Lite sui contratti personale
dell'Asl in stato di agitazione

Lite sui contratti personale dell'Asl in stato di agitazione
di Antonello Plati
Sabato 11 Luglio 2020, 10:38
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Non c'è accordo sul contratto: le parti sociali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fpi e Usb dichiarano lo stato di agitazione del personale in servizio presso gli ambulatori, gli ospedali e tutte le altre strutture di competenza dell'Asl di Avellino. E lo sciopero, che potrebbe paralizzare il sistema sanitario della provincia, è dietro l'angolo.

La mobilitazione segue l'incontro tra le parti, che s'è svolto giovedì scorso, dove non si è raggiunta l'intesa sui Fondi di comparto (anno 2019) e sulla proposta per l'applicazione delle fasce di progressione: «Ancora una volta, tutti i dipendenti dell'Asl sono penalizzati per la mancata attribuzione, da oltre 10 anni, della fascia economica nonostante fino a oggi siano superate le difficoltà che ne impedivano il riconoscimento», spiega Antonio Santacroce, segretario generale Cisl Irpinia-Sannio. «Non abbiamo sottoscritto la proposta dell'accordo prosegue il sindacalista presentata dall'Asl che, oltre a mettere probabilmente in discussione il bando delle progressioni orizzontali, conclusosi a fine anno 2019, lede i diritti e gli interessi di tutti i lavoratori che da più di un decennio attendono il riconoscimento delle fasce».

Prima dello sciopero, sono previste altre azioni: «Non è da escludere - annuncia Santacroce - una nostra richiesta agli organi preposti di attivare le procedure di controllo di compatibilità economico-finanziaria prevista dalla vigente normativa per gli atti adottati unilateralmente». Quello fatto fino a questo momento è stato un percorso difficile, il segretario Cisl Fp ricorda: «Ci stiamo contraddistinguendo per aver impiegato più di un anno di incontri per addivenire al niente diversamente da quanto accade nelle altre realtà della sanità pubblica campana». Quindi l'attacco alla direzione strategica dell'Asl: «Ancora una volta, emerge l'incapacità dirigenziale dell'Azienda che ci fa annoverare come gli ultimi della classe: non si può comandare senza assumersi le proprie responsabilità, si è pagati anche per questo. Inoltre, in un momento tanto decantato da parte della classe politica per la capacità di gestire una situazione eccezionale, privare dei diritti i soli lavoratori dell'Asl è inconcepibile: si tratta delle stesse persone che si sono spese, senza risparmiarsi, durante l'emergenza sanitaria e che anziché essere premiate sono penalizzate». Infine, lo spiraglio: «Il margine di recupero esiste, auspicando che il tavolo prefettizio metta la parola fine a questa incresciosa vicenda».

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Parla di «rottura nella trattativa», Gaetano Venezia, segretario generale Uil Fpl Avellino-Benevento. «Dopo varie riunioni - ricorda - non si è potuto sottoscrivere l'accordo proposto dalla stessa direzione strategica, ma successivamente non più sostenuto. C'è grande rammarico in quanto da anni non è riconosciuta la fascia economica al personale dipendente, mentre nelle altre aziende sia nazionali che quelle regionali è da un po' che è attribuita la fasce: ricorreremo di nuovo alla convocazione presso la Prefettura per poter poi attuare tutte le azioni che possano portare al rispetto di quanto concordato». Licia Morsa, segretario generale Fp Cgil, sottolinea: «Abbiamo dato tempo e disponibilità alla manager Maria Morgante, dimostrando senso di responsabilità e spirito di collaborazione. Ma ora basta: non possiamo lasciar passare un tale comportamento. Il mancato rispetto di un accordo sindacale con la modifica unilaterale dello stesso è irriguardoso nei confronti delle organizzazioni sindacali e soprattutto dei lavoratori che con grande sacrificio hanno consentito di appianare la situazione esplosiva della sanità regionale. Eppure continuano a essere semplice strumento per il raggiungimento degli obiettivi dirigenziali e bersagli della sanità che non funziona».

Crisi poi anche nel comparto artigiano. Carmine De Maio, delegato unitario di bacino per la Cgil, avverte: «La situazione del comparto artigiano si fa di giorno in giorno sempre più preoccupante: in provincia sono circa 1000 quelli che attendono ancora gli ammortizzatori sociali. È necessario che il governo trasferisca le risorse stanziate dal decreto Rilancio al Fondo di solidarietà bilaterale per l'artigianato (Fsba)».
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