Metrò leggera, l'ora della verità:
via ai controlli sui pali pericolanti

Metrò leggera, l'ora della verità: via ai controlli sui pali pericolanti
di Flavio Coppola
Martedì 27 Agosto 2019, 12:00
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È il giorno della verità per la Metropolitana leggera. Questa mattina, l'amministrazione comunale verificherà materialmente la tenuta dei pali più a rischio lungo i quali dovrà camminare, il condizionale resta d'obbligo, il sistema di trasporto a basso impatto concepito nei primi anni 2000 e non ancora pronto, al netto degli oltre 20 milioni che è costato.

L'operazione costerà altri 8.000 euro.
 
L'assessore ai Lavori Pubblici, Antonio Genovese, e il responsabile unico del procedimento, Anna Freda, saranno sul posto insieme all'impresa incaricata, in danno della ditta aggiudicataria dell'opera, per toccare con mano il grado di stabilità e sicurezza dei plinti finiti sotto la lente dell'amministrazione comunale a partire dalla fine dello scorso mese di maggio: via Circumvallaziome, via Fontanatetta, centro città. Laddove i plinti non dovessero risultare assolutamente sicuri e installati a regola d'arte, con le fondazioni interrate nell'asfalto e tutte le misure previste dall'appalto, il Comune non perderà tempo: «In presenza di irregolarità nell'esecuzione dei lavori, diffideremo certamente la ditta Sirti assicura l'assessore Chiederemo che vengano ripristinati come da progetto».

Si profila, dunque, l'ipotesi di un nuovo contenzioso. A meno che l'esito delle verifiche non sia assolutamente soddisfacente. Ovviamente, questo scenario è auspicato dall'amministrazione. «Ci auguriamo che le verifiche richieste dal Rup diano esito positivo - continua Genovese. Vogliamo vederci chiaro».

Il Comune vorrebbe mettere la Metro in funzione. Meglio tardi che mai. E se, come è noto, l'incognita riguarda la sua gestione, almeno fino a quando l'Air non avrà determinato il suo destino attraverso il bando per restare il gestore del trasporto in Irpinia e allargarsi al Sannio, Genovese conferma pure che Piazza del Popolo, da sola, non può farcela. «Servono circa 7 ferrotranvieri per guidare quei mezzi - spiega - e noi, in merito, non abbiamo alcuna competenza. Quel che è certo è che la porteremo a termine, perché siamo oltre il 90 per cento dei lavori».

Anche l'assessore, comunque, non nasconde i suoi dubbi sull'effettiva efficacia, 20 anni dopo, di questo mezzo sistema: «Tutto dipenderà dalla velocità di percorrenza della Metro. Se il cittadino si accorgerà che il mezzo è più lento e meno idoneo alle sue esigenze, non ci sarà futuro per questo tipo di trasporto». Sullo sfondo, restano da chiarire ulteriori questioni legate al deposito dei mezzi, fermi al palo da anni, e all'individuazione di un'area da destinare ad officina. Anche qui, per scrivere la parola fine, bisognerà attendere l'Air. E si arriverà al 2020.

Intanto, Genovese è impegnato pure sul fronte della viabilità ordinaria, messa a dura prova dalla bomba d'acqua caduta sulla città nel pomeriggio di sabato. Annuncia «diffide a tappeto a tutti i proprietari terrieri che non irreggimentano adeguatamente le acque dei propri fondi». Il pugno duro di Genovese arriva al termine del nuovo sopralluogo, documentato con tanto di foto, sulle aree maggiormente danneggiate da quell'ora di piogge, brevi ma decisamente intense. Pulizie effettuate e viabilità pienamente ripristinata a Borgo Ferrovia, Contrada Archi e via Pianodardine.

Ma proprio da qui parte l'iniziativa annunciata dall'assessore, che accusa: «Partiremo immediatamente con le diffide ai proprietari dei suoli limitrofi, perché è evidente che tutte le acque provenienti anche dai loro fondi vengono convogliate in mezzo alla strada. Questo fa sì che alle prime precipitazioni più abbondanti, le strade si trasformano in fiumi di fango e detriti».

Per l'assessore, ciascun proprietario ha il dovere di «irreggimentare le acque con i canali e tutti i sistemi del caso». Ed annuncia un provvedimento generalizzato, «in tutta la città». «Non possiamo fare altrimenti chiosa il delegato ai Lavori pubblici le zone che risentono delle piogge sono sempre le stesse. Noi interveniamo prontamente, ma ognuno deve fare la su parte. Compresi i cittadini».
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