Movida, allarme alcol: «Basta con il degrado»

Movida, allarme alcol: «Basta con il degrado»
di Alessandro Calabrese
Martedì 12 Luglio 2022, 08:31
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Mentre il Comune di Avellino tende ad elevare e diversificare l'offerta del fine settimana con l'attrazione delle visite guidate ai monumenti e ai luoghi d'interesse del centro storico, la movida lascia tracce nauseabonde del suo passaggio. E così capita che il cuore antico della città il lunedì si risvegli con l'odore acre dell'urina e del vomito, che segnano alcuni vicoletti, evidentemente scambiati per latrine dai soliti incivili, che non mancano mai, tra le centinaia di ragazzi che hanno trascorso all'ombra della torre dell'orologio qualche ora di divertimento. Dopo le proteste dei residenti, ecco l'appello del vicesindaco e assessore alle Attività Produttive, Laura Nargi: Purtroppo ci sono decine di giovanissimi senza controllo che, in certi casi ingannati da prezzi molto bassi, si ubriacano a colpi di cicchetti di alcol spazzatura e poi vanno fuori controllo, sentendosi anche male. E scambiando qualche stradina più appartata per una toilette dove fare pipì o dare di stomaco. L'invito a cambiare registro va in primis ai ragazzi, quindi, che devono bere con moderazione. Mentre alle famiglie chiediamo di verificare il loro stato quando rientrano.

Noi abbiamo le mani legate e non possiamo fare altro se non, una volta costretti dal persistere del problema, immaginare di poter far chiudere i locali alla stessa ora della fine della pedonalizzazione. È chiaro che sarebbe l'estrema ratio e che assolutamente non vogliamo farlo, anche per non danneggiare genericamente tutti, ma non possiamo fare molto altro.

Nargi ricorda che l'amministrazione ha intensificato i controlli con i vigili urbani e mantiene un canale aperto, mediante la prefettura, per le quotidiane verifiche di polizia anche all'intero dei locali. Gli stessi commercianti devono darci una mano se si vuole uscire da questa situazione. Noi abbiamo messo i vigili urbani a verificare l'afflusso nell'area pedonalizzata e reso più restrittiva, con un'ordinanza del sindaco, la normativa sulla vendita in modalità di asporto dell'alcol. Probabilmente è su questa tipologia di commercializzazione che si deve incidere maggiormente ma noi non abbiamo altri strumenti se non il monitoraggio. Dunque, sono gli stessi esercenti, nella stragrande maggioranza dei casi correttissimi, a doverci aiutare stando attenti a quanto succede nei pressi dei loro esercizi.

Del resto questi comportamenti stanno vanificando un lavoro enorme svolto in questi anni per rivitalizzare il centro storico. E grazie agli interventi effettuati lo abbiamo tenuto in vita anche durante la fase emergenziale legata al Covid-19. Molti avellinesi e non solo hanno riscoperto questi luoghi e ripreso a frequentarli. Non buttiamo tutto alle ortiche. Insomma, secondo il vicesindaco, di fronte a qualche pecora nera ci vuole più collaborazione di tutti: I nostri giovanissimi devono avere un più elevato senso di educazione e rispettare i luoghi della città, oltre che i residenti. Nel tempo si è creato un indotto sano, aiutateci a non distruggere quanto costruito finora. Mi rendo conto che situazioni del genere non si prestano a soluzioni immediate ma ad una profonda riflessione. È quanto dovrebbero fare anche le altre istituzioni, magari avviando un'analisi sociologica che giunga a comprendere disagi e comportamenti di questa piccolissima parte della nostra società, intervenendo a livello culturale e di educazione civica. Un pezzetto sottolinea con forza Nargi, perché, comunque, non possiamo connotare il centro storico con questo fenomeno marginale. Il cuore antico di Avellino è frequentato anche da famiglie e bambini. E sono numerosi gli artisti di strada da fuori provincia che ci stanno contattando per venire ad esibirsi. Come per le altre iniziative, però, queste vanno concordate singolarmente con i locali che di volta in volta le stanno organizzando. Lo ripeto, non si tratta di manifestazioni lanciate dall'amministrazione ma di micro eventi per i quali, a turno, i commercianti stanno pagando la Siae. Come Comune stiamo controllando solo che tutto si svolga nel rispetto delle regole redatte con il Suap.

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