Matteo Piantedosi a Pietrastornina: «In Italia si entrerà solo legalmente»

La visita del ministro dell'Interno nel suo paese d'origine a 15 chilometri da Avellino

Matteo Piantedosi con il sindaco di Pietrastornina Amato Rizzo
Matteo Piantedosi con il sindaco di Pietrastornina Amato Rizzo
di Gianni Colucci
Lunedì 14 Novembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 17:17
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Inviato a Pietrastornina 

«Io vivo il beneficio di avere l'orgoglio e l'onore di far parte di un governo che è totalmente unito, monolitico, granitico e convinto di andare dritto per la sua strada e durare cinque anni a servizio del Paese». Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno arriva nel suo paese d'origine, Pietrastornina a 15 chilometri da Avellino, per ricevere l'abbraccio dei compaesani, e non smette un secondo la determinazione a cui ha abituato gli italiani in questi giorni. «Sono assolutamente tranquillo, se siamo agli insulti personali, è perché hanno percepito che siamo sulla strada giusta». Piantedosi è tra amici, anche se i sindaci in platea sono quasi tutti del Pd, ed è come se si sfogasse: «Qualcuno si sbaglia se immagina uno schema per azzannare il ventre molle del tecnico del governo». In realtà, non parla da tecnico ma da politico e Clemente Mastella, sindaco di Benevento, (che è venuto a salutarlo e si inventa lì per lì un partito dell'amicizia per unire tutti i presenti), da vecchio amico spiega: «Matteo ha respirato l'aria della vecchia democrazia cristiana». 

Piantedosi tra Irpinia e Sannio va in bicicletta, scala i 1000 metri di Montevergine: «Quando vengo qui guardo i paesaggi che erano negli occhi dei miei avi». Ma è troppo concentrato sul momento presente. Risponde alle critiche di questi giorni su rave, manganellate agli studenti e «carichi residuali», spiega che da ministro dell'Interno ha lavorato anche durante le ore del giuramento al Quirinale per rispondere subito alle emergenze. E sulla crisi con la Francia prova il tasto dell'ironia: «Non abbiamo dichiarato guerra alla Francia. Il sottoscritto e i colleghi di governo non possiamo arrivare al punto da immaginare di rompere il rapporto con un Paese a cui ci unisce una fratellanza antica e una comunanza di interessi ancora da percorre». Ma ieri a Ventimiglia c'era un blocco della polizia francese e lui ribadisce che «in Italia si entrerà solo legalmente» perché «fermare gli sbarchi è meglio anche per i migranti». Va avanti deciso sull'iniziativa che ha voluto in materia di immigrazione e di Ong con i ministri dell'Interno di Malta, Grecia e Cipro. Non accetta letture che vanno oltre la reale attività amministrativa svolta in queste ore sui migranti e rivendica il progetto politico del governo Meloni (che chiama «la premier»): «Mi suggestiona molto questa lettura che un governo che ha un certo tipo di ispirazione - legittimato dai cittadini a governare - deve farlo con la visione che hanno altri di certi fenomeni». Materia incandescente: ci sono bambini sulle navi, mentre l'attenzione della Chiesa e degli alleati internazionali richiede un'attenzione speciale. Piantedosi lo sa. «Questa è la terra di Francesco de Sanctis e io mi muovo nella tradizione di autorevoli illustri personaggi come Fiorentino Sullo ma anche quelli recenti e contemporanei come Gerardo Bianco e Ciriaco De Mita che hanno illustrato il Paese con equilibrio e raffinatezza intellettuale che io prendo a modello cui ispirarmi».

Si dà un periodo lungo per programmare e offre una specie di sintesi del progetto politico del suo dicastero: «Il ministro dell'Interno non è solo il ministro dell'immigrazione, dei temi securitari e dell'ordine pubblico (e l'ordine pubblico è la tutela dei beni giuridici fondamentali su cui si regge l'ordinata convivenza). Se qualcuno vuole che il ministro dell'ordine pubblico sia complice del disordine pubblico deve aspettare tempi diversi. Lo dico perché l'ordine pubblico è a beneficio dell'ordinata convivenza».

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Ed ecco ancora il tema dell'immigrazione: «Vogliamo creare meccanismi per invertire lo spopolamento nelle aree interne, abbiamo interesse con il governo di presentare all'Europa un piano per creare dei flussi di ingresso gestiti dai singoli Stati. Abbiamo l'ambizione che l'arrivo dei cittadini stranieri - che sono bene accetti e ci servono - avvenga con meccanismi che siano governati dagli Stati e non dai trafficanti». Ricorda che il suo ministero sarà anche impegnato «nella programmazione e nella vicinanza alle comunità territoriali. «Vogliamo rimettere mano ad alcuni disastri fatti negli anni trascorsi nella rincorsa ai risparmi e alle riduzioni di spesa, per consentire ai comuni di recuperare un'efficienza dei servizi attingendo alle risorse necessarie. Anche i fondi del Pnrr andranno in questa direzione. Le aree interne in Italia sono quelle del Sannio e dell'Irpinia ma anche quelle dell'Appennino Tosco Emiliano: ci sono molti punti di contatto sui problemi che li accomunano». Poi in piazza tra gli amici di Pietrastornina che nel 2019 gli hanno dato la cittadinanza onoraria. Anche la città di Avellino, annuncia il sindaco Festa, farà lo stesso. Piantedosi saluta tutti uno per uno, molti lo chiamano per nome. C'è la squadra di ciclisti amatoriali Ottovolante che gli urla «Matteo, ti aspettiamo». Lui assicura: «Ho casa qui a due passi, devo tornare continuamente per riordinare le idee». 

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