Nuovo disco rosso dal Consiglio di Stato
per l'Autostazione: odissea infinita

Nuovo disco rosso dal Consiglio di Stato per l'Autostazione: odissea infinita
di Flavio Coppola
Domenica 1 Agosto 2021, 12:31
4 Minuti di Lettura

I lavori dovevano terminare domani, dopo un'attesa lunga 35 anni. Invece, ieri, la maledizione dell'Autostazione o delle imprese che vi si sono avvicendate si è manifestata di nuovo in tutta la sua evidenza. Con il terzo e clamoroso stop al cantiere in un solo anno. Il Consiglio di Stato, infatti, ha accolto il ricorso contro la sentenza del Tar, ribaltando la decisione di primo grado della giustizia amministrativa, che aveva riammesso la Co.Ge.Pa. - società appaltatrice negli elenchi dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa. Ovvero le cosiddette «White list». L'impresa partenopea, dunque, è di nuovo estromessa dai giochi. E l'odissea dell'Autostazione è destinata a continuare ancora a lungo. Con buona pace pure del piano di mobilità del Comune di Avellino, la cui ordinanza per l'allocazione del terminal bus a Piazzale degli Irpini scade a fine anno. L'Autostazione è l'opera più controversa della storia delle incompiute cittadine. L'accaduto rappresenta quindi una nuova doccia gelata anche per l'amministratore unico di Air, Anthony Acconcia. «Non c'è pace per l'Autostazione di Avellino. - dice - A marzo 2020, il lockdown. Quindi, prima l'interdittiva antimafia di ottobre 2020, con lo stop dei lavori per oltre un mese; poi quella di dicembre, che ha fatto slittare ulteriormente la dead-line».

Un cronoprogramma ritoccato già mille volte.

L'ultima Acconcia aveva dichiarato che i lavori sarebbero stati consegnati per il 2 agosto. Impossibile. «Ora, proprio quando mancava l'ultimo miglio per il completamento dei lavori e la consegna di questa opera, che la città di Avellino attende da 30 anni, arriva la decisione del Consiglio di Stato. rileva il manager Ormai, l'Autostazione sembra essere colpita da una maledizione». Ma non è una maledizione. E forse, Acconcia lo lascia intendere chiaramente, è giunto il momento di guardare negli occhi l'impresa Cogepa. Così annuncia: «Con i legali, si è valutato di aspettare la pronuncia del tribunale, che arriverà a settembre, per poi decidere se riprendere i lavori o risolvere il contratto». Insomma. Almeno un altro mese di nulla e poi una decisione. E nessuna soluzione appare rapida. Se Cogepa tornerà per l'ennesima volta in sella, l'opera resterà nelle mani dell'impresa che ha messo in fila tanti ritardi. Se bisognerà sostituirla, ecco altri adempimenti da realizzare. E dire che Avellino attende il completamento dell'opera di via Pini dal 1986 anni. E finora sono stati spesi oltre 30 milioni di euro. Negli anni '80, sotto il sindaco Enzo Venezi, nasceva il primo progetto, con l'architetto, poi padre del vecchio piano urbanistico avellinese, Marcello Petrignani. L'opera avrebbe dovuto allontanare i bus dal centro e decongestionare il traffico. All'inizio doveva costare tra i 7 e gli 8 miliardi. Un importo che poi si è moltiplicato di 4 o 5 volte.

Video

E al 2021 l'Autostazione ci è arrivata tra contenziosi legali, clamorose sviste e continue varianti. Per esempio, è già chiaro che non potrà ospitare tutti i bus presenti in città, e che serviranno altri due terminal, ad est e ovest di Avellino, per chiudere il cerchio. L'ennesimo rinvio sulla chiusura dei lavori dell'Autostazione, come detto, colpisce duramente anche le strategie di Piazza del Popolo in termini di mobilità. Se l'opera non sarà pronta per la fine dell'anno, e a questo punto è molto probabile, il Comune dovrà confermare, per il terzo anno consecutivo, il terminal delle discordie del Piazzale degli Irpini. Da soluzione temporanea visti i ritardi si sta trasformando sempre più in definitiva. E' destinata dunque a perdurare pure la condizione di disagio che i tanti utenti del trasporto pubblico hanno denunciato già all'inizio del 2020, rispetto all'assoluta carenza di servizi, igienici e non, nel piazzale dello stadio. Aspettando l'Autostazione, a via Pini resta in funzione il mini terminal voluto dall'ex commissario Priolo. Anche questa doveva essere una soluzione transitoria in attesa dell'Autostazione. Sono passati 3 anni e le prime pensiline sono state installate dall'Air solo qualche settimana fa. Air e Comune hanno poco più di 3 mesi - almeno secondo gli impegni assunti da Piazza del Popolo con Regione e Ue - anche per terminare i lavori della Metro leggera (qui tocca all'ente) e metterla in strada (la gestione sarà dell'Air). E anche questa appare una mission impossible.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA