaiono decisamente inqualificabili certi comportamenti di indecenza morale e culturale. No, mi pare che si sia superato un limite e in un momento di particolare crisi della società italiana, non soltanto in Irpinia».
Barca sostiene che quasi l'intera classe dirigente di questo territorio sia venuta su con lei o contro di lei. Perciò, gli avvenimenti di oggi sarebbero ascrivibili in una simile ciclicità ripetitiva.
«Oggi vedo soltanto piccole superbie e grandi inadempienze. Non ci si accorge di quanto accade davvero, si continua a ripetere che non piove e invece siamo in mezzo al diluvio. Domina la pratica della convenienza e dell'insulto e si dissolvono i rapporti che sembravano di amicizia.
Questo la spaventa?
«Semmai mi amareggia. A spaventarmi è la circostanza che le persone che dovrebbero introdurre interrogativi e riflessioni parlano come se enunciassero il Vangelo. Servirebbe, al contrario, maggiore senso di responsabilità. Ne paghiamo tutti le conseguenze, il passaggio nostro segnerà lo scadimento complessivo».
Non pare essere ottimista, mica in questo modo si comincia una campagna elettorale.
«Non sono mai ottimista. Non prima, comunque. Preferisco il dopo, come con gli esami all'Università. Intanto io resto qui, non ci dovrei stare ma ci sto ancora».
De Mita si ricandida a Nusco:
«A 91 anni non cedo allo squallore»
di Generoso Picone
Articolo riservato agli
abbonati
Domenica 28 Aprile 2019, 08:30
4 Minuti di Lettura
© RIPRODUZIONE RISERVATA