Il mercato in tempo di crisi: sì ai vestiti
di seconda mano per le bollette

Il mercato in tempo di crisi: sì ai vestiti di seconda mano per le bollette
di Antonello Plati
Domenica 9 Ottobre 2022, 11:50 - Ultimo agg. 16:37
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Non solo jeans, maglie e giubbotti. Nell'usato del mercato bisettimanale di Avellino, i cittadini adesso cercano pure l'intimo. «Ma è tutto lavato e disinfettato. A volte si tratta di capi provenienti da stock aziendali o da negozi che hanno chiuso», spiega Francesco che con la sua bancarella di abiti usati sta facendo affari mai visti negli anni precedenti. «Non ci possiamo lamentare», ammette il venditore. Tra caro bollette e una crisi economica mai risolta, le presenze, il martedì e il sabato, sul piazzale di Campo Genova aumentano di settimana in settimana: «Ma pure i prezzi sono più alti di prima», fa notare una signora mentre scava tra le balle di tute (nemmeno a dirlo, anche queste usate): «Ne sto cercando una per mio figlio. Le ho sempre comprate qua tra le pezze', ma prima con 5 euro prendevo la maglia e il pantalone della tuta, adesso ci vogliono almeno 10 euro». È l'effetto dell'inflazione che non risparmia nemmeno gli ambulanti: «Le persone spiega ancora Francesco non capiscono che pure per noi è aumentato tutto. Solo per fare un esempio, la benzina costa 50-60 centesimi in più rispetto a un anno fa e per noi quello del carburante è un costo che incide molto. Poi, anche i fornitori dove acquistiamo la merce per poi rivenderla al mercato hanno alzato i prezzi».


Insomma, la situazione è critica: «Sì, lo è per tutti.

Però è chiaro che al mercato si risparmia ancora», sottolinea Angelo, un ragazzo di una ventina d'anni che dice di frequentare le bancarelle da quando era piccolo: «Ci venivo con mia madre, da allora non ho mai perso l'abitudine. Tra l'altro, comprare jeans e t-shirt nei negozi di abbigliamento è diventato quasi proibitivo. Qui, al mercato, trovi una maglia di marca quasi nuova e te la porti a casa con pochi euro». A mezzogiorno, la ressa è ancora tanta tra i banchi delle «pezze» e non manca qualche battibecco per chi è arrivato prima su quella maglia o su quel pantalone: «Di solito apriamo le balle attorno alle 7», dice Mario che coi fratelli gestisce un'altra bancarella di abbigliamento vintage. «I capi di maggiore pregio, quelli di marca per capirci, finiscono presto. Verso le 8.30, le cose più belle se le prendono tutte. E pure le taglie più comuni». Più donne o uomini comprano usato? «Fino a un paio di anni fa, era quasi un monopolio femminile. Dall'anno scorso, più o meno, sono tanti gli uomini che vengono a fare shopping da soli».

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Non solo vestiario. Si risparmia su tutto. Affollati anche gli stand che vendono frutta e verdura, alimentari e casalinghi: «E la qualità è superiore a quelle dei supermercati», sostiene Rita. «Io la frutta e la verdura la compro sempre e soltanto al mercato: qui ci sono i contadini che portano solo cose che coltivano nel proprio orto. E i poi i prezzi sono nettamente inferiori». Conseguenza del caro bollette: «Ma mica le pagano soltanto loro, anche noi a casa stiamo pagando bollette molto salate. Dovremmo venirci un po' incontro, altrimenti non se ne esce».
Per cercare di ridurre o quantomeno di contenere i prezzi finali dei beni di prima necessità, è in corso sia a livello locale sia a livello nazionale una trattativa tra le associazioni di categoria e le istituzioni: «Spero che facciano qualcosa di buono: così non possiamo proprio andare avanti». Ad Avellino, giovedì e venerdì sono scesi in piazza i commercianti per chiedere un intervento dell'amministrazione comunale e del prefetto. Per il momento, nessuna decisione è stata ancora assunta, ma martedì una delegazione dei commercianti sarà ricevuta a Palazzo di città del sindaco Gianluca Festa e dalla sua vice Laura Nargi: «Ho seguito la vicenda dice un ambulante e ho anche partecipato alla manifestazione di giovedì scorso davanti la Chiesa di San Ciro. Ma credo che l'interlocutore sia sbagliato: l'amministrazione comunale può fare davvero poco. Per me, bisogna andare a Roma e chiedere l'intervento del governo». Sul punto, il presidente di Confcommercio Campania (distretto Avellino), Oreste La Stella, è stato chiaro intervenendo prima all'iniziativa di Piazza Don Michel Grella poi all'incontro con il prefetto Paola Spena: «Il problema deve essere affrontato su base nazionale ed europea. Quella che stiamo attraversando è una crisi economica mondiale, a livello locale possiamo fare davvero poco».
 

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