«Rimborsopoli» all'Alto Calore,
in cinque rinviati a giudizio

«Rimborsopoli» all'Alto Calore, in cinque rinviati a giudizio
di Alessandra Montalbetti
Giovedì 18 Ottobre 2018, 09:20 - Ultimo agg. 09:40
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Rimborsopoli, rinviati a giudizio alcuni ex dirigenti ed ex componenti del consiglio d'amministrazione dell'Alto Calore spa.

Ieri il Giudice per le udienze preliminari, Vincenzo Landolfi, ha rinviato a giudizio Eugenio Abate, ex vicepresidente (accusato di peculato e truffa aggravata); Edoardo Di Gennaro, ex direttore generale (accusato di peculato e abuso in atti d'ufficio); Pantaleone Trasi, al tempo responsabile della cassa aziendale (accusato di peculato); Gennaro Santamaria (accusato di peculato) e Ilario Spiniello (truffa aggravata), ex consiglieri d'amministrazione.
 
Il processo per i cinque inizierà l'1 marzo prossimo dinanzi al tribunale di Avellino, in composizione collegiale, presieduto dal giudice Sonia Matarazzo. Nel mirino degli inquirenti era finita la gestione dell'azienda idrica relativa agli anni 2011-2013, che mise in evidenza uno spaccato sulle spese senza giustificazioni per l'acquisto di telefoni cellulari, ricariche degli stessi pari a circa 1600 euro per il telefono personale e non quello di servizio o istituzionale, rimborsi per le spese di viaggio, ma anche per due catering organizzati in occasione del pensionamento di due dipendenti oltre che per le spese sostenute per prendere parte a dei convegni sulla sicurezza sul lavoro negli impianti di trattamento di acque reflue, senza mai parteciparvi. Il tutto presentando richieste di rimborsi ed inducendo in errore il personale responsabile del settore contabile dell'Alto Calore circa la bontà e la veridicità delle richieste di rimborsi.

Inizialmente nel registro degli indagati era finito anche l'ex presidente dell'ente di corso Europa, Francesco D'Ercole, difeso dall'avvocato Ettore Freda per il quale il gip Giovan Francesco Fiore firmò, su richiesta del pubblico ministero, il decreto d'archiviazione in quanto, in seguito a delle memorie difensive depositate, emerse che all'ex presidente gli inquirenti contestavano soltanto due bonifici relativi ai rimborsi chilometrici, per i quali non aveva avanzato alcuna richiesta materiale all'ente tesa a giustificare l'importo complessivo di 3600 euro.

Dalle voci di spese non giustificate, ad avviso degli inquirenti vi sarebbero anche quelle relative ad una società di organizzazione eventi la realizzazione di un docufilm, Il bacio Azzurro al fine di valorizzare il patrimonio idrico dell'Irpinia, per un importo di circa 378mila euro di cui la maggior parte già liquidati con fatture acquisite dagli inquirenti. Per questa vicenda l'ex direttore generale dell'Alto Calore spa, Edoardo Di Gennaro risponde di anche abuso in atti d'ufficio, perché non avrebbe rispettato le modalità di affidamento, non avrebbe indetto una gara semplificata e non avrebbe effettuato un'indagine di mercato al fine di individuare il miglior contraente. Inoltre gli inquirenti gli contestano di non aver comparato l'offerta con altri preventivi di imprese concorrenti, dunque ad avviso dell'accusa l'ex direttore generale avrebbe violato «i principi di trasparenza, pubblicità ed imparzialità nel conferimento degli incarichi, così da far conseguire intenzionalmente al legale rappresentante della società Invidea Network srl un ingiusto vantaggio patrimoniale, con pari danno all'Alto Calore». Toccherà agli avvocati Marino Capone, Alberico Villani, Ettore Freda, Giuseppe Saccone, Mario Villani e Antonio Fonzoli Antonio provare a smontare le accuse.
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