Novolegno, operai in bilico:
«Non ci resta che pregare»

Novolegno, operai in bilico: «Non ci resta che pregare»
di Michele De Leo
Domenica 1 Maggio 2022, 16:00
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Un primo maggio di preghiera davanti ai cancelli della Novolegno. Sarà una festa dei lavoratori dal sapore amaro per gli addetti dell'ex stabilimento del gruppo Fantoni, sospesi tra la rabbia per l'ormai imminente scadenza degli ammortizzatori sociali e la speranza di una ripresa produttiva della fabbrica di Arcella.

«La vertenza - evidenzia il sindaco di Montefredane Ciro Aquino - resta irrisolta: la scadenza della Naspi lascerà i lavoratori della ex Novolegno senza alcuna forma di sostegno al reddito, abbandonati ad un destino che appare a tinte fosche, nonostante l'impegno del presidente della Regione Vincenzo De Luca».

Il primo cittadino invita, però, a non perdere la speranza. «È opportuno aggiunge - guardare con fiducia al futuro perché ci sono imprenditori che hanno espresso già interesse ad investire in questa area».

Questa mattina alle 11 gli ex dipendenti dell'azienda del gruppo Fantoni si ritroveranno davanti allo stabilimento di Arcella per un momento di preghiera con i parroci di Montefredane.

«Sarà l'occasione continua il sindaco - per una riflessione sulle tante opportunità mancate e, soprattutto, per rinnovare l'impegno per il rilancio di questa realtà produttiva, capace di generare ancora crescita ed occupazione grazie alle opportunità offerte dalla zona economica speciale dell'area industriale di Pianodardine». Al fianco degli ex addetti della Novolegno saranno presenti anche il segretario Costantino Vassiliadis ed una delegazione della Ugl. «Il quadro emerso dall'ultimo rapporto Censis evidenzia il segretario - è davvero preoccupante. Il 64 per cento dei lavoratori non è soddisfatto del proprio lavoro, soprattutto sul fronte salariale: due addetti su tre hanno una paga mensile che non gli consente di vivere degnamente. E' divenuto tutto insostenibile». Vassiliadis sottolinea come «nell'ultimo decennio, a differenza degli altri Paesi avanzati, le retribuzioni lorde sono diminuite dell'8,3 per cento: siamo costretti a parlare ancora di salari bassi, sotto occupazione, part time, crescita esponenziale delle diseguaglianze fra gli stipendi dei dirigenti e quelli di operai ed impiegati, di lavori a termine e precari, soprattutto tra i più giovani». 

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In questo primo maggio non mancano le preoccupazioni per gli addetti di molte aziende della provincia. Se i dipendenti delle comunità montane, in primis dell'Ufita, rivendicano il rispetto dei proprio diritti e sollecitano una regolarità nei pagamenti ed il superamento del precariato, per gli addetti di numerose aziende in primis nel comparto metalmeccanico sarà una festa dei lavoratori di preoccupazione per la crisi dei semiconduttori e per il conflitto russo ucraino che provocano numerose problematiche nell'acquisizione delle materie prime ed impongono il ricorso agli ammortizzatori sociali. È il caso della Denso di Pianodardine che harinnovato la cassa integrazione fino al prossimo luglio della Industria Italiana Autobus dove gli addetti sono ancora in cig fino al 5 giugno prossimo dello stabilimento di Prata della Cms: l'azienda, specializzata in lavorazioni meccaniche per il comparto dell'automotive, si è vista costretta a rallentare la propria attività produttiva per effetto dell'interruzione dell'invio di materie prime da una acciaieria in Ucraina che è stata bombardata. 

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