Il Natale «spento» di Avellino:
shopping al palo, l'ira dei negozianti

Il Natale «spento» di Avellino: shopping al palo, l'ira dei negozianti
di Maria Stanco
Domenica 9 Dicembre 2018, 15:00
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«Manco fosse passato il Grinch». Il commento di un giovane commerciante di Corso Vittorio Emanuele sintetizza al meglio l'umore dei commercianti del capoluogo a due settimane dal Natale: rassegnazione ed un pizzico di ironia che nasconde, però, una profonda amarezza. Il Natale, la festa più attesa e redditizia dell'anno si sta trasformando nell'ennesima occasione di protesta per i negozianti che a due settimane dal Natale non vedono luci intorno a loro ma solo ombre e nuvole nere che si addensano all'orizzonte del nuovo anno. È questo quel che emerge confrontandosi con i commercianti del centro che, dopo la protesta veemente contro l'ordinanza smog di appena venti giorni fa, sono costretti ad alzare nuovamente la voce per cercare di dare una scossa ad una città che definiscono, senza giri di parole: «Spenta come il suo Natale». «Da dicembre in poi spiega la titolare di un negozio di abbigliamento solitamente registriamo un fatturato tre volte superiore a quello del resto dell'anno. Quest'anno sembra tutto diverso. Le macchine circolano a singhiozzo, il tempo non aiuta e l'atmosfera natalizia è del tutto inesistente». La vulgata comune è che tanto l'amministrazione Ciampi, quanto il Commissario, non abbiamo compreso a fondo la gravità in cui versa il settore del commercio ad Avellino e quanto fosse importante, al contempo, creare un bel clima intorno al Natale per rende attrattiva la città in questo particolare periodo. «Paghiamo le tasse - spiega un negoziante del Corso - ci aspettavamo un po' di considerazione in più e, quanto meno, il minimo indispensabile per illuminare quello che viene rinominato, oramai impropriamente, il salotto buono della città. Di questo salotto - scherza - sono rimaste solo due piante, non ci sono più né divani, né lampade». Si affida ai numeri per raccontare quel che definisce «un fallimento», il titolare di ben due negozi di abbigliamento: «Il problema non riguarda il presente. C'è una totale mancanza di programmazione che, poi, si riflette nell'organizzazione degli eventi centrali dell'anno. Mancano le persone capaci di darsi da fare creando eventi che abbiamo capacità attrattiva». Lapidario un cliente: «C'è solo improvvisazione - dice - Ad Avellino non viene voglia di spendere, andrò altrove. Magari a Salerno o a Benevento». Insomma, tutti scontenti. A funzionare è solo il fai da te. I negozianti che hanno scelto di provvedere in solitaria all'acquisto di luminarie ed addobbi hanno contribuito a rallegrare l'atmosfera natalizia. Ma non può bastare. A fare capolino, poi, c'è l'albero del Vescovado a cui, almeno i più piccoli, si appigliano per non far svanire prima del tempo lo spirito delle feste.
 
Sempre in autogestione ci sono state poi le serate al centro storico. Natale in centro ha avuto il merito di portare a Via Nappi un po' di colore e di allegria, dando alla città la possibilità di respirare un'aria più frizzante. Tappeto rosso, luci, Babbo Natale pronto ad abbracciare grandi e piccini e gruppi musicali per tamponare l'assenza della tanto attesa filodiffusione mai partita. C'è, però, chi conserva la speranza: «Chissà - afferma una giovane donna - non disperiamo. Magari la prossima settimana l'amministrazione comunale ci farà una bella sorpresa illuminando a festa la città». La speranza è l'ultima a morire anche se sono in tanti a non credere più nei miracoli: «Hanno tentato di convincerci a festeggiare il Ferragosto a settembre, tra poco ci chiederanno di unire il Natale con la Pasqua, per risparmiare qualche soldo». L'ironia dilaga camminando sempre di pari passo con l'amarezza: «Al posto delle luminarie - osserva un commerciante di Via Amabile - ci hanno regalato i lampeggianti dei vigili. Per questo Natale dovremmo accontentarci di una bella multa».
 
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