Omicidio di Mercogliano, oer Bembo fatale il fendente alla gola: la carotide fu recisa

Il delitto di Capodanno a Mercogliano

Lo striscione ai funerali di Roberto Bembo
Lo striscione ai funerali di Roberto Bembo
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 25 Gennaio 2023, 09:58 - Ultimo agg. 10:16
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A determinare la morte di Roberto Bembo è stato il fendente inferto alla gola. Il 21enne di Mercogliano, deceduto l'11 gennaio, è morto per le gravi conseguenze provocate dalla coltellata inferta alla gola che ha reciso la carotide. Al momento manca solo la relazione della dottoressa Carmen Sementa che ha effettuato l'esame autoptico sulla salma del 21enne - per poter stabilire la sequenza dei colpi sferrati sul corpo di Roberto Bembo al culmine di un'aggressione avvenuta per questioni di viabilità all'interno del parcheggio del noto bar di Torrette di Mercogliano.

A breve saranno chiuse anche le indagini sull'efferato omicidio di Capodanno. Per gli inquirenti è tutto chiaro e la ricostruzione effettuata da loro, tassello dopo tassello, coincide con quanto confessato da Nico Iannuzzi nel corso dell'udienza di convalida del fermo indiziario di delitto affiancato dal suo avvocato Gaetano Aufiero.

Al momento la polizia scientifica sta lavorando sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza - acquisite nel corso delle indagini effettuate dagli agenti della squadra Mobile della questura di Avellino, agli ordini del vicequestore Gianluca Aurilia per renderle più chiare. In base alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti in base alle dichiarazioni testimoniali - il 21enne di Mercogliano era con alcuni amici quando decisero di raggiungere il loro gruppo, già presente dinanzi al bar di Torrette alle 7 del primo dell'anno. Il gruppo di amici di Bembo aveva già subito le minacce di Nico Iannuzzi, in auto con Luca e Daniele Sciarrillo.

Ma l'amico di Roberto aveva preferito spostare l'auto ed evitare di ingaggiare un litigio con i tre giovani, finiti successivamente nel registro degli indagati con le accuse di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Minacce che però vennero riferite a Roberto e agli altri suoi amici giunti sul posto in un secondo momento. Roberto Bembo lanciò più di uno sguardo verso l'auto di Nico Iannuzzi. Dalle minacce si passò subito alle vie di fatto e Roberto venne colpito con tre coltellate in punti vitali. Al momento sembra che il colpo mortale (ovvero quello alla gola) sia stato sferrato per ultimo. Gli inquirenti stando a quanto ricostruito finora con le accurate e tempestive indagini sostengono che alla rissa fosse presente anche un terzo indagato Daniele Sciarrillo - fratello maggiore di Luca sottoposto agli arresti domiciliari per detenzione di sostanze stupefacenti. Misura annullata dal tribunale del Riesame dopo il ricorso presentato dall'avvocato Gaetano Aufiero.

Ma anche lui al momento risulta indagato a piede libero per concorso nel tentato omicidio di Bembo. Il 21enne, figlio di un dipendente dell'Alto Calore, impegnato nel servizio civile al comune di Mercogliano, venne dapprima colpito, sul volto e in varie parti del corpo, con un tirapugni da Luca Sciarrillo e poi con tre coltellate inferte da Nico Iannuzzi. A soccorrerlo gli amici di Bembo che compresa la gravità della situazione lo trasportarono di corsa all'ospedale di contrada Amoretta dove si è spento dopo dieci giorni di agonia. Intanto Nico Iannuzzi e Luca Sciarrillo ristretti inizialmente nel carcere di Bellizzi Irpino sono stati trasferiti rispettivamente nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e nella casa circondariale di Salerno per precauzione alla luce del clima di tensione che si respira in città.

Infatti i familiari di Iannuzzi avrebbero ricevuto nei giorni scorsi delle minacce e subito un danneggiamento all'auto della madre, con due ruote squarciate. Intanto ieri mattina l'avvocato Aufiero dopo Iannuzzi - ha incontrato anche Luca Sciarrillo che ha confermato di non aver subito né minacce né aggressioni nel carcere di Bellizzi Irpino.
 

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