Piscina nel degrado ma il Comune
è pronto a riprendersi i suoli dai Cesaro

Piscina nel degrado ma il Comune è pronto a riprendersi i suoli dai Cesaro
di Flavio Coppola
Lunedì 30 Maggio 2022, 08:05 - Ultimo agg. 09:53
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Il Comune è finalmente pronto a riprendersi i suoli della Piscina comunale. L'atto di estinzione del diritto di superficie, che era stato concesso per 30 anni al Gruppo Cesaro in ragione del project financing che aveva presentato ormai 20 anni fa per la realizzazione e gestione del centro sportivo di via De Gasperi, è stato messa nero su bianco dal dirigente al Patrimonio del Comune di Avellino, Filomena Smiraglia, così come stabilito dal Consiglio comunale all'unanimità il lontano 18 febbraio scorso. L'atto così si apprende da Palazzo di Città sarà pubblicato in questa settimana. Dopo una lunga gestazione, è stato messo a punto in questi mesi dagli uffici, in collaborazione con l'avvocato amministrativista Marcello Fortunato, che da tempo segue per conto dell'ente la telenovela giudiziaria della Piscina. In pratica, estinguendo il diritto del vecchio gestore sul bene e sui terreni sui quali era sorto, il Comune chiuderà il cerchio aperto con la sua estromissione dalla struttura, avvenuta ad ottobre 2020 a seguito dell'interdittiva antimafia che l'aveva raggiunto nel 2019. E' il presupposto giuridico, insomma, per attuare la strategia necessaria a realizzare il nuovo affidamento mediante un nuovo project financing che sarà pubblicato successivamente.

La strategia dell'amministrazione prevede in merito un bando in cui si parta dalla constatazione che esiste un debito di 3 milioni di euro per il mancato pagamento del vecchio mutuo con l'Istituto del credito sportivo da parte del gestore precedente che dovrà accollarsi il futuro concessionario. Il nuovo imprenditore dovrebbe accollarsi anche la manutenzione triennale. Quanto al canone mensile, l'unica certezza è che l'amministrazione reputa esorbitanti i 25.000 euro al mese fissati dalla procedura pubblicata nel 2019 dal commissario Giuseppe Priolo, e poi andata deserta. Una procedura a cui, nel 2019, avevano partecipato, tra gli altri, Angelo D'Agostino e Dino Scozzafava. Ma dopo il Covid lo scenario è cambiato. Del resto, laddove il futuro gestore dovesse accollarsi anche il debito, è più che verosimile che i costi del canone verrebbero notevolmente abbattuti. Altro punto dirimente annunciato all'interno del bando, un articolo che dovrà prevedere l'assorbimento del vecchio personale, ormai assottigliatosi a 22 unità. Dramma nel dramma, gli ex lavoratori della «Polisportiva Avellino» sono sospesi, infatti, tra la gestione che è stata e quella che verrà. 

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L'ultima cassa integrazione è scaduta a marzo scorso. La Piscina comunale di via De Gasperi, nel frattempo, è un contenitore vuoto. La struttura è chiusa da marzo 2020, dunque da 26 mesi. Gli impianti interni si sono logorati per il mancato utilizzo. Mentre, all'esterno, anche la facciata reca i segni del tempo e dell'abbandono. L'amministrazione comunale, nelle scorse settimane, ha incaricato un'impresa di sfalciare il verde circostante e l'ha ripulita, quantomeno, dalle erbacce. Ma i danni maggiori potrebbero essersi materializzati proprio nelle sottostrutture della piscina. E questa variabile influenzerà fortemente il nuovo project financing. La pubblicazione della determina dirigenziale per l'estinzione del diritto di superficie, in ogni caso, non rappresenta una svolta definitiva per riaprire la piscina. Sarà solo il primo passo. Come aveva preannunciato a «Il Mattino» l'avvocato Lorenzo Lentini, che rappresenta il vecchio gestore estromesso dal Comune, un attimo dopo che Piazza del Popolo farà la sua mossa, i Cesaro potrebbero impugnarla in giudizio.

Il vecchio gestore, infatti, ritiene di dover essere risarcito per i mancati introiti di un project finito anzitempo, e negli anni scorsi aveva anche conteggiato un importo, di circa 5 milioni di euro. Una somma che Piazza del Popolo non vuole e non può risarcire. Se Piazza del Popolo non ha più alibi e deve comunque pubblicare gli atti per i quali si è impegnata in Consiglio comunale, il buon esito della procedura per il nuovo affidamento non è affatto scontato. L'unica cosa che il Comune non può certamente fare, è perseverare nell'immobilismo degli ultimi due anni. Uno stallo in cui ci hanno rimesso tutti: l'ente, per il debito acquisito, i cittadini, rimasti senza un centro sportivo, e i lavoratori.

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