La Sinistra di Avellino punge il Pd:
«Deve rinnovarsi per il campo largo»

La Sinistra di Avellino punge il Pd: «Deve rinnovarsi per il campo largo»
di Rossella Fierro
Giovedì 29 Settembre 2022, 08:28 - Ultimo agg. 30 Settembre, 20:11
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«Il Pd non ha compreso le ragioni della sconfitta, il M5s deve trovare la sua identità. Lavoreremo per costruire un campo largo e progressista in vista delle amministrative di Avellino».Sinistra Italiana analizza l'esito delle elezioni, rivendica il risultato ottenuto e chiama il Pd alla sfida della costruzione di un campo largo che torni a parlare al popolo della sinistra includendo anche i 5 Stelle. «Abbiamo provato fino all'ultimo a scongiurare un risultato che pareva scontato sin dall'inizio, ma così non è stato. Il centrodestra ha mantenuto il suo trend elettorale che è ormai consolidato da tempo, quello che si è disgregato è il bagaglio di consensi del centrosinistra», è il commento di Roberto Montefusco, coordinatore provinciale di Sinistra Italiana partito che, insieme a Europa Verde, ha raggiunto il 3,6% dei consensi. Montefusco rivendica l'elezione del capolista al proporzionale della Camera Franco Mari: «con l'ingresso in Parlamento del coordinatore di Si Salerno, peraltro originario di Montoro, l'Irpinia avrà il suo rappresentante di sinistra alla Camera. Abbiamo dato un contributo politico ed elettorale non indifferente alla sua elezione ottenendo a livello provinciale il 3,17% alla Camera e circa il 4% al Senato, e in città la nostra lista ha ottenuto quasi il 7%, il miglior risultato tra i capoluoghi di provincia del Mezzogiorno». Poi l'affondo al Pd: «C'è esigenza di discontinuità e rinnovamento anche ad Avellino. Non è immaginabile fronteggiare un campo di destra dove affluiscono adesso anche pezzi della maggioranza consiliare di Festa, facendo ricorso alle solite ricollocazioni di potere. Noi lavoreremo alla costruzione di un campo progressista che faccia della qualità della proposta politica la sua arma principale».

Nicola Adamo, candidato nel proporzionale della Camera, evidenzia «la straordinarietà del risultato ottenuto con difficoltà soprattutto al Sud, dove il M5s è andato oltre ogni aspettativa.

L'Irpinia è tra le province che maggiormente hanno premiato la lista rosso verde con comuni dove si sono raggiunte percentuali a doppia cifra».

Un impegno a continuare il lavoro avviato quello che assume Antonio Emilio Caggiano, candidato al proporzionale Senato: «Restiamo in partita per chiamare ad una nuova mobilitazione, partendo dall'opposizione alla destra, tutto quell'universo di sinistra che non si è sentito rappresentato e non è andato a votare». Ed è nella stessa direzione che guarda Amalio Santoro, capolista del listino al Senato e capogruppo di Si Può al consiglio comunale di Avellino. «Non possiamo abbandonarci a facili consolazioni: ha vinto la peggiore destra dell'Europa che ha soffiato su paure e sofferenze delle persone, proponendo ricette vecchie e stanche. Di fronte a tutto questo si deve reagire riorganizzando un'opposizione che riparta da quegli argomenti che solo noi abbiamo potuto portare avanti con la dovuta credibilità. Il centrosinistra ha pagato il suo sbandamento draghiano, il M5s ha sbancato in Campania ma ancora non ha compreso qual è la sua identità politica. Questi nodi vanno sciolti se si vuole costruire un campo largo e progressista». 

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Santoro respinge l'analisi del voto arrivata dal Pd nazionale e provinciale: «Un partito di gruppi dirigenti esausti che non sanno pronunciare parole convincenti neanche dopo la sconfitta. Tantomeno può farlo in Irpinia perché difficilmente chi è stato a destra può reinventarsi leader progressista. Se ci si consola del fatto che i numeri in Campania e a Salerno sono ancora confortanti, vuol dire che non si sono comprese le ragioni della disfatta e si perderà ancora, anche ad Avellino». Ripartire dal confronto avviato in occasione delle provinciali anche con il M5s, «quando - ricorda Santoro - senza di noi il Pd si sarebbe alleato anche con i renziani di cui ora sembra restare solo lo spirito. Si riprenda il filo di quel ragionamento che vale per la città ma anche per l'amministrazione provinciale che si è già chiusa nelle logiche di potere, vedi vicenda Irpiniambiente».

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