Abusive 16 piscine private
sulle 42 censite in Irpinia

Abusive 16 piscine private sulle 42 censite in Irpinia
di Riccardo Cannavale
Sabato 11 Luglio 2020, 10:34
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Abusive 16 piscine private sulle 42 censite. Oltre il 40% delle vasche presenti nei giardini delle ville di Monteforte non avrebbe, dunque un titolo abilitativo idoneo. E' quanto emerge dai primi risultati dello screening avviato lo scorso mese di maggio dalla comandante della polizia municipale, Lucilla Landolfi, su atto d'indirizzo del primo cittadino Costantino Giordano. Dati preoccupanti che, se confermati, dimostrerebbero come per anni in tanti hanno agito in pieno dispregio delle normative in materia urbanistica.

La verifica era stata sollecitata per comprendere se i consumi anomali di acqua segnalati dall'Alto Calore, ed alla base dei continui singhiozzi dei rubinetti, potessero essere messi in relazione ad abusi, quale appunto il riempimento di vasche di piscine, perpetrati in alcune zone del paese. Un lavoro certosino, portato avanti non senza intoppi. Come quelli posti dalla burocrazia comunale che, stando ai si dice, non avrebbe accolto di buon grado l'operazione e le richieste avanzate dalla comandante dei caschi bianchi. Non è un caso se ci siano voluti quasi due mesi per avere contezza del numero di piscine e degli atti conservati negli uffici che ne attestano la regolarità urbanistica. Stando ad una prima ricognizione, ma il lavoro di verifica va avanti, su 42 piscine individuate attraverso le immagini del satellite e comparate con i dati catastali, ben 16 sarebbero già risultate del tutto abusive.

Cerca e ricerca, i funzionari di Palazzo Loffredo i documenti che potessero dimostrare la regolarità delle vasche proprio non li hanno trovati. Si saranno persi? Possibile. Ragion per cui è stata fatta comunicazione ai sedici proprietari dei terreni in cui le stesse sorgono dell'avvio del procedimento attraverso il quale si chiede di produrre, entro dieci giorni, il titolo abilitativo. Magari negli uffici si son persi, ma i proprietari sicuramente ne avranno conservata una copia, è quanto hanno ipotizzato i dipendenti comunali.
Ad onor del vero, c'è da capire anche quante delle piscine apparentemente non in regola siano interrate e quante, invece, siano fuori terra e, dunque, da considerare opere removibili. In quest'ultimo caso, infatti, non sarebbe necessario alcun titolo.

A patto, naturalmente, che al termine dei 90 giorni concessi dalla legge, le opere temporanee in quanto tali - vengano rimosse. Tra gli impianti finiti sotto la lente di ingrandimento della comandante Landolfi ci sarebbero piscine storiche di Monteforte, costruite anche diversi anni fa. «E' un'operazione che ho voluto per comprendere se davvero ci siano comportamenti non corretti da parte di qualcuno nell'utilizzo dell'acqua spiega il sindaco Giordano -. Sarebbe davvero poco piacevole scoprire che a fronte di tanti cittadini che restano senz'acqua, pochi se ne servirebbero per usi non consentiti. Per giunta per riempire piscine non in regola. Naturalmente, sono certo della buona fede di tutti. Se verranno fuori situazioni non in linea con quanto prescrive la legge, daremo il tempo necessario per mettersi in regola. Da parte nostra non c'è un atteggiamento persecutorio ma, come ho sempre sostenuto dal mio insediamento, dal principio di legalità non si transige». Per ora cautela è la parola d'ordine. Anche se i dubbi che i numeri possano modificarsi in aumento sono concreti. «Probabilmente si tratta di un'azione impopolare ma è questo l'indirizzo che intendiamo portare avanti: il rispetto della legalità».

Anche l'assessore all'urbanistica, Carmine Tomeo, plaude alla verifica dei caschi bianchi. «Ciò che sta emergendo da questa prima analisi è una non vigilanza del territorio che si è registrata finora. Chiaramente conclude Tomeo - occorrerà capire quali e quante situazioni siano sanabili. Le opere che risulteranno urbanisticamente difformi dovranno essere eliminate».
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