Omicidio Tornatore, nuove indagini:
fari su intercettazioni, celle e gps

Omicidio Tornatore, nuove indagini: fari su intercettazioni, celle e gps
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 7 Novembre 2018, 12:00
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CONTRADA - Continuano le indagini per far luce sull'omicidio di Michele Tornatore. Fari su celle telefoniche, spostamenti gps ed intercettazioni.

Mentre due degli indagati, Francesco Vietri, accusato di omicidio e distruzione di cadavere difeso dagli avvocati Italo Benigni e Anna Caserta, e Pasquale Rainone, accusato di distruzione di cadavere, difeso dall'avvocato Marino Capone, sono già dinanzi alla Corte di Assise del tribunale di Avellino per il processo, gli inquirenti con l'apertura di un secondo fascicolo e l'iscrizione nel registro degli indagati - da parte del pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia Simona Rossi - di Gerardo Iannone, 50enne di Mercato San Severino, detenuto presso il carcere di Bellizzi Irpino per altra causa, di Roberto Guarnaccia 31enne, originario di Nocera Inferiore e residente a Mercato San Severino, e di Rocco Ravallese difeso dagli avvocati Raffaele Tecce e Alberico Villani, continuano ad indagare.
 
Gli inquirenti mirano a ricostruire gli spostamenti degli altri indagati nei giorni precedenti e il giorno stesso dell'omicidio del 64enne di Contrada trovato carbonizzato nella sua Nissan Almera in località Serre, una zona montana tra i comuni di Montoro e Contrada il 4 aprile 2016 dai dipendenti comunali.

Fondamentale ai fini processuali anche un'intercettazione che al momento non è confluita nel procedimento penale dinanzi alla Corte di Assise del tribunale di Avellino presieduta dal giudice Luigi Buono, a latere Giulio Argenio e i sei giudici popolari, per l'opposizione della difesa di Vietri. Un'intercettazione che potrebbe chiarire definitivamente in quale ambito sia maturato il delitto di Tornatore.

Dalle dichiarazioni rese, nel corso della scorsa udienza, dalla compagna della vittima prende sempre più corpo la pista del delitto per debiti di usura, circa 20mila euro. Tornatore, detenuto in semilibertà, fu ucciso con un colpo di pistola alla testa e poi bruciato nell'auto preso a noleggio, nei pressi di una discarica in località Serre, una zona isolata al confine tra i comuni di Contrada e Montoro.

L'uomo, al tempo detenuto presso la casa circondariale di Bellizzi Irpino per riciclaggio e ricettazione, e che nel 2018 avrebbe concluso la detenzione per i reati per i quali era stato condannato, potrebbe essere stato ucciso nella sua stessa auto, che poi venne data alle fiamme. La vittima, la sera del 4 aprile, non fece più ritorno in carcere facendo scattare le ricerche su di lui.

Da allora i familiari, costituitisi parte civile e rappresentati dall'avvocato Pasqualino Del Guercio, chiedono giustizia per la morte del loro congiunto. Dopo la macabra scoperta furono avviate subito le indagini a tappeto che condussero gli inquirenti nel capannone di proprietà di Vietri grazie al gps della vettura presa a noleggio da Michele Tornatore il giorno stesso della sua scomparsa.
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