Isochimica, udienza dimezzata:
troppo caldo nell'aula del Tribunale

Isochimica, udienza dimezzata: troppo caldo nell'aula del Tribunale
di Rossella Fierro
Sabato 29 Giugno 2019, 12:00
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Il «microclima» nell'aula bunker del carcere di Poggioreale a Napoli sfiora di 40 gradi e i lavori della prima udienza estiva del processo Isochimica diventano insostenibili. Il giudice Sonia Matarazzo non può che prenderne atto, «siamo lavoratori, non siamo animali. Non possiamo esercitare la nostra professione in queste condizioni», dice rivolgendosi ad avvocati, parti civili, ai colleghi del collegio Pasquale Lezzi e Gennaro Calabrese.
 
L'udienza che, avrebbe dovuto vedere protagonisti sette imputati, si riduce all'esame di sole tre persone, i dirigenti comunali Luigi Cicalese e Francesco Tizzani e il responsabile dell'Unità Operativa Amianto dell'Asl Luigi Borea. Il resto viene rimandato al 12 luglio quando, queste le intenzioni del giudice, i lavori dovranno necessariamente terminare nel giro di poche ore e comunque non oltre la mattinata. Già al suo arrivo la dottoressa Matarazzo aveva autorizzato gli avvocati a togliere le toghe, prendendo atto del caldo torrido registrato all'interno dell'aula diventata una vera e propria serra munita solo di due ventilatori e priva di aria condizionata. Una condizione paradossale secondo gli ex operai della fabbrica killer, presenti ieri in massa dopo aver interrotto la protesta che per diversi mesi ha visto quasi deserti i banchi delle parti offese. «Ci hanno trasferito da Avellino a Napoli perché dicevano che il nostro Tribunale non era adeguato ad ospitare un processo così partecipato. Non è stato possibile, nonostante le nostre richieste e i solleciti dei nostri legali, reperire un'altra sede in città o nell'hinterland perché nessuna di quelle individuate, dal salone della Banca Popolare Emilia Romagna al Teatro «Carlo Gesualdo» all'aula consiliare del Comune di Avellino, è stata ritenuta idonea. Evidentemente è il commento sarcastico di Carlo Sessa- avremmo dovuto proporre una serra in provincia». Il sarcasmo lascia spazio poi alla rabbia «ci hanno detto- prosegue l'ex operaio- che sbagliavamo a protestare perché la cosa fondamentale era che il processo si svolgesse e non la sua sede. E poi veniamo qui a Napoli, portandoci con noi patologie gravi, e i lavori si rallentano: una volta saltano le udienze per le astensioni dei penalisti, un'altra volta per improbabili emergenze neve ed ora addirittura perché l'aula, ritenuta evidentemente migliore di quella della Corte d'Assise di Avellino, si trasforma in un forno in cui è difficile resistere per più di un paio di ore. Insomma siamo di fronte all'ennesimo paradosso dell'intera vicenda Isochimica». E così gli stessi operai, ascoltata la deposizione di Borea, lasciano l'aula con non poca fatica anche alla luce delle condizioni di salute in cui alcuni di loro versano evidentemente poco compatibili con temperature così alte. In aula si tornerà il giorno 12 luglio per un'udienza che dovrà necessariamente essere breve in cui saranno ascoltati soltanto due imputati, l'ex assessore della giunta Galasso del 2005 Sergio Barile e, soprattutto, l'ex curatore fallimentare della fabbrica l'avvocato Leonida Gabrieli il cui esame e controesame richiederanno almeno un paio di ore di lavoro. Poi il calendario di udienze, fissato fino a dicembre, salvo ulteriori intoppi continuerà con l'appuntamento del 27 settembre, poi ancora del 25 ottobre, del 29 novembre e del 20 dicembre. Più che un'impressione appare ormai quasi una certezza che il desiderio degli ex operai di arrivare entro la fine dell'anno alla sentenza di primo grado non sarà esaudito: la lista degli imputati che hanno chiesto di essere sottoposti all'esame delle parti è ancora lunga, poi toccherà ai testi indicati dal collegio difensivo. Un lavoro istruttorio che difficilmente si esaurirà nel giro di quattro udienze.
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