È bufera sul Partito Democratico irpino. Il congresso provinciale, fissato per il 10 dicembre, è slittato e nell'occhio del ciclone resta il dato, ora sub judice, del tesseramento che, con oltre 10mila sottoscrizioni, ha trasformato la provincia di Avellino, per l'ennesima volta, in un caso nazionale.
Sul punto, dopo giorni di silenzi ed incertezze, si è vista costretta ad intervenire addirittura la segreteria nazionale del partito affiancata dal commissario provinciale Michele Bordo. «Con riferimento alle notizie di stampa che riportano gravi anomalie nel tesseramento al Pd nella provincia di Avellino - si legge in una nota ufficiale - la segreteria nazionale e il commissario della federazione provinciale, non appena hanno avuto riscontro dai responsabili della piattaforma di tesseramento online l'andamento anomalo del tesseramento medesimo, hanno attivato tutti i controlli necessari ad individuare la reale natura dei fatti». I toni sono duri, ad indicare il rumore che tale questione sta facendo negli ambienti romani, in una fase assolutamente delicata per il partito. «Al momento - proseguono i membri dell'organismo nazionale - in attesa del completamento delle verifiche da parte dei competenti uffici del Pd, le richieste di iscrizione al partito effettuate attraverso tale piattaforma, adottata in quanto consente di rilevare con certezza l'identità di chi richiede l'iscrizione e di tracciare i corrispondenti pagamenti effettuati, sono sospese e l'iscrizione al partito verrà consentita solo alle persone delle quali sia certa l'identità, l'autonoma volontà di iscriversi al Pd con risorse proprie e non provenienti da terzi e i requisiti previsti dal codice etico del Pd per l'iscrizione». Dunque, l'avvertimento: «Il Partito Democratico si riserva di valutare tutte le azioni rivolte a tutelare la propria onorabilità e la propria immagine e a sanzionare gli eventuali comportamenti posti in essere da propri iscritti in contrasto con lo Statuto e il codice etico del partito».
Insomma, il clima, come era facile prevedere, si è fatto incandescente.
Il candidato alla segreteria, Nello Pizza, sul punto è chiaro: «Lo slittamento delle operazioni congressuali era nell'aria e lo aveva già anticipato il presidente della commissione Riserbato. D'altro canto, la condizione venutasi a determinare era ampiamente prevedibile, visto che è stato consentito il voto congressuale anche ai tesserati dell'ultimo momento». L'auspicio, a questo punto, è che «si faccia un controllo capillare e serio della platea congressuale, così da restituire serenità e, soprattutto, credibilità al partito». Per Pizza, «storicamente, quando all'interno di un partito, che sia ad Avellino o altrove, ci sono delle votazioni, un alone di sospetto, relativo alla trasparenza delle procedure, c'è», tuttavia, «quello che conta è avere organi di controllo interni efficaci, in grado di creare le condizioni per un congresso serio e non uno in cui il risultato è frutto di prove muscolari o furbate».
L'avversario di Pizza, Gerardo Capodilupo, si dice «contento per la decisione assunta dal nazionale» perché «è necessario fare chiarezza sul tesseramento in generale e sulla dislocazione territoriale in particolare». In tal senso, spiega, «è giusto che Roma si prenda tutto il tempo necessario», anche se «appena ci saranno le condizioni, il congresso dovrà essere celebrato».