​Lo sfogo del sindaco Ciampi
«Codardi, ora il dissesto»

Lo sfogo del sindaco Ciampi «Codardi, ora il dissesto»
di Flavio Coppola
Domenica 25 Novembre 2018, 10:14
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All’inizio dell’ultima giornata trascorsa da sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi aveva chiesto ai suoi oppositori «un gesto di amore, responsabilità e coraggio per la città». Alla fine, preso atto che la sfiducia l’ha destituito e l’apertura ad una collaborazione amministrativa sul dissesto è venuta meno, come la sua stessa amministrazione, parla apertamente di «codardia». «Il dissesto richiederà grandi sacrifici ai cittadini – dice con la voce rotta dall’emozione seguita ad un durissimo stress emotivo – Con questa mozione, i consiglieri non hanno voluto portare a termine l’operazione verità, l’hanno rimessa a un commissario. Un soggetto terzo dichiarerà dissesto o pre-dissesto – ricorda -, le conseguenze si ripercuoteranno sui cittadini, ma i rappresentanti eletti hanno fatto la figura di don Abbondio o Ponzio Pilato. Codardi – accusa - che non hanno voluto affrontare la situazione».  
CLIMA ROVENTE
Nel mezzo, un Consiglio comunale estenuante, che segna ancora una volta una discrepanza tra le cose dette a voce e quelle che appaiono sul suo profilo «Facebook». Mentre chiede collaborazione in aula, in un post, che per 30 minuti scompare e poi riappare, si mostra durissimo: «Non siete per nulla credibili con questa sfiducia, cari consiglieri comunali. La città saprà giudicare il vostro comportamento scellerato». Difficile pensare che l’abbia scritto lui. E in aula scoppia la bagarre. Ma alla fine, Vincenzo Ciampi non si sottrae all’autocritica: «Chiedo scusa alla città per le mie mancanze, certamente avrò commesso errori ma in assoluta buona fede. Ringrazio di tutto cuore gli avellinesi. Gli avevamo promesso il cambiamento, e mi sono adoperato per questo. Ma il risultato elettorale che ci ha consegnato l’anatra zoppa ci ha reso le cose difficili se non impossibili». Ammette di aspettarsi un epilogo del genere, ma torna all’attacco: «È difficile cambiare un sistema se si è costretti a collaborare con chi ne fa parte. A bocce ferme – aggiunge – invito i cittadini, nella prossima tornata, ad operare una scelta netta. Se si vuole il cambiamento, bisogna eleggere un sindaco che abbia la forza consiliare per farlo». A chi gli rinfaccia la sua subalternità al sottosegretario Carlo Sibilia, che in più di un’occasione gli avrebbe dettato una linea apertamente contraria alla sua, e gli sarebbe stata fatale, Ciampi risponde che non è così: «Sibilia non ha avuto alcun ruolo. – assicura - C’è stata una condivisione automatica e doverosa per una forza come la nostra. Ma la linea sulla quale siamo stati tutti d’accordo sin dall’inizio è stata lavorare per Avellino, nonostante l’anatra zoppa». Secondo le opposizioni, a giudicare dai numerosi post provocatori del sottosegretario agli Interni, l’obiettivo era proprio farsi sfiduciare per trarne vantaggi elettorali: «Non abbiamo mai avuto l’obiettivo di andare a casa. – risponde l’ex sindaco di Avellino - Non mi sarei sottoposto a un gioco di questo tipo». Quindi Ciampi resta saldamente ancorato al Movimento Cinque Stelle: «Mi reputo coerente. Credo nel progetto politico del Movimento oggi più di prima. Non lo abbandono. Certo – evidenzia - come sindaco sarei stato disponibile, nelle forme e nei modi indicati, a trovare una convergenza programmatica con le forze politiche sane, per la gestione del post dissesto». Su questo, sostiene di aver tentato ogni strada: «Penso di aver cercato la più assoluta collaborazione dopo il dissesto. Non conosco le tecniche del politichese, ma nel momento in cui si chiede di non mandare a casa un sindaco 10 giorni prima di un appuntamento decisivo come il dissesto, e questa istanza non viene recepita, vuol dire che la campagna elettorale è già iniziata. – attacca ancora una volta - Voglio vedere cosa diranno ai cittadini». Poi passa in rassegna i tentativi esperiti senza successo: «A partire dal 24 giugno, ho prima parlato di governo di salute pubblica, poi di fronte del cambiamento. Quindi – prosegue - ho ritirato le linee programmatiche per cercare una convergenza. Per finire, oggi, ho invitato i consiglieri a posticipare la mozione per una gestione condivisa dopo il default Cos’altro avrei dovuto fare?». «Non è ancora il momento dei bilanci», spiega. Sarà ricandidato? La sensazione è che la campagna elettorale sia già cominciata. Lui la mette così: «Non escludo nulla, ma i tempi sono prematuri. Con il Movimento Cinque Stelle, il vero candidato è il programma».
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