Ladri al pronto soccorso,
paziente ferita e derubata

Ladri al pronto soccorso, paziente ferita e derubata
di Gianni Colucci
Giovedì 15 Novembre 2018, 11:38
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Una donna 88enne ricoverata con un'ischemia al pronto soccorso del «Moscati» di Avellino è stata derubata della fede che portava al adito nella note tra lunedì e martedì. L'anziana che era intubata e sotto sedativi è stata avvicinata da uno sconosciuto che con violenza le ha strappato l'anello dal dito causandole una gravissima lesione. Per tutta la notte la donna ha perso sangue dall'arto. I familiari che nella mattinata sono arrivati in reparto per accudire la donna, hanno constatato che l'anziana aveva la grave ferita sulla mano e quindi hanno scoperto che era stata derubata dell'anello. I familiari della donna, Maria Raimo, di 88 anni, residente in città, hanno sporto denuncia.
È immediatamente scattata un'indagine interna e i vigilanti hanno individuato la persona, che tuttavia non è stata ancora denunciata. Probabilmente si tratta di un estraneo che si è introdotto all'interno del Pronto soccorso riuscendo a raggiungere l'ampia stanza.

Un episodio inquietante che getta un'ombra sinistra sul reparto di Pronto soccorso della città ospedaliera. La donna era stata ricoverata il 12 novembre alle 16 al pronto soccorso per l'ischemia; il giorno successivo è stata poi trasferita in neurologia dove è ancora ricoverata. Nella notte che ha trascorso in osservazione al pronto soccorso con il ricorso all'ossigeno e a una lieve sedazione, l'anziana è stata derubata.

Nel corso della notte la donna è stata avvicinata da uno sconosciuto, presumibilmente non appartenente al personale del reparto, ed è stata crudelmente privata dell'anello. Nonostante le gravissime condizioni della donna, lo sconosciuto si è accanito sulla mano della donna fino a procurarle gravi lesioni, pur di impossessarsi dell'anello.
Del sangue non si è accorto nessuno dei presenti, e quando di mattina la figlia della donna è tornata in reparto si è accorta delle ferite. Ha anche avvertito il primario del reparto il quale ha detto che non era necessario toccare nulla, e che le donne delle pulizie (le dipendenti della società che svolge il servizio, appaltato all'esterno) sarebbero giunte di li a poco.

Mentre si effettuavano le procedure che i medici avevano disposto per la donna, la famiglia ha chiesto di medicare la mano alla congiunta, mentre dopo un breve consulto il genero e la figlia si sono recati presso le forze dell'ordine per denunciare l'accaduto. Quindi regolarmente si è proceduto al ricovero in Neurologia dell'anziana donna.
La procedura prevede che ad un ammalato che giunge in pronto soccorso, anche se si è al limite della capienza (circa 100 pazienti) non si può rifiutare il ricovero. All'osservazione segue la destinazione in un altro reparto consono alla patologia che lamenta il ricoverato.

Ma la fase di osservazione appare ad Avellino come negli altri ospedali campani, il vero vulnus del sistema. La direzione dell'ospedale spiega che il livello di assistenza è altissimo dato anche che pazienti di altre province non provano proprio a recarsi negli analoghi reparti ospedalieri. Avellino può vantare un altissimo numero di nolani ricoverati. I disservizi dell'ospedale del Napoletano hanno convinto moltissimi a imboccare l'autostrada in caso di necessità. La struttura Avellinese, tarata per un'assistenza dimensionata sulla provincia, dunque finisce regolarmente per essere stressata dall'abnorme numero di accessi. Aumentare le dimensioni del reparto? Per i dirigenti significherebbe accrescere le richieste anche da altre provincie. L'apertura del pronto soccorso a Solofra dovrebbe diminuire il fenomeno. L'assunzione di nuovi specialisti (i prossimi quattro a breve) potrebbe limitare i disagi. Per ora tra disservizi e furti di monili varcare la soglia del Moscati diventa un rischio gravissimo.
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