Ordine Avvocati, è già gran bagarre per la presidenza

Sono scaduti ieri alle 12 i termini per la presentazione delle candidature alle elezioni

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Gianni Coluccidi Gianni Colucci
Venerdì 13 Gennaio 2023, 08:56 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 17:14
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Non si ricandida il presidente uscente, non possono candidarsi diversi consiglieri per aver già svolto due mandati, ma torna un ex presidente in campo e c'è una pattuglia di donne che mira alla poltrona più alta. Il consiglio dell'ordine degli avvocati pronto al voto per il rinnovo delle cariche. Sono scaduti ieri alle 12 i termini per la presentazione delle candidature alle elezioni per il rinnovo dell'organismo.


Si voterà nei giorni 26, 27 e 28 gennaio 2023, dalle 9 alle 15, presso l'aula Magna del Tribunale di Avellino. Saranno eletti i 21 membri dell'organismo. Tra questi, subito dopo l'insediamento, saranno poi eletti il presidente, il vicepresidente, il segretario e il tesoriere.
È in corsa Fabio Benigni, che è stato presidente dell'organismo e non si era potuto ricandidare alla scorsa tornata e ora ritorna in corsa.


C'è poi Valentina Amelio, segretaria uscente del Consiglio, Francesco Castellano, Roberto Fabiano, Antonio Famiglietti, vicepresidente del Consiglio uscente e componente dell'organismo forese nazionale), Elvira Festa, Carlo Frasca, Francesco Saverio Iandolo, Ennio Napolillo, Antonio Picciocchi, Amato Rizzo, Gerarda Russo, Fioravante Annunziata, Rino Lucadamo, Vittorio Boccieri, Lucio Todisco,.

In campo inoltre Rita Cesta, Giovanni Candela, Anna Maria Vittoria Vecchione, Nicola Micera, Pasquale Acone, Antonio Giuditta, Giuseppe Di Gaeta, Rossella Verderosa, Elena Ferrara, Maria Rita Martucci, Maria Carmela Picariello, Annamaria Miele, Ciro De Marco, Gerardo Di Martino, Giovannangelo De Giovanni, Anna Chiara Casillo, Raffaele Tecce che è stato presidente dell'Aiga.

Sul tema dell'incandidabilità che aveva agitato la fase successiva delle scorse elezioni, dovrebbe essere stata fatta chiarezza e tre consiglieri uscenti - Nello Pizza, Anna Argenio e Carmine Freda - restano fuori dall'agone: tutti hanno svolto due mandati. Gli avvocati irpini in queste settimane si sono battuti per avere una sede dignitosa del tribunale e si sono fieramente opposti ad ogni soluzione pasticciata. Non hanno accettato il trasferimento al palazzo di città, ad esempio. Ma la battaglia è anche sulla sede del giudice di pace che da palazzo De Peruta dovrà essere trasferito. Anche sulle sedi distaccate in provincia c'è forte fermento.


Ma resta anche l'impegno a mantenere l'attuale palazzo di giustizia nelle condizioni migliori di sicurezza, sono in corso lavori sugli impianti elettrici e antincendio, ma si dovrebbe arrivare sopratutto ad una ristrutturazione radicale che faccia diventare antisismico l'edificio.
«Centrale la battaglia per una nuova edilizia giudiziaria: fondamentale per la città capoluogo e per i cittadini dell'intera provincia - dice Tecce -. Di pari passo alla discussione sull'istituzione del Tribunale distaccato di Cervinara e S. Angelo dei Lombardi, oltre che per il potenziamento degli uffici del Giudice di Pace».

«L'esperienza passata nel ruolo apicale dell'Ordine forense irpino ha rappresentato per me un periodo caratterizzato da tante responsabilità sotto il profilo istituzionale e da emozioni profonde sotto il profilo umano», dice Benigni riproponendo la sua candidatura. Dunque, l'appello al voto per riprendere il percorso lì dove era stato interrotto. Pronto a dare battaglia anche Pasquale Acone. «Immagino un'avvocatura che riscopra i suoi valori fondanti: la colleganza, la solidarietà, la lealtà tra colleghi. Un'avvocatura dinamica, che sappia collaborare con magistrati e cancellieri, che sia inclusiva e vicina ai più deboli».


E proprio la riforma e le difficoltà della categoria richiedono un surplus di impegno dice Carmen Picariello: «La riforma allontana definitivamente gli Avvocati dal processo, li riduce a parti eventuali e sgradite nello stesso, li soffoca con adempimenti e termini stringenti, li priva della loro funzione istituzionale, fa diventare la giustizia - già bene di lusso - il luogo dove si affermano solo interessi economici e materiali e non i diritti. Quando ci sveglieremo?
Ogni iscritto all'ordine potrà esprimere fino a 14 preferenze, pari ai due terzi del numero complessivo dei consiglieri, con un massimo di nove per lo stesso genere.

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