Irpinia, estate con il rischio
dell'emergenza rifiuti

Irpinia, estate con il rischio dell'emergenza rifiuti
Martedì 9 Luglio 2019, 18:50 - Ultimo agg. 19:13
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La provincia di Avellino rischia di trascorrere l'estate alle prese con l'emergenza rifiuti.  A lanciare l'allarme è IrpiniAmbiente, la società che si occupa della raccolta e smaltimento dei rifiuti. «Negli ultimi giorni sono giunte comunicazioni riguardanti una consistente contrazione delle disponibilità da parte degli impianti di trattamento della frazione organica,  situati fuori regione, di cui si serviva direttamente o indirettamente la società per l'allocazione del rifiuto raccolto in tutti i comuni della Provincia di Avellino», spiegano dalla società. Una difficoltà, questa che riguarda tutta l'Italia, ma ancor di più l'Irpinia visto che, l'unico impianto per lo smaltimento dell'organico, non è in grado di soddisfare l'intera provincia e si rende necessario il trasferimento fuori regione.

«Al momento la società IrpiniAmbiente non ha dovuto ancora adottare misure drastiche relativamente ai conferimenti da parte delle utenze irpine, come sta avvenendo già in altri Comuni campani con il blocco del conferimento dell'umido da parte dei cittadini - precisano dalla società. Ma si comunica che la capacità di gestione della crisi ormai in atto è in procinto di esaurimento e non si esclude che nei prossimi giorni potrebbero rendersi necessarie rimodulazioni del servizio con diminuzione delle frequenze di conferimento del rifiuto umido da parte dei cittadini, qualora non vengano riassegnati i consueti volumi di conferimento della frazione organica presso gli impianti di riferimento». L'amministratore unico della società, Nicola Boccalone, si augura di poter scongiurare la crisi ed evitare di adottare misure drastiche in questo periodo estivo.

«L'occasione è utile per evidenziare ancora una volta come non si siano mai create le condizioni sufficienti e necessarie per archiviare in maniera definitiva la crisi del 2009 - sottolinea Boccalone -  come nel caso della frazione organica, la cui capacità di gestione e trattamento in regione è pari al 3% dell'intera produzione annua, 25 mila su 680 mila tonnellate annue. Anche perché - prosegue l'amministratore unico - la gestione delle crisi come quest'ultima che si registra, con la redistribuzione della frazione organica in altri impianti individuati costantemente al Nord Italia, comporta costi ormai al limite della sostenibilità per le comunità e per le aziende, soprattutto in virtù del fatto che non vi è possibilità di conoscere la durata ed il termine della crisi stessa. Senza cambio di passo, ogni sforzo gestionale e sacrificio operativo rimane inutile ed incompreso».

Sull'argomento interviene anche il presidente dell'ente Provincia, Domenico Biancardi, soprattutto per quanto riguarda l'esigenza di puntare sull'impiantistica. «Ho avuto modo di evidenziare in più occasioni, la necessità di chiudere con adeguata dotazione impiantistica ed infrastrutturale il sistema del ciclo integrato dei rifiuti in Provincia di Avellino - spiega Biancardi. È una sensibilità chiara della mia amministrazione, che anche le comunità e l'intero territorio devono condividere  e contribuire in maniera decisa ad attuare, affinché l'Irpinia possa svincolarsi dalla 'dipendenzà degli impianti fuori regione e valutare in tempi brevi tutte le opportunità affinché si compia l'autosufficienza nel trattamento dei rifiuti, con particolare attenzione al rifiuto umido».
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