Nargi: riscopriamo l'Avellino sotterranea
con i cunicoli longobardi

Nargi: riscopriamo l'Avellino sotterranea con i cunicoli longobardi
di Flavio Coppola
Lunedì 4 Luglio 2022, 08:03
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Il Comune di Avellino riapre i Cunicoli Longobardi. Al centro storico è l'ora degli attrattori culturali. La pedonalizzazione con i varchi Ztl ha fatto registrare, finora, il pienone di persone in occasione degli appuntamenti serali della movida. Ma c'è ancora tantissimo da fare per la riscoperta della turistica della città antica. Qui siamo all'anno zero. E si riparte proprio dai Cunicoli, punto di inizio di un vero e proprio progetto per la «Avellino sotterranea» che pure esiste. Il primo step è l'apertura già in cantiere per sabato prossimo. Per quella data, partiranno le visite guidate organizzate dall'assessorato al Turismo in sinergia con «Confguide» ed «Heraion». E riapriranno i cunicoli chiusi da decenni, al netto di un ultimo tentativo naufragato nel 2005.

«Grazie all'aiuto del privato, che ci ha dato la concessione d'uso gratuita dei cunicoli spiega la vicesindaco con delega al ramo, Laura Nargi - possiamo fare ciò che avevamo programmato già prima della pandemia con un'apposita delibera di giunta».

Negli anni di abbandono, i secolari cunicoli, dove si respira la storia di Avellino, erano diventati delle vere e proprie discariche sotterrane. «Li abbiamo fatti ripulire con la società «IrpiniAmbiente» - continua Nargi - ed abbiamo migliorato anche strutturalmente il loro accesso. Siamo intervenuti sulle reti e sui i cancelli esterni, aggiunto altre reti che eviteranno l'accumulo della spazzatura. Ora stiamo anche immaginando un intervento sull'impianto di illuminazione, come abbiamo fatto per altre opere cittadine».

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Le prime visite guidate, che si svolgeranno di pomeriggio tra luglio e settembre, coinvolgeranno una cinquantina di persone per volta. Due ore di percorsi per il centro storico, che ruoteranno proprio intorno ai 200 metri di sentieri sotterranei. Una passeggiata per le stradine che oggi portano al di sotto della fontana di Grimoaldo e della Torre dell'Orologio, ma che un tempo conducevano fino al castello Longobardo, all'Ipogeo di Casina del Principe o a Palazzo Caracciolo. E che furono utilizzati come rifugio per i bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Per poi arrivare, all'esterno, da villa Amendola al Duomo e alla sua cripta, fino all'altra cripta, quella di San Biagio, a Palazzo Festa e Palazzo Greco. E alle due celebri fontane, compresa quella di Bellerofonte. Secondo la vice sindaco Nargi, si tratterà solo dell'anteprima di un progetto ben più ambizioso, che partirà «dopo settembre». «Vogliamo realizzare una «Avellino sotterranea». dice I cunicoli saranno aperti con una programmazione costante e strutturale, che dovrà metterli a disposizione dei turisti del centro storico. Ma anche dei tanti avellinesi che, purtroppo, non li conoscono. In questa rete, inseriremo gli altri percorsi sotterranei di Villa Amendola, di Casina del Principe e delle cripte». Il Comune ci prova, dunque, dopo anni in cui degli attrattori culturali e turistici del centro storico si erano addirittura perse le tracce. Ci vorrà invece ancora molto tempo per poter riavere gli edifici simbolo, dalla Dogana di Piazza Amendola al Castello Longobardo. Entrambi i progetti sono legati ai finanziamenti Pics, ma con stati di avanzamento e prospettive decisamente diversi. Nel primo caso, l'iter - dopo due anni di errori amministrativi all'inseguimento di nomi altisonanti - è incardinato. Si attende il progetto definitivo dello studio Corvino e Multari per l'approvazione e la gara d'appalto. I fondi ci sono e vanno spesi entro la fine dell'anno prossimo. Per il castello, invece, è tutto in alto mare. Il progetto da 1 milione per i ruderi è bloccato dalla Regione, che non ha ancora firmato la riprogrammazione dei Pics svolta dal Comune. Dunque esiste solo sulla carta. Resta invece nel degrado la Piazza, perché i lavori dell'impresa Cogepa non sono ancora ripartiti. Come su Collina della Terra, dove gli scavi archeologici sono un cantiere ancora aperto che si riempie di rifiuti. A due passi, ciò che resta della Chiesa di San Nicola dei Greci è finito addirittura nel dimenticatoio. Nonostante quei ruderi siano addirittura di origine bizantina. Nel lungo elenco delle potenzialità inespresse, ecco anche il parco del teatro «Gesualdo» e l'edificio del «Victor Hugo». Qui però i lavori di riqualificazione sono già cominciati e, per una volta, promettono bene.
 

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