Morto il musicista Mario Cesa,
folla in Duomo per i funerali

Morto il musicista Mario Cesa, folla in Duomo per i funerali
di Rossella Fierro
Lunedì 14 Giugno 2021, 08:48
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Sulle note di «Frammenti Narranti», uno dei suoi componimenti più fortunati, la bara di Mario Cesa ha lasciato la navata del Duomo seguita da una folta schiera di amici e musicisti con gli occhi pieni di lacrime e il cuore colmo di gratitudine per gli insegnamenti del maestro.
Un lungo applauso ha accompagnato l'ultimo viaggio del genio avellinese della musica conosciuto in tutto il mondo, venuto a mancare dopo una lunga malattia sabato mattina all'età di 81 anni. Ad accompagnare la funzione religiosa celebrata dal Vicario del Vescovo don Enzo De Stefano e da don Vitaliano Della Sala, la musica degli allievi del maestro Cesa, Sergio De Castris, Vittorio Fusco e Maurizio Severino. In prima fila gli affetti più cari del musicista e compositore, la sorella Anna, il cognato, i nipoti, gli amici più stretti ma anche il sindaco Gianluca Festa che ha assicurato un ricordo solenne del compianto maestro nel corso della prossima seduta di consiglio comunale e ascoltato la richiesta di tanti di tributargli il giusto omaggio attraverso l'intitolazione di uno spazio pubblico della città che lui tanto amava e dalla quale aveva deciso, nonostante fama e successo internazionali, di non distaccarsi mai.

Dolore per la perdita dell'amico e punto di riferimento, misto però alla profonda gratitudine e voglia di non disperdere il patrimonio umano e culturale che il maestro ha lasciato in dono ad Avellino e al mondo. Un lutto che colpisce profondamente il Conservatorio «Domenico Cimarosa». Ed è proprio il presidente Achille Mottola, accompagnato dalla direttrice Maria Gabriella Della Sala, ad annunciare la volontà dell'istituto: «Al prossimo consiglio di amministrazione proporrò di intitolare un'aula a Mario Cesa, possibilmente quella in cui lui ha fatto lezione per tantissimi anni come docente di didattica musicale. E poi, come suggerito dal direttore, organizzeremo un concorso di composizione a lui dedicato».
Un omaggio dovuto per non dimenticare lo spessore di uno dei migliori compositori italiani, ma anche per omaggiare l'amico umile e sempre aperto al confronto. «Non è facile parlare al passato di Mario Cesa. Ricordo di averlo avuto ospite nella mia città, San Giorgio del Sannio, per un concerto indimenticabile con i pianisti Bruno Canino e Antonio Ballista, e non dimenticherò mai i cinque esercizi sulle feste popolari irpine che lui propose accompagnandomi così in una scoperta straordinaria.

Ma non c'è solo l'aspetto musicale. Mario Cesa, sotto il profilo intellettuale, umano e culturale, è stato una vera e propria miniera per Avellino e non solo. Accoglieva tutti al Loreto di Mercogliano quando c'era la rassegna internazionale delle orchestre, Musica in Irpinia, le edizioni che ha organizzato lui resteranno le più significative, quelle più pregne di contenuto», chiosa Mottola.

Una passione, quella per la musica, che il maestro aveva coltivato sin da adolescente quando decise di studiare pianoforte e composizione al Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli. Poi una lunga e brillante carriera che, come sottolineato da Don Enzo De Stefano durante l'omelia, non gli ha mai fatto perdere di vista le sue origini, la sua Avellino e le tradizioni popolari. Un passeggiatore seriale del Corso Vittorio Emanuele, dove amava incontrare e osservare le persone e abbracciare gli amici. Amici come Gianvincenzo Cresta, docente di Teoria dell'Armonia e Analisi, che con Cesa ha condiviso la fortunata esperienza della rassegna internazionale «Musica in Irpinia» e che oggi ricorda quegli anni con immutato entusiasmo: «Con Mario c'era un rapporto di grande amicizia e di stima reciproca. Ho studiato la sua musica, ci siamo confrontati tanto sul senso di comporre oggi. Abbiamo realizzato insieme tanti progetti. Con la sua morte perdiamo tutti qualcosa di insostituibile, ma resta la sua scrittura. Sta a tutti noi far vivere, d'ora in avanti, la sua opera. Questo è un compito che tutta la comunità di Avellino deve assumere».

Una perdita che lascia un vuoto già tangibile per un altro amico e collega, Massimo Testa, docente di musica da camera al Conservatorio di Avellino: «Con Cesa ho iniziato a studiare pianoforte da piccolo. È stato un pioniere della musica contemporanea, una personalità a trecentosessanta gradi, un compositore il cui stile, fuori dagli schemi tradizionali, resterà unico. Mario Cesa ha dato lustro alla città, che ora deve tributargli il giusto ricordo e promuovere la sua musica in futuro».
 

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