Litiga con la moglie e picchia il figlio. Il giudice: non sono maltrattamenti

Era stato arrestato dopo una denuncia della moglie da cui si stava separando

Litiga con la moglie e picchia il figlio. Il giudice: non sono maltrattamenti
di Katiuscia Guarino
Domenica 2 Aprile 2023, 10:17 - Ultimo agg. 19:10
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Era finito dietro le sbarre per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Fu arrestato dalla Polizia alla vigilia di Natale, con l'accusa di minacce e aggressioni nei confronti della ex compagna e del figlio 15enne della donna. Dopo tre mesi è arrivata la sentenza.

Un 47enne del capoluogo, difeso dall'avvocato Angelo Polcaro, è stato assolto dal reato di maltrattamenti. E ciò perché l'uomo come sostenuto dalla difesa e il giudice ha accolto la tesi - non viveva in casa con la donna. Il 47enne è stato invece condannato per le lesioni provocate al ragazzino: dovrà scontare quattro mesi di lavori socialmente utili per conto del Comune di Avellino. Il pubblico ministero aveva chiesto una pena di otto mesi. Dopo la sentenza l'uomo è stato rimesso in libertà.

Fino all'altro ieri era ristretto nel carcere di Bellizzi Irpino.

La sua ex compagna, nel corso di una lite avvenuta presso la sua abitazione, aveva chiesto l'intervento della Polizia. Secondo l'accusa, il 47enne aveva fatto irruzione nell'abitazione della donna, aggredendo e minacciando lei e suo figlio minorenne. Non solo. Aveva anche danneggiato gli arredi della casa, un iPad e una playstation custoditi nella cameretta del ragazzino. Un'aggressione violenta nei confronti dell'adolescente, tanto da renderne necessario il trasporto al Pronto Soccorso dell'ospedale Moscati per le ferite riportate.

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Denuncia la moglie dalla quale si stava separando, sostenendo che la donna nella sua attività commerciale di Montoro vendeva prodotti vari senza regolare fattura. Poi ritratta tutto, ma viene denunciato per calunnia. Tanto da finire a processo. Assistito dall'avvocato Ennio Napolillo è riuscito a cavarsela. E' stato assolto, infatti, con formula piena dal Tribunale di Avellino. L'imputato era stato tratto a giudizio, dunque, per il reato di calunnia. E ciò per aver falsamente denunciato la sua ex moglie in relazione a presunte irregolarità fiscali commesse dalla donna nell'esercizio della sua attività commerciale nel comune di Montoro. Durante le indagini preliminari, l'uomo aveva ritrattato le accuse, confessando di averle formulate in un momento di rabbia legata alla burrascosa separazione. Insomma, aveva inventato tutto.
 

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