Ospedale Moscati di Avellino,
la carica dei 4.010 per otto posti

Ospedale Moscati di Avellino, la carica dei 4.010 per otto posti
di Antonello Plati
Martedì 5 Febbraio 2019, 15:00
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La carica dei quattromila e dieci. Tanti sono i candidati che hanno risposto all'avviso pubblico dell'Azienda ospedaliera «Moscati» per l'assunzione con un contratto a tempo determinato - di 8 infermieri. L'altro giorno la prima scrematura da parte del direttore delle Risorse umane, Amy Morrison, che ne ha esclusi, per mancanza di requisiti, 485: in lizza ne restano 3mila 525. Uno su 440 ce la farà e presumibilmente nell'avviso non è specificato andrà a colmare le lacune che, da anni, hanno messo in crisi il Pronto soccorso di Contrada Amoretta. Gli innesti, già annunciati dal direttore generale Angelo Percopo, non rientrano tra quelli previsti dal Piano triennale del fabbisogno del personale ancora al vaglio della Regione.
 
Le unità dovrebbero riportare in quota i paramedici della prima osservazione che in questo momento sono 26 (dovrebbero essere almeno 30) con 12 Oss. Pochi anche i medici: infatti, nel reparto diretto da Antonino Maffei ce ne sono 14 in servizio (ai quali si aggiungono i 6 della Medicina d'urgenza) a fronte dei 18 necessari. «In 4mila per 8 posti: questo dato sintetizza meglio di qualsiasi statistica la situazione occupazionale in provincia di Avellino», nota Antonio Santacroce, segretario generale della Cisl Funzione pubblica Irpinia-Sannio. E nel merito del provvedimento, il sindacalista ritiene la misura pressoché inefficace. Dice: «Attendevamo con trepidazione interventi che ponessero fine a uno stato di cronica emergenza, invece registriamo, con le 8 assunzioni a tempo determinato, un sistema imperniato su un mortificante e deludente calcolo matematico che conferma la forte carenza di personale al Moscati. Questi incarichi prosegue Santacroce - non risolveranno le problematiche dell'Azienda che non riguardano solo il Pronto Soccorso ma anche altri reparti». Quindi il monito: «Chi ha responsabilità deve dimostrare di essere capace di migliorare il migliorabile: la nostra provincia non merita di essere ricordata soltanto per le sciatterie. Meritiamo ben altro ed è giunto il momento che la politica lo dimostri non con le parole ma con i fatti». Il riferimento è alla gestione del commissario straordinario alla Sanità nonché presidente della Regione, Vincenzo De Luca: «È difficile coniugare gli effetti restrittivi, in termini di posti letto e unità operative complesse imposte dalla normativa vigente in materia, con la geografia sanitaria della nostra regione. Tuttavia non si può non sottolineare che la spesa per il personale è scesa di 1 miliardo e 200 milioni con oltre 13 mila addetti in meno. Insomma - conclude il segretario Cisl Fp - siamo alle solite: c'è chi soffre e chi gode, chi ci ha rimesso e chi ci ha guadagnato». Sulla stessa linea il segretario generale della Cgil irpina Franco Fiordellisi. Ribadisce: «Che migliaia di persone ambiscano a così pochi posti - per di più con contratti a termine è una circostanza che si verifica in diverse settori, da quelli maggiormente in crisi a quelli più floridi. Ed è la conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, del fatto che in particolare nel Mezzogiorno il lavoro non c'è: condizione che aumenta lo spopolamento di queste aree con sempre più giovani costretti a spostarsi al Nord o in altri Paesi dell'Europa e del resto del mondo». Sul caso specifico, anche il segretario della Camera del lavoro attacca il governatore De Luca: «La programmazione sanitaria è insufficiente: ancora non conosciamo il reale fabbisogno di personale dei presidi ospedalieri, ma intanto il presidente della Regione annuncia che ci saranno 7mila assunzioni. La cifra, probabilmente, non sarà sufficiente a colmare le ataviche lacune». Infine, sul Pronto soccorso: «Lo stato di costante emergenza è aggravato in questi mesi dall'aumento dei codici in entrata a causa del picco influenzale: il personale è costretto a turni stressanti. Gli innesti previsti sono, dunque, un mero palliativo».
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