Morte al santuario di Montevergine
«Subito un defibrillatore per i fedeli»

Morte al santuario di Montevergine «Subito un defibrillatore per i fedeli»
di Antonello Plati
Martedì 23 Ottobre 2018, 12:00 - Ultimo agg. 13:26
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«Non si può morire così: Comune di Mercogliano e Asl devono fare di più per garantire sicurezza alla gente che si reca in pellegrinaggio». La tragedia dell'altro giorno a Montevergine smuove le coscienze: don Vitaliano Della Sala, parroco della Chiesa Madre di Mercogliano, e Antonio Lonardo, presidente del Tribunale per i diritti del malato, esortano le istituzioni a fare di più dopo la morte del settantenne di Marigliano che attorno alle 10.30 di domenica scorsa s'è accasciato al suolo a pochi passi dall'ingresso dal santuario.

«Eppure - osserva il prete barricadero - all'esterno dell'Abbazia c'è un presidio della Guardia medica e d'estate sosta un'ambulanza attrezzata. Avviene nelle occasioni di maggiore affluenza e la domenica è una di quelle. In ogni caso, in un posto così affollato dovrebbe essere sempre garantita l'assistenza medica». Quindi l'appello: «In questo momento non bisogna cercare i colpevoli a ogni costo, però qualcosa in più bisognerebbe fare per mettere in campo tutti gli accorgimenti necessari ad evitare episodi tragici. Il sindaco di Mercogliano che è la massima autorità sanitaria dovrebbe richiedere all'Azienda sanitaria locale di agire diversamente».

A don Vitaliano, fa eco Lonardo. «La vita umana deve essere sempre tutelata» - afferma il presidente del Tribunale per i diritti del malato, che spiega: «La rete territoriale del 118 è distribuita secondo criteri che regolamentano anche le distanze. Tuttavia, in determinate situazioni, questi calcoli lasciano il tempo che trovano. A Montervergine, come altrove, sarebbe auspicabile un presidio fisso, anche se la cosa appare di difficile attuazione. Dopodiché tutto è lasciato alla responsabilità dei singoli». Il riferimento di Lonardo è all'assenza di un defibrillatore da assegnare in dotazione ai benedettini. «È chiaro che qualcosa non ha funzionato, ma siamo nel campo della sensibilità: un defibrillatore doveva essere presente perché la vita va sempre tutelata».

L'altro giorno, purtroppo, nulla da fare per l'uomo di 70 anni, originario di Marigliano, morto a pochi passi dal santuario, sotto agli occhi di decine di fedeli. All'improvviso l'anziano si è accasciato al suolo, dopo avere avvertito un malore. Le urla della moglie e delle altre persone hanno attirato i Carabinieri del drappello locale e la guardia medica. Inutili si sono rivelate le manovre per salvargli la vita. Tentativi disperati per evitare il dramma. Poco più tardi è spirato, gettando nella disperazione la consorte, visibilmente scossa per una tragedia alla quale ha dovuto assistere inerme. Il decesso è avvenuto quando da poco il gruppo di Marigliano aveva raggiunto il piazzale antistante il santuario di Mamma Schiavona.

Allertate anche le ambulanze: una dell'associazione di Ospedaletto d'Alpinolo è giunta a stretto giro; più tardi sul posto anche un'altra autolettiga del 118, con un medico rianimatore a bordo. Ma nel frattempo l'anziano era già spirato. Non sono mancati momenti di forte tensione e proteste per i soccorsi ritenuti tardivi: in tanti hanno fatto notare l'assenza di un'ambulanza fissa e più di tutto di un defibrillatore, assai utile nei casi di emergenza per chi è in arresto cardiaco.
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