Nuova area per il mercato, l'Arpac:
Campo Genova andava bonificato

Nuova area per il mercato, l'Arpac: Campo Genova andava bonificato
di Flavio Coppola
Domenica 23 Febbraio 2020, 08:33
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Campo Genova andava bonificato. Lo si evince dalla risposta che l'Arpac, attraverso il dirigente Carmelo Lomazzo, ha inviato al consigliere di opposizione, Dino Preziosi, ma anche al sindaco, Gianluca Festa, a seguito della diffida che, lo scorso 5 febbraio, era partita dal capogruppo di «La Svolta» circa le modalità di individuazione della nuova area mercatale della città. Preziosi chiedeva all'Agenzia regionale per la protezione ambientale «di intervenire con urgenza circa la regolarità dei lavori eseguiti per la dislocazione del mercato settimanale, tenuto conto che le aree interessate, per 10 anni, hanno visto in maniera continuativa lo stoccaggio di diverse tipologie di rifiuti, e che oggi dovrebbero accogliere la presenza di numerosi stend, anche per la vendita di prodotti alimentari».

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Il riferimento è alla presenza dell'isola ecologica di «IrpiniAmbiente», tuttora in via di delocalizzazione nell'area ex «Cecchini» di via Zoccolari. Sebbene non tempestiva, la risposta dell'Arpac, appena protocollata al Comune, sembra chiara: «In caso di chiusura di un centro di raccolta, al fine di garantire la fruibilità del sito in coerenza con la destinazione urbanistica dell'area, deve essere redatto un piano di ripristino». Insomma, una bonifica, con tanto di caratterizzazione del sito e rilievi del caso. Il tutto, fermo restando come scrive ancora il dirigente dell'Arpac che «la realizzazione o l'adeguamento dei centri di raccolta, e la loro regolamentazione, è affidata al Comune».

Allo stesso modo, «le modalità di presidio, allestimento, conferimento dei rifiuti e conduzione del centro di raccolta sono quindi disciplinate da regolamenti comunali». Tuttavia, se la gestione dell'isola ecologica spetta all'ente, per trasformare quell'area in zona mercatale bisognava «ripristinare il sito, al fine di garantire la sua fruibilità in coerenza con la destinazione urbanistica dell'area». È stato realizzato questo piano? Sul punto, il sindaco, Gianluca Festa, risponde elencando tutto ciò che è stato fatto: «Abbiamo eseguito lavori di pulizia e di risistemazione dell'area, già interamente pavimentata con conglomerato cementizio, tra l'altro non effettuando scavi nel sottosuolo. Inoltre, si è provveduto a caratterizzare tutti i rifiuti conferiti in discarica e non è risultata la presenza di rifiuti contaminati».

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Ed ancora: «Il piazzale ripulito, successivamente, è stato individuato per ospitare temporaneamente il mercato bisettimanale, non andando ad alterare o compromettere la destinazione urbanistica del sito. Ricordo, al riguardo che, come recita il Decreto dell'8 aprile 2008, dev'essere redatto un piano di ripristino a chiusura dell'impianto al fine di garantire la fruibilità del sito, in coerenza con la destinazione urbanistica dell'area».

L'amministrazione, dunque, avrebbe ottemperato. Ciò nonostante, Festa si dice pronto a «un confronto con Arpac per capire se ci sia bisogno di ulteriori indagini rispetto alla pulizia e alla risistemazione del piazzale, intervento che non ha per nulla inciso sulle condizioni ambientali dell'area, tantomeno conclude - ne ha modificato o attuato la destinazione urbanistica». Chi si dice invece assolutamente convinto che nella risposta dell'Arpac vi sia la prova provata che la nuova area mercatale è fuori legge, è ovviamente il consigliere di opposizione, Dino Preziosi: «Per potere aprire quell'area, occorrono l'autorizzazione igienico sanitaria dell'Asl e quella ambientale dell'Arpac. E non sembrano esserci né l'una, né l'altra. Come fanno i mercatali si chiede - a lavorare in quella zona se non è a norma?». Poi Preziosi si spinge ad ipotizzare dubbi pure sulla stessa isola ecologica. «Ormai queste aree vengono individuate come vere e proprie isole di stoccaggio, e serve l'autorizzazione unica ambientale. Vorrei sapere se ci sia mai stata». Per finire, tra chi vede nella risposta dell'Arpac la conferma delle proprie tesi ci sono gli ambulanti che hanno già deciso di impugnare al Tar anche la seconda ordinanza.

 
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