Omicidio Zeppetelli, la moglie: «Non perdono chi ha ucciso Nicola»

Alida Iuliano dopo la condanna a 16 anni dei due killer: «Mia figlia di 4 anni crescerà senza l'affetto del papà»

Alida Iuliano con il marito Nicola Zeppetelli
Alida Iuliano con il marito Nicola Zeppetelli
di Pasquale Pallotta
Giovedì 25 Maggio 2023, 09:17 - Ultimo agg. 26 Maggio, 10:34
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«Sono la mamma di Megan, una bellissima bambina di 4 anni che da 15 mesi è orfana del papà. Tutti i giorni mia figlia mi chiede "Mamma, dov'è papà? Perché non torna a casa papà?". E allora, sono stata costretta, perché non potevo continuare nei silenzi, a raccontarle una favola che si concludeva con il papà che era volato in cielo ed era diventato un angelo. Non potevo certamente raccontare a mia figlia che suo padre, a soli 39 anni, aveva smesso di vivere, ucciso con quattro colpi di pistola e, esanime, veniva, senza alcuna pietà, preso a calci, morendo disteso su una strada». Inizia cosi l'amaro sfogo di Alida Iuliano compagna di Nicola Zeppetelli, ucciso a colpi di pistola il 19 febbraio dello scorso anno a Cervinara.

In tutti questi mesi si sono dette e lette tante cose, cosa le ha dato più fastidio?
«Nicola era un bravo ragazzo, un compagno allegro ed affettuoso. Soprattutto, Nicola era un papà presente e pieno di amore per sua figlia. Tante inutili cose sono state dette dopo il suo omicidio, tante cose a cui Nicola era del tutto estraneo e distante, cose che hanno offeso la sua memoria e ferito la nostra famiglia. La verità è che eravamo solo due giovani pieni di sogni e di progetti e poi, felici, perché ci eravamo trasferiti da poco nella nostra casa ed eravamo in procinto di organizzare il nostro matrimonio, insieme alla nostra bambina. Oggi, invece, posso solo sperare che lui vegli su di noi e che ci dia la forza per sopportare la sua assenza e che mi guidi per crescere al meglio la nostra bambina».
All'indomani di quell'efferato omicidio, si sprecarono le dichiarazioni di tanti che offrivano aiuto, che volevano impegnarsi per lei. Alla fine ha avuto qualche sostegno?
«Nicola aveva molti amici ed era benvoluto da tutti. Ho avuto attestati di vicinanza da tante persone ma oggi, che sono sola, posso contare, per me e per Megan, solo sull'amore e sull'aiuto della mia famiglia».
Il Gup del Tribunale di Avellino, Paolo Cassano, ha condannato a 16 anni di reclusione Alessio Maglione e a 12 anni Giuseppe Moscatiello, cosa ha provato quando ha saputo delel condanne?
«Per quanto riguarda i soggetti responsabili dell'omicidio di Nicola, come compagna e come madre non posso perdonare chi, dopo aver causato tutto questo dolore e aver tolto suo padre a mia figlia, non ha chiesto neanche perdono. In aula, prima della sentenza, ho udito delle laconiche "scuse" solo davanti al Giudice che doveva giudicarli. Ma se le scuse fossero state sincere, se si fossero davvero pentiti, avrebbero potuto chiedere perdono in questi lunghissimi e per noi dolorosissimi 15 mesi. I responsabili sono stati condannati, ma per me, ovviamente, non esiste una pena davvero adeguata per quello che hanno fatto a Nicola, a nostra figlia e a me».
Ha qualcuno da ringraziare?

«A nome mio ma, soprattutto, di mia figlia Megan, che a 3 anni è stata privata della figura paterna, voglio ringraziare pubblicamente il nostro avvocato Marianna Febbraio, che in un breve lasso di tempo, ha svolto in modo eccellente il suo lavoro. Mi ha supportato nel mio ruolo di madre e compagna in questa mia triste vicenda. A lei, ancora, infinitamente grazie».
 

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