Polveri sottili in aumento ambientalisti sul piede di guerra: «Denunciamo»

Gli sforamenti, censiti anche dall'Arpac sul finire di novembre, terza denuncia in Procura

Una veduta irpina
Una veduta irpina
di Flavio Coppola
Domenica 4 Dicembre 2022, 10:25
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Un nuovo esposto in Procura sull'infinita emergenza dell'aria avvelenata. Ad annunciarlo, in tandem con un malato oncologico colpito proprio ai polmoni, è Franco Mazza, in rappresentanza dell'associazione Isde, medici per l'ambiente. Negli ultimi giorni, l'aria di Avellino è stata letteralmente irrespirabile. Gli sforamenti, censiti anche dall'Arpac sul finire di novembre, fanno il paio con le allarmanti misurazioni delle centraline della rete Aura, riferite invece alle ultimissime ore. Dati che gridano vendetta, e raccontano per l'ennesima volta una storia di immobilismo perpetuo da parte di tutte le istituzioni, rispetto ad un fenomeno per cui ci si continua ad ammalare e si muore.

L'esposto annunciato è il terzo, dopo quelli già presentati alla Procura a luglio 2021 e poi a luglio 2022. Denunce super circostanziate, rispetto alle quali mastica amaro Mazza - «non si muove assolutamente nulla». «Non abbiamo notizia di alcuna iniziativa, né sulla qualità dell'aria né sulle acque», dice il presidente dell'associazione Salviamo la Valle del Sabato.

Per la verità, è finito nel dimenticatoio pure l'esposto presentato nel 2020 dall'intera, o quasi, opposizione consiliare del Comune di Avellino. Era rivolto a denunciare il presunto immobilismo dell'amministrazione Festa, rispetto ai dati disastrosi che videro Avellino tra le prime città d'Italia per smog, ben oltre tutte le soglie di legge. Quest'anno, per lunghi tratti, è andata meglio. Ma solo grazie alle condizioni meteo, che hanno determinato maggiori movimenti di masse d'aria e quindi più dispersioni. Perché, almeno su Avellino, non c'è stata alcuna stretta amministrativa.


Così, rispetto ad un totale di 35 superamenti massimi consentiti fino al 31 dicembre, alla data del primo dicembre, la città è giunta a 21 sforamenti sulla centralina Arpac posizionata al Quinto Circolo, e 15 sul dispositivo allocato all'ex scuola «Dante Alighieri». Nel primo caso, Avellino ha sforato il 24 e il 25 novembre scorsi. Ma ieri e l'altro ieri è stata una escalation di polveri sottili, che l'Arpac non ha ancora censito. Lo hanno fatto, invece, le centraline degli ambientalisti di Aura. Emerge che, il 2 dicembre, il tasso di microgrammi di Pm10 al metro cubo in città era stabilmente sopra i 130, rispetto ai 50 previsti dalla legge e già ritenuti molto alti. Stessa musica nei comuni dell'hinterland, ovviamente: 199 a Mercogliano, 191 a Summonte. La media delle ultime 24 ore parlava era intorno agli 80 microgrammi al metro cubo. Veleno puro per i polmoni di tutti. Compresi bambini piccoli, donne incinte, anziani, malati.

Mazza, al terzo esposto, non molla. Ma mette nel mirino tutte le istituzioni. «Non abbiamo visto nulla da nessun versante. Né dai Comuni, che fanno le ordinanze, né dalle forze dell'ordine, che dovrebbero operare i controlli, né dalla magistratura, che fa le inchieste. Nel frattempo - ricorda - nulla cambia, e le centraline registrano ciò che sappiamo da anni, soprattutto in un periodo critico come questo. Ma potremmo dire lo stesso per ciò che riguarda il povero fiume Sabato». Da ambientalista, ma anche da medico, Mazza mette in guardia sui danni causati dalle polveri sottili: «Gli sforamenti sono eclatanti evidenzia - e non solo per il Pm10. Ma anche per il Pm2,5 e il Pm1. Tutti inquinanti di sicuro impatto sanitario». Cosa si chiede alla Procura? «Dovrebbe verificare se, a fronte di tutte queste segnalazioni, ci sia stata o meno un'inerzia. Perché, di certo, non è sufficiente l'ammuina di una riunione in Prefettura». Mentre il medico studia ma in realtà nell'ultimo anno le istituzioni si sono decisamente cullate l'ammalato muore. Letteralmente. «Si bruciano ogni giorno denuncia Mazza plastiche, rifiuti, stoppie. Ovunque, e nessuno controlla». Alcune ordinanze esistono solo sulla carta, altre prevedono 2 giorni di tregua. Secondo Mazza «non dovrebbe essere consentito mai». La soluzione, ancora una volta, non può che essere in un cambio di mentalità e di metodo. «Lo diciamo da anni - chiosa il medico per l'ambiente occorre un concorso di forze. Sindaci, Regione, Governo, Forze dell'Ordine. Serve un piano che incida su tutte le fonti emissive e disponga controlli e sanzioni reali. Se si comincia a lavorarci oggi conclude tra 20 anni, forse, avremo una situazione accettabile».

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