Le corde di BartolomeyBittmann

Un ritmo che sconfina nel kazz e in ballate intime

Le corde di BartolomeyBittmann
di Massimo Roca
Giovedì 16 Marzo 2023, 09:03
3 Minuti di Lettura

Due musicisti d'archi classici che sconfinano nel groove con gioia sfrenata e ritmo estremo: il sesto appuntamento con I colori della musica al Teatro Partenio si annuncia il più sorprendente. Stasera alle 20.45 sono attesi Matthias Bartolomey (violoncello) e Klemens Bittmann (violino e mandola).

La loro musica include la spontaneità e l'improvvisazione jazz, un ritmo forte ed elementi rock, così come ballate intime e composizioni movimentate. Il concerto è una sfida all'ignoranza (anche la nostra, lo ammettiamo), una proposta rischiosa, di nicchia, ma che sottende la grande conoscenza e la passione musicale del direttore artistico Luciano Moscati, presidente dell'associazione I Senzatempo che ha affiancato il Teatro Pubblico Campano in questa prima edizione.

Il duo austriaco, rappresentato in Italia dalla modenese Kinomusic che ha già portato in cartellone Joscho Stephan e Ray Gelato, arriva ad Avellino con questi credits: due musicisti colti, la cui spinta all'esplorazione è dinamica e irresistibile. «Volevamo fare una musica che ci piacesse ascoltare», dicono.
Quello che ne risulta è una musica totale e sorprendente.

Se ascoltata ad occhi chiusi è difficile ricondurla a due soli musicisti. Ciò che accomuna Bartolomey e Bittmann è il grande talento abbinato al profondo rispetto per il suono dei loro strumenti e alla ricerca di nuove sonorità. Entrambi partono da una formazione musicale accademica di altissimo livello, conseguita presso le Universität für musik di Graz e di Vienna e stanno tracciando un nuovo percorso per i loro strumenti, così profondamente radicati nella tradizione classica, attraverso una raffinatezza espressiva e un'esplorazione vigorosa.

Video

Nei loro pezzi possono cambiare dinamica e intensità in un attimo, con sensibilità e precisione, alternando l'energia del rock all'eleganza e all'intimità cameristiche, combinando la libera inventiva del jazz con la profondità lirica ed emotiva. Vi sono richiami alla musica folk e, di tanto in tanto, emergono anche le radici classiche, mai disconosciute. Il sottotitolo del duo è «progressive strings vienna» e in questi tre termini è condensata la loro filosofia.


Progressive è il loro modo di comporre per creare un repertorio originale ed esteticamente connesso con il mondo musicale di oggi, suonando strumenti che hanno invece una tradizione antica. Vienna è la loro base: una città che è stata culla per le avanguardie musicali nel XIX e nel XX secolo e che, probabilmente, lo sarà anche per il XXI. L'utilizzo da parte di Klemens Bittmann della mandola non è un vezzo stravagante, ma un elemento che amplia ulteriormente la gamma sonora del duo. Bartolomey e Bittmann si sono esibiti in prestigiose sale da concerto (Musikverein e Konzerthaus Wien), festival internazionali (Festspiele Mecklenburg-Vorpommern, Kammermuziekfestival Utrecht) e jazz club, a dimostrazione di come la loro musica vada al di là di ogni confine standard di forma e di genere. Quattro gli album pubblicati: Meridian (2013), Neubau (2015), Dynamo (2019) e l'ultimo Zehn (2022).


I colori della musica ora attendono l'ultimo appuntamento in calendario: un evento in grado di fare sintesi tra le diverse proposte finora ammirate. Il 14 aprile arriverà Sarah Jane Morris accompagnata dai Solis String Quartet nello loro incredibile rivisitazione del repertorio dei Beatles. I Solis (lo scorso sabato apprezzati al Teatro Gesualdo insieme a Claudia Gerini) firmano un piccolo gioiello che prima di Avellino splenderà addirittura oltre Manica a partire dalla prossima settimana.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA