De Luca-Vignola, polemica a distanza
sul pronto soccorso dell'ospedale di Solofra

De Luca-Vignola, polemica a distanza sul pronto soccorso dell'ospedale di Solofra
di Antonello Plati
Giovedì 26 Agosto 2021, 12:30
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È ancora scontro a distanza tra il governatore della Campania Vincenzo De Luca e il sindaco di Solofra Michele Vignola. Motivo del contendere, la questione irrisolta dell'ospedale Landolfi. «Per quanto concerne il pronto soccorso, non abbiamo soppresso niente», è la posizione del presidente della Regione ribadita ieri nel corso della sua visita presso la sede dell'Air a Pianodardine. «C'è un pronto soccorso a 7 km e le leggi nazionali lo impediscono. Dato che non è possibile avere due pronto soccorso a 10 minuti di distanza l'uno dall'altro, se non avessimo preso questa decisione, avrebbero chiuso da Roma. Non parliamo sempre a vanvera». 

Punto per punto, Vignola smonta l'intera tesi: «Non c'è nessuna norma che prevede una distanza minima tra un pronto soccorso e l'altro.

E poi c'è un evidente problema di misurazione: i chilometri tra Avellino e Solofra sono più di 15 e non 7 come afferma il governatore. C'è una tendenza, in ogni sua uscita pubblica, a ridurre la distanza tra il capoluogo e Solofra». Ma seppure una norma ci fosse, Vignola ricorda: «In tutte le province della Campania ci sono pronto soccorsi a meno di 15 chilometri di distanza. A cominciare proprio dalla provincia di Salerno, dove un'unica azienda ospedaliera ne ha quattro. Benevento con gli ospedali riuniti ne ha due. Ma anche Napoli e Caserta hanno presidi a meno di una decina di chilometri. Dunque, seppure ci fosse una norma del genere, perché la Regione l'ha applicata solo all'ospedale di Solofra?». Interrogativo posto più volte dal primo cittadino, che in diverse occasioni ha chiesto un faccia a faccia con De Luca: invito sempre rispedito al mittente.

Nel mezzo, da marzo dell'anno scorso (quando il pronto soccorso è stato chiuso) a oggi, le proteste, sia istituzionali sia della popolazione della Valle dell'Irno, un incontro al Ministero della Salute con il ministro Roberto Speranza. E infine un ricorso al Tar di Salerno contro la delibera 201 della giunta regionale (poi recepita nell'atto aziendale dell'Azienda ospedaliera Moscati che dal 2018 gestisce il Landolfi) che ha rivisto al ribasso le funzioni del plesso della cittadina conciaria (i giudici dovrebbero esprimersi la settimana prossima). «L'unico riferimento normativo continua Vignola è il decreto ministeriale numero 70 del 2015 con il quale sono classificate le strutture ospedaliere. Ebbene nel testo non c'è nessun riferimento alla distanza minima citata da De Luca. Circostanza confermata dalle linee guida internazionali che non parlano di chilometri ma di tempo di percorrenza». 

Carte alla mano, il sindaco di Solofra rafforza quanto detto: «Nel decreto 70 del 2015 si specifica che la funzione di pronto soccorso è prevista per un bacino di utenza compreso tra 80mila e 150mila abitanti e che nella struttura devono essere presenti le discipline di Medicina interna, Chirurgia generale, Anestesia, Ortopedia e servizi di supporto in rete di guardia attiva di Radiologia, Laboratorio, Emoteca». Quindi, Vignola chiede: «Perché il pronto soccorso di Solofra che soddisfaceva queste condizioni è stato soppresso?». Provocatoriamente risponde: «Sono state assecondate le richieste del direttore generale, Renato Pizzuti, e del direttore sanitario, Rosario Lanzetta, che da quando sono arrivati al Moscati hanno fatto di tutto per cancellare il decreto regionale 29 del 2018 con il quale fu sancita l'annessione del Landolfi al Moscati. Il decreto 29, infatti, prevedeva un potenziamento del plesso solofrano e non un suo declassamento che è quello che è stato fatto con la delibera 201 poi recepita nell'atto aziendale». Che prevede l'istituzione al Landolfi di un punto di primo intervento (poi rinominato nell'atto sottoscritto da Pizzuti come Punto di primo soccorso). «Anche in questo caso, è il decreto 70 a spiegarci come stanno la cose. Si legge nel testo che esclusivamente a seguito della riconversione dell'attività di un ospedale per acuti in un ospedale per la post-acuzie oppure in una struttura territoriale, potrebbe rendersi necessario prevedere, per un periodo di tempo limitato, il mantenimento nella località interessata di un punto di primo intervento. E ancora: Qualora gli accessi superino le 6mila unità all'anno la responsabilità clinica e organizzativa ricade sul Dea di riferimento, che nel nostro caso è il Moscati. Appare chiaro che hanno trasformato Solofra in una struttura secondaria rispetto ad Avellino».

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