Pizzo al pakistano, chiuse le indagini
sulla banda di Monteforte Irpino

Pizzo al pakistano, chiuse le indagini sulla banda di Monteforte Irpino
di Alessandra Montalbetti
Sabato 20 Aprile 2019, 10:29
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Avviso di chiusura delle indagini per i sette indagati della banda di presunti estorsori di Monteforte Irpino.
Il procuratore aggiunto Vincenzo D'Onofrio ha chiuso le indagini per Gianpiero Aufiero (sottoposto inizialmente agli arresti domiciliari, confermati dal tribunale del riesame e di recente trasferito nel carcere di Bellizzi Irpino con l'aggravamento della misura per violazione delle prescrizioni imposte dalle autorità giudiziarie). Era l'unico ad essere accusato fin da subito di sequestro di persona e tutt'ora di tentata estorsione oltre che di lesioni aggravate personali e porto d'armi abusive. Indagini schiuse anche su suo cognato Pino Barbarulo, Francesco Coppola, Ferdinando Bianco, Alessio e Ivan Di Somma, Saverio Valente.

Il procuratore aggiunto ha fatto decadere l'accusa di tentata estorsione inizialmente contestata anche agli altri sei indagati e che oggi rispondono soltanto di lesioni aggravate e porto abusivo d'armi.
La posizione più critica rimane dunque, quella di Gianpiero Aufiero, in quanto ad avviso degli inquirenti, attraverso una pluralità di azioni criminose aveva costretto Waquas, persona offesa insieme alla sua compagna, a corrispondere il 20% degli incassi dell'attività commerciale aperta di recente dalla coppia di pakistani nel comune di Monteforte Irpino.

Un piano, stando alla ricostruzione effettuata dalla pubblica accusa, che avrebbe messo in piedi con la complicità di altre due persone - non ancora identificate - ed attraverso violenze e minacce, anche armate. Si alleggerisce la posizione di Pino Barbarulo, Francesco Coppola, Ferdinando Bianco, Saverio Valente e i gemelli Ivan e Alessio Di Somma (sottoposti inizialmente agli arresti domiciliari annullati dal tribunale del riesame) difesi dagli avvocati Gaetano Aufiero, Alberico Villani, Loredana De Risi, Quirino Iorio, Michele Scibelli, Gerardo Santamaria e Costantino Sabatino.
L'VIII sezione del tribunale partenopeo, davanti alla quale gli avvocati avevano chiesto la revoca delle misure degli arresti domiciliari alle quali i loro assistiti furono sottoposti lo scorso 8 marzo, aveva già accolto le loro richieste accogliendo i ricorsi e rimettendoli in libertà. Già in quella sede erano venute meno le accuse di tentata estorsione per (Pino Barbarulo, Francesco Coppola, Ferdinando Bianco, Saverio Valente e i gemelli Ivan e Alessio Di Somma) in quanto i difensori avevano dimostrato che i loro assistiti non avevano preso parte alle richieste estorsive.
I sette indagati avranno venti giorni per chiedere di essere ascoltati dagli inquirenti, poi toccherà al procuratore aggiunto D'Onofrio decidere se chiedere il processo per i componenti della banda di Monteforte Irpino. Gli episodi violenti sarebbero avvenuti nel settembre scorso. Ad avviso dei carabinieri, in base alla ricostruzione fornita dalla vittima, le violenze fisiche sarebbero state perpetrate nei confronti del pakistano dapprima con delle mazze e poi con il taser, la pistola a scariche elettriche, al fine di imporre il pizzo sull'attività commerciale aperta dalla coppia di pakistani.
La banda, l'indomani del diniego, ad avviso della pubblica accusa, avrebbe organizzato una spedizione punitiva presso l'attività ricettiva gestita dalla compagna del pakistano, con l'impiego del taser, spranghe, bastoni, coltelli e una pistola, procurando alle vittime policontusioni in diverse parti del corpo. Contestate ai sette indagati, le aggravanti dell'uso di armi e delle più persone riunite, oltre che della premeditazione.
 
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