L'anomalia al Comune
prima grana per Pizza

L'anomalia al Comune prima grana per Pizza
Domenica 20 Marzo 2022, 11:17 - Ultimo agg. 11:18
4 Minuti di Lettura

La resa dei conti a Piazza del Popolo è già scattata. Un attimo dopo la celebrazione del congresso unitario che ha assegnato a Nello Pizza la carica di segretario provinciale del Pd, è partita la verifica delle posizioni all'interno dei due centrosinistra che si contrappongono in Consiglio comunale. I democrat sono all'opposizione, ma nella maggioranza Festa almeno formalmente ci sono diversi consiglieri ed assessori che, per anni, e fino alla loro epurazione operata dal Pd nelle scorse settimane hanno avuto la tessera di via Tagliamento in tasca. Ettore Iacovacci, il capogruppo del Pd che ha già accolto i consiglieri di «MaiPiù», Luca Cipriano e Marietta Giordano, e l'alfiere di «Laboratorio Avellino», Nicola Giordano, chiede ora «la fine di ogni ambiguità». «Il segretario Pizza è il suo pensiero - dovrà operare le sue verifiche e vedere chi è iscritto e chi no.

Video

Per Avellino, servirà una riunione ad hoc. In modo che chi si ritiene del partito possa parteciparvi, e chi è fuori ci resti». Questo potrebbe sottrarre nuovi consiglieri alla maggioranza festiana. Allora Iacovacci diventa più esplicito: «La collocazione del partito è all'opposizione. Chi si sente del Pd e oggi è in maggioranza decida dove stare. Dica se è una questione di potere, e quindi se intende restare in maggioranza, o preferisce avere uno scatto morale, di dignità e di appartenenza al partito, oltre che di rispetto delle regole. In tal caso sottolinea questi consiglieri dovrebbero venire all'opposizione». I consiglieri comunali di maggioranza che, in teoria, potrebbero rispondere alla chiamata, sono tanti. Nella pratica, i fari sono puntati prima di tutto sui 4 di «Ora Avellino», compagine che fa capo al consigliere regionale, Livio Petitto.

A Petitto, Iacovacci si rivolge esplicitamente: «Chi si sente del Partito democratico non ha problemi a scegliere.

Chi al congresso si è vantato di aver contribuito all'unità, mostri un minimo di coerenza anche all'interno del Consiglio comunale di Avellino. Anzichè cercare è il pungolo le maggioranze dove ci sono per la sete di potere, non rifiutino di stare con l'opposizione solo perché lì il potere non c'è». Nei fatti, il consigliere petittiano Carmine Montanile è già un iscritto del Pd. Non è stato estromesso da via Tagliamento perché, alle ultime elezioni, non si candidò col sindaco Festa. In avvicinamento potrebbero esserci poi i consiglieri Mirko Petrozziello e Francesca De Vito. Più vicina a Festa resterebbe Teresa Cucciniello, figlia dell'ex consigliere Mario Cucciniello, che però ha sostenuto Nello Pizza. Non subito, ma progressivamente, potrebbero riavvicinarsi al Pd anche i tre del gruppo misto, in maggioranza solo in teoria, Gennaro Cesa, Antonio Cosmo e Gianluca Gaeta. Tra gli assessori, il discorso potrebbe valere per Laura Nargi, sempre meno petittiana e ormai indissolubilmente legata a Festa, Geppino Giacobbe, ieri capogruppo del Pd con Foti, oggi fuori dal partito e più vicino a l sindaco, i fedelissimi del sindaco, Giuseppe Negrone e Antonio Genovese, e Marianna Mazza. Il castello, insomma, rischia di crollare al primo scossone. Per questo Festa non muove uno spillo.

In base a quanto si apprende al di là delle dichiarazioni pubbliche, si tratterebbe solo di una questione di tempo. La frammentazione nella maggioranza è sì enorme. Ma i numeri per una mozione di sfiducia non ci saranno fino a quando il Pd e i suoi alleati non avranno individuato il nome di quello che potrebbe essere il prossimo sindaco di Avellino. Dal punto di vista amministrativo, appare già decretato un fatto decisamente poco incoraggiante per le sorti della città. Dopo aver perso diversi pezzi, e con la prospettiva di perderne altri, l'amministrazione è da tempo ferma in un lento galleggiamento. Lo dimostra, tra le altre cose, il fatto che la giunta, monca da due anni dell'assessore ai Fondi Europei, è sempre più improduttiva. Le delibere dell'esecutivo pubblicate sull'Albo dell'ente nell'ultimo mese si contano, infatti, sulle dita delle mani. E si tratta quasi sempre di atti privi di importanza politica. Per non parlare delle iniziative pubbliche e delle conferenze stampa.
f. c.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA