La Procura: «D. a processo per i crediti fiscali»

L'azienda ha restituito 1,7 milioni ma resta l'ipotesi di reato

Gianni Coluccidi Gianni Colucci
Mercoledì 1 Febbraio 2023, 08:26 - Ultimo agg. 5 Luglio, 11:10
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Indagini chiuse e contestuale richiesta di rinvio a giudizio per tre amministratori della D. Costruzioni. Il provvedimento riguarda lo stesso A. A. D., patron dell'Avellino Calcio, la moglie A. G. e l'amministratore Angelo Pansa: i tre si sono succeduti negli anni nei ruoli apicali dell'azienda.

La contestazione agli amministratori formulata dalla procura della Repubblica riguarda l'indebita compensazione di crediti inesistenti con l'Erario.

La D. aveva anche restituito la cifra di circa 1,7 milioni di euro per chiudere il contenzioso con il fisco e sbloccare la misura cautelare di sequestro preventivo per equivalente della somma, scattato nei mesi scorsi.

Ma la vicenda penale rimane aperta e il Pm Fabio Massimo Del Mauro ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio per i tre al momento della chiusura delle indagini.
Ieri mattina presso il comando provinciale della Guardia di Finanza sono stati notificati i provvedimenti agli avvocati dell'azienda. Le indagini erano state svolte proprio dagli uomini del colonnello Salvatore Minale, comandante della Guardia di Finanza di Avellino.

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La procura contesta a D. di aver potato a compensazione dei debiti fiscali le spese che erano state sostenute per la realizzazione di un software di gestione dell'attività aziendale nei cantieri.
il decreto Destinazione Italia del 2013 consentiva alle imprese che si trovassero nelle condizioni, di portare a compensazione dei debiti Iva le spese per l'innovazione. Nel caso della D. si trattava di circa 1,7 milioni per le annualità 2017-2020. Secondo la Procura quegli investimenti non erano ammissibili. I magistrati irpini sulla vicenda hanno anche acquisito una parere da parte del ministero dello sviluppo economico per corroborare la propria tesi.

La procura irpina è intervenuta sul versante penale contestando i reati tributari agli amministratori dell'impresa irpina. Le compensazioni fiscali, 1,7 milioni, sono state sequestrate sui conti correnti dell'azienda di costruzioni al termine di un'attività d'indagine svolta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Finanza di Avellino. Con la restituzione della somma, il contenzioso fiscale si è chiuso, Ma non quello penale.
L'avvocato dell'azienda, Teodoro Reppucci, ha più volte spiegato: «Riteniamo di aver acquisito un know how tale da aver innovato il processo dei nostri cantieri. Il software è soltanto la parte finale di quel processo che abbiamo anche brevettato, dunque potevamo accedere a quei benefici». Il filone d'indagine è quello avviato a livello nazionale anche da altre procure ed è relativo all'applicazione della norma nata dal piano di interventi Destinazione Italia del 2013. Il piano all'articolo 3 prevedeva la possibilità di compensare i debiti tributari con le spese sostenute in attività di ricerca e sviluppo. I legali della D. sono convinti che davanti al magistrato riusciranno a smontare la tesi dell'accusa.
 

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