Impianto fermo allo Stir di Pianodardine che fino a domani, oltre a sospenderne il trattamento, non potrà incamerare ulteriori conferimenti di rifiuti indifferenziati. Tamponata alla meglio la situazione nella giornata di ieri, non è escluso che si possa decidere di dirottare gli autocompattatori che trasportano la frazione secca verso la stazione di trasferenza di Flumeri o all'impianto di Tufino. D'altra parte la problematica tecnica durerà almeno altri due giorni, durante i quali appare complicato pensare di riuscire a contenere le oggettive ripercussioni. Fondamentali le prossime ore e l'assenza di nuovi imprevisti, come quelli verificatisi a partire dallo scorso fine settimana. Prima il guasto alla pesa dei mezzi in uscita, poi l'intervento resosi necessario alla pressa sulla linea 1 dell'impianto di trattamento dell'indifferenziato.
Certo, almeno per il momento, lo Stir regge l'urto degli inattesi lavori urgenti e non blocca completamente raccolta e conferimento. Si ferma, però, la struttura di tritovagliatura e imballaggio della frazione secca dei rifiuti solidi urbani e già da oggi sui materiali con codice 200-301 si potrebbero manifestare insormontabili problemi di gestione. Del resto, da martedì pomeriggio è corsa contro il tempo nello stabilimento gestito da IrpiniAmbiente che, a 15 giorni dall'avvio di una massiccia opera di manutenzione straordinaria, è chiamata a fronteggiare un'emergenza non da poco. Nel weekend appena trascorso, a causa dell'insistente pioggia, si era già registrata un'infiltrazione di acqua e terriccio nelle fessure della strumentazione per la pesatura sulla quale gli autocompattatori devono fermarsi dopo aver scaricato. A questa, poi, si è aggiunta la rottura, probabilmente dovuta al logorio, dell'apparecchio che schiaccia e riduce il volume del materiale indifferenziato, preparandolo ad essere smaltito presso il termovalorizzatore di Acerra. Se il primo problema è stato risolto, il secondo, però, necessità di altri due giorni di intenso lavoro da parte dei manutentori interni. La riparazione, peraltro, non può essere differita altrimenti si rischia un fermo della linea ben più lungo di quello preventivato.
In considerazione della complessa situazione e sentito il responsabile dello Stir, infatti, l'amministratore unico della spa partecipata dalla Provincia di Avellino, Claudio Crivaro, martedì aveva comunicato l'eventualità di rallentamenti o sospensione nella raccolta differenziata, lanciando un appello agli utenti affinché laddove possibile non conferissero. Ieri mattina, però, al netto di chi, nei diversi comuni irpini, ha inteso dare seguito alla raccomandazione del manager, presso lo Stir sono state accolte tutte le tipologie di differenziata e quattro grossi camion di secco provenienti da Avellino, Calitri, Prata Principato Ultra e San Mango sul Calore e che quindi avevano coperto, oltre al capoluogo, parte dell'Alta Irpinia e della Valle del Calore, così come della Valle del Sabato. L'attuale possibilità di poter scaricare deriva dall'ampio spazio in ricezione che per carta e cartone, multimateriale e vetro è ancora disponibile e dovrebbe esserlo fino a domani, quando si prevede che la problematica tecnica venga risolta. La questione, però, sorge sull'indifferenziato e anche se finora il disservizio è stato contenuto senza ripercussioni sui cittadini, resta il campanello d'allarme suonato dal manager sul ritiro e i conferimenti per le difficoltà che sono praticamente dietro l'angolo.
Dunque, riflettori puntati sull'intervento e gli eventuali disagi che potrebbero scattare già da oggi. A Pianodardine, intanto, il personale monitora i lavori di riparazione e, parallelamente, calcola le proiezioni stimate sui rifiuti che dovrebbero arrivare presso lo stabilimento. Adesso appare indispensabile riuscire a liberare spazi e, contemporaneamente, far ripartire l'ingranaggio. Altrimenti anche se per sole 24-36 ore si rischia una mini paralisi del sistema che poi dovrà essere recuperata aumentando la mole quotidiana di indifferenziato da trattare. Nel frattempo, se non ci saranno nuove comunicazioni sullo stop ai ritiri, l'ipotesi di ricorrere ad altri impianti non può essere scartata senza un altro piano B.
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