Palazzo Trevisani di Avellino,
il condominio avvia la riqualificazione

Palazzo Trevisani di Avellino, il condominio avvia la riqualificazione
di Flavio Coppola
Domenica 24 Aprile 2022, 11:00
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Il Comune chiama, Palazzo Trevisani risponde. Dopo 50 anni di abbandono, venerdì si svolgerà il sopralluogo tecnico sull'edificio di origine settecentesca che avvierà di fatto lo storico iter per il restauro e la riqualificazione sismica.

L'annuncio è giunto nero su bianco dall'amministratore del celebre condominio di Corso Vittorio Emanuele, Carmine Antonio Ciccarone. Ha scritto al sindaco Festa e al responsabile del settore Pubblica incolumità, Luigi Cicalese, vero regista tecnico del piano comunale per il recupero di tutti i buchi neri di Avellino.

Ciccarone riscontra l'ordinanza con cui Festa, di fatto, ha messo i condomini di fronte al bivio: messa in sicurezza e riqualificazione subito (entro 30 giorni) o il Comune si prenderà il bene.

Ma anche l'amministratore bada al sodo: «Il 29 aprile, alle ore 9.30, sarà effettuato un sopralluogo tecnico al fabbricato, al fine di ottemperare alle prescrizioni dell'ordinanza», risponde poche ore dopo. 

A gennaio, l'assemblea che aveva nominato Ciccarone nuovo amministratore aveva già votato per uno studio di fattibilità che indagasse le possibilità di sfruttare il superbonus. Lo studio è in dirittura d'arrivo e l'amministratore si impegna: «Il sopralluogo di venerdì prossimo segnerà l'inizio del contatto dello staff tecnico che abbiamo individuato, coordinato dal professor Vincenzo Torrieri, dell'Università Federico II, per una prima esplorazione in risposta dell'ordinanza. Finora - chiarisce - non avevamo ancora effettuato l'accesso perché il precedente amministratore non aveva fornito le chiavi, ed è stata necessaria una diffida ex articolo 700».

Ora si può e si deve passare dalle buone intenzioni ai fatti. Se succederà, sarà una svolta storica per il centro di Avellino. L'amministratore ha un obiettivo preciso: «Sono fermamente intenzionato ad andare fino in fondo, partendo con i lavori di restauro a settembre. Anche se non possiamo fare miracoli - riflette - non possiamo perdere quest'ultimo quadrimestre dell'anno. Allo scopo, ho messo insieme una squadra motivata e voglio pensare che sia la volta buona».

L'ordinanza del sindaco, stavolta, è molto stringente. E pone di verse questioni in capo ai proprietari. «C'è il problema di messa in sicurezza del ponteggio e dell'ancoraggio alle basi di cemento ricorda Ciccarone Poi il recupero dello scalone monumentale a due rampe». Servirà un restauro particolarmente attento, e allora l'amministratore chiede la piena collaborazione del Comune e della Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici. «Spero che vengano al sopralluogo apre e sono convinto che ci aiuteranno. Noi vogliamo lavorare al loro fianco, recependo tutte le indicazioni degli enti». L'edificio tra l'altro - ha «un vincolo totale» - ricorda l'amministratore, e forse è l'unico ad averlo al Corso. Per i proprietari, al netto degli incentivi possibili col superbonus 110%, potrebbero essere richiesti sforzi economici importanti. Ma è chiara la consapevolezza che restaurare un edificio così prestigioso e ricco, rappresenterebbe la formula efficace per tutelare sia il bene pubblico che l'interesse privato. Perché appartamenti e locali commerciali avrebbero un enorme valore. «Il costo delle materie prime è alle stelle e noi lavoreremo pietra a pietra continua l'amministratore Lo sa anche il sindaco, che sta seguendo la cosa con attenzione. Mancano i solai, e servirà un intervento molto importante».

Ma l'edificio, pochi ormai lo sanno, ha enormi punti di forza. Al di là del fatto che ha resistito al terremoto del 1980, infatti, Palazzo Trevisani ha piani a vocazione commerciale fronte Corso, cantine con volte in tufo, una falda acquifera al di sotto. «È il prototipo di un fabbricato signorile di fine 700, con corti interne e un giardino di 700 metri quadrati continua Ciccarone Al di sotto, potremmo creare box auto interrati». La volontà c'è, ora occorre la delibera di assemblea dopo lo studio di fattibilità. E manca davvero pochissimo: «Dopo 50 anni - chiosa Ciccarone - è vietato perdere tempo. Vogliamo restituire a questa nobildonna un po' decaduta il su splendore. E lo faremo con tutte le nostre forze anche a beneficio della città». 

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