Perseguita la vicina di casa, condannato lo stalker di

Tre anni di reclusione per il 37enne

Il tribunale
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Venerdì 9 Giugno 2023, 09:25 - Ultimo agg. 12:26
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Ha pedinato e stalkerato per cinque anni la sua vicina di casa: condannato a tre anni di reclusione I. C., 37enne di Rione Parco accusato di stalking, difeso dagli avvocati Stefania Macchia e Nello Pizza.

Ad emettere la sentenza il giudice Vincenza Cozzino del tribunale di Avellino che ha accolto le richieste del pubblico ministero, al termine della sua requisitoria. Il 37enne, in carcere dallo scorso marzo, è stato condannato anche a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza emessa nei confronti del giovane dal tribunale di primo grado.

La donna perseguitata - difesa dall'avvocato Giulia Abate - già qualche anno fa aveva presentato una denuncia nei confronti del suo vicino di casa (già aveva rimediato una condanna in primo grado a due anni di reclusione).

Denunce e condanne che non l'hanno fatto desistere dal mettere in atto i suoi comportamenti molesti. Fino a quando nel marzo scorso i carabinieri del comando provinciale di Avellino lo hanno rintracciato e bloccato a Pompei grazie anche alla collaborazione dei militari dell'Arma della locale Stazione, conducendolo in carcere con le pesanti accuse. Il 37enne nei confronti del quale fu emessa anche un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Avellino su richiesta della Procura della Repubblica tutt'ora si trova ristretto nel penitenziario di Poggioreale con le accuse di stalking.

La donna, secondo quanto ha raccontato, era seguita quotidianamente dal presunto stalker. La giovane ha raccontato di «conoscere il suo aguzzino fin da quando era bambina, ma il tutto è iniziato quando io e i miei familiari ci siamo trasferiti a casa dei nonni. La madre e lui suonavano di continuo alla porta di casa con le scuse più banali, stazionava per ore sul pianerottolo di casa impedendomi di uscire, ha rotto la porta d'ingresso e varie telecamere installate per tenere sotto controllo le sue condotte».

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Dopo una prima denuncia e condanna, la situazione è peggiorata. «In tante occasioni me lo sono ritrovato nei luoghi da me frequentati e sono stata costretta a trasferirmi per non continuare a vivere segregata in casa. Per capire dove mi fossi trasferita ha iniziato a seguirmi e a porre in essere atti persecutori anche nei confronti dei miei familiari. I miei genitori per andare a lavoro doveva essere pedinati dalla polizia».

Dichiarazioni che la giovane ha rilasciato nel marzo scorso dopo l'esecuzione della misura cautelare in carcere nei confronti del 37enne. Quest'ultima agli inquirenti ha sempre precisato di «non aver mai intrattenuto alcun rapporto di natura sentimentale con il ragazzo», ma lui aveva anche messo in giro la voce di aver avuto una relazione con la vittima e che lei lo avesse successivamente rifiutato. I suoi comportamenti in ogni caso non sarebbero mai sfociati in aggressioni fisiche, ma erano pur sempre insistenti e molesti, tanto da generare nella ragazza uno stato di ansia, fino a costringerla a cambiare le proprie abitudini.
Di qui la decisione di rivolgersi ai militari dell'Arma. Immediatamente presero il via le indagini da parte dei carabinieri della stazione di Avellino, che fornirono riscontri rispetto a quanto raccontato dalla giovane. Nel giro di poco tempo fu ricostruita tutta la vicenda. E scattarono le manette per il 37enne.
 

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