Moscati assediato, il grido del Nursind: «È l'unico pronto soccorso utilizzato»

L'ospedale di Ariano Irpino registra delle gravi criticità organizzative

Ospedale Moscati sotto assedio
Ospedale Moscati sotto assedio
di Antonello Plati
Lunedì 5 Dicembre 2022, 09:25 - Ultimo agg. 20:32
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Emergenza senza fine. «Il pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino è al collasso», denunciano il segretario territoriale e quello aziendale del Nursind, Romina Iannuzzi e Michele Rosapane, sottolineando le mancanze dell'assistenza di prossimità: «Non c'è una rete territoriale efficiente: tutti i cittadini si riversano al Moscati di Avellino. Così non possiamo andare avanti».

L'appello, dunque, è al direttore generale dell'Asl di Avellino, Mario Nicola Ferrante: «Senza il potenziamento della medicina territoriale e senza un attività di filtro dei presidi ospedalieri gestiti dall'Asl, il pronto soccorso di Contrada Amoretta sarà destinato ad una drammatica caporetto». Innegabili, però, le carenze dal punto di vista gestionale nel reparto di Emergenza dell'Azienda ospedaliera Moscati, uno dei pochi in Italia che non ha ancora un'area di pre-triage e dove si continua a lavorare in spazi angusti a fronte di una domanda di assistenza sempre crescente. Nonostante le ripetute richieste delle parti sociali, la direzione strategica del Moscati non ha ancora preso provvedimenti in questo senso: manca addirittura un piano di gestione del sovraffollamento. E i lavori, più volte annunciati, per l'ampliamento del pronto soccorso (necessari più che mai in questo momento) sono bloccati a causa di un braccio di ferro con l'amministrazione comunale.

Infatti, la proprietà dei suoli è del Comune di Avellino dunque l'Azienda ospedaliera non può effettuare alcun intervento senza prima acquisire l'area. Nonostante i ripetuti solleciti del sindaco di Avellino, Gianluca Festa, il direttore generale del Moscati, Renato Pizzuti, non si è mai reso disponibile al confronto.

Dunque, i problemi restano. E la situazione potrebbe anche peggiore nelle prossime settimane con un afflusso destinato ad aumentare con la diffusione dell'influenza stagionale e con la curva pandemica che è tornata a salire. Il Nursind incalza: «Tra Avellino e provincia sono attivi tre pronto soccorso, uno di questi è il pronto soccorso di Sant'Angelo dei Lombardi, presso l'ospedale Criscuoli-Frieri, che secondo gli standard di qualità prefissati dal decreto ministeriale 70 del 2015, ha un bassissimo volume di attività ma resta aperto giustamente perché situato in una zona geograficamente disagiata.

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L'ospedale di Ariano Irpino, invece, nonostante sia classificato come Dea di primo livello, registra delle gravi criticità organizzative ereditate dalla pessima gestione dell'Asl da parte di Maria Morgante e che rimangono irrisolte dall'attuale direzione strategica dell'Asl. C'è carenza, solo per fare un esempio, di ortopedici e dalle segnalazioni che ci pervengono, presso il pronto soccorso del Frangipane c'è un ortopedico soltanto fino alle ore 14». Attualmente l'ospedale di Ariano Irpino «non rispetta i requisiti minimi previsti dal decreto ministeriale 70 del 2015». Quindi allo stato attuale, «se escludiamo il pronto soccorso del Criscuoli che ha dei volumi di attività esigui, su una popolazione tra Avellino e provincia di circa 400mila abitanti abbiamo due pronto soccorso attivi di cui uno (il pronto soccorso del Frangipane) che non rispetta i requisiti minimi previsti dal decreto ministeriale. Il rapporto di un pronto soccorso ogni 209mila abitanti fotografa una Caporetto della nostra sanità provinciale».
Con questi dati oggettivi «drammatici che la Regione Campania sta del tutto ignorando, il pronto soccorso del Moscati andrà giornalmente al collasso. È a rischio il diritto alla salute dei cittadini tra l'indifferenza della politica».
 

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