Ordine degli avvocati, la parola passa alle urne

Si vota oggi, domani e il 28 gennaio dalle 9 alle 15 nell'aula magna del Tribunale di Avellino.

Ordine degli avvocati, la parola passa alle urne
Ordine degli avvocati, la parola passa alle urne
Gianni Coluccidi Gianni Colucci
Giovedì 26 Gennaio 2023, 07:58 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 17:09
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Si vota per il rinnovo del Consiglio dell'ordine degli avvocati oggi, domani e il 28 gennaio dalle 9 alle 15, presso l'aula magna del Tribunale di Avellino. Saranno eletti 21 membri dell'organismo. Tra questi, subito dopo l'insediamento, saranno poi eletti il presidente, il vicepresidente, il segretario e il tesoriere. Si possono esprimere 14 preferenze, massimo 9 dello stesso genere.

L'uomo da battere pare Fabio Benigni, curriculum ineccepibile, un anno fermo dopo il doppio mandato, una bella esperienza appena conclusasi da commissario straordinario al Consiglio dell'ordine degli avvocati di Napoli Nord.

Ci potrebbe essere, per tentare di assediare il favorito, un asse Raffaele Tecce, Antonio Famiglietti, Elvira Festa avvocati che risultano tra i più votati alle passate elezioni e sempre molto impegnati nell'associazionismo professionale.


Ma si tratta in ogni caso di una gara in cui prevale il fair play, ci si impegna in prima persona e le cordate non sono nette e distinte come in altre categorie professionali dove ci sono correnti sindacali fortemente connotate. Scalpita Gerardo Di Martino che sul piano della formazione e dell'impegno sindacale si è fatto notare negli ultimi anni (organizzò un sit in nel giugno di tre anni fa davanti al palazzo di giustizia per chiedere la riapertura degli uffici giudiziari operanti a singhiozzo causa Covid).


Non ci sono questa volta in corsa, vige la regola che non ci si può candidare oltre due mandati consecutivi, i recordman di preferenze della scorsa tornata Tommaso Fabiano, Nello Pizza e Antonio Barra e con loro non sono più in corsa Paola Albano, Anna Argenio e Carmine Freda. Non c'è Gaetano Napolitano che era stato in passato molto attivo nella politica ordinistica con il Movimento Forense. In campo Fabio Benigni, Valentina Amelio, segretaria uscente del Consiglio, Rosa Barletta, Francesco Castellano, Roberto Fabiano, Antonio Famiglietti (vicepresidente del Consiglio uscente e componente dell'organismo forense nazionale), Elvira Festa, Carlo Frasca, Francesco Saverio Iandolo (detto Checco), Ennio Napolillo, Antonio Picciocchi, Amato Rizzo, Gerarda Russo, Fioravante Annunziata, Rino Lucadamo, Vittorio Boccieri, Lucio Todisco. In campo inoltre Rita Cesta, Giovanni Candela, Anna Maria Vittoria Vecchione, Nicola Micera, Pasquale Acone, Antonio Giuditta, Giuseppe Di Gaeta, Rossella Verderosa, Elena Ferrara, Maria Rita Martucci, Maria Carmela Picariello (detta Carmen), Annamaria Miele, Ciro De Marco, Gerardo Di Martino (detto Gegio), Giovannangelo De Giovanni (detto Giogiò), Anna Chiara Casillo, Raffaele Tecce che è stato presidente dell'Aiga.
Sono i temi nazionali della riforma Cartabia e del processo civile, della digitalizzazione degli atti con il processo telematico, quelli che agitano la categoria.


Ma le questioni locali non sono da meno. A cominciare dalle condizioni del palazzo di giustizia a cui si stanno facendo importanti ammodernamenti sul piano della sicurezza, ma che richiede un sostanziale intervento di recupero antisismico per essere davvero sicuro. Le proposte a getto continuo che vengono dal palazzo di città per indurre magistrati e avvocati a trasferirsi, fino ad oggi sono state respinte al mittente. E la battaglia sul giudice di Pace appare ancora in corso (con il sindaco Festa che appare intenzionato a sfrattare l'ufficio da palazzo De Peruta entro febbraio). Il trasferimento di questi uffici a palazzo di città (nella zona dove ora si trova l'anagrafe) tuttavia appare quasi certo.


Si discute anche della costruzione di un nuovo edificio per il tribunale o dell'individuazione di una struttura adeguata già esistente (magari a collina Liguorini). Il nuovo consiglio dell'ordine dovrà discutere anche di questi temi, oltre che delle gravi carenze che i penalisti, ad esempio, continuano a richiamare. Grandi processi come quello Isochimica a causa delle carenze strutturali del tribunale di Avellino, non si sono potuti celebrare in città. La nuova stagione che si apre servirà a riaprire un confronto oltre con gli amministratori locali anche con i magistrati.

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