Prima riunione ad Avellino,
​è subito pre-dissesto

Prima riunione ad Avellino, è subito pre-dissesto
di Flavio Coppola
Venerdì 12 Luglio 2019, 10:02
3 Minuti di Lettura
Partenza sprint con il via libera al Piano di riequilibrio in pre-dissesto. Appena presentata, la giunta Festa approva il documento che segnerà le sorti economiche del Comune per i prossimi 10 anni. Come preannunciato giovedì scorso da «Il Mattino», il piano stima di rimettere in sesto le finanze dell'ente incamerando maggiori entrate soprattutto dalla lotta all'evasione e da una serrata spending review. Ma nei fatti, la massa passiva da 44 milioni potrebbe essere ripianata in 7 anni. A spiegarlo è il neo assessore al ramo, Vincenzo Cuzzola, che già nei mesi scorsi fu chiamato a fotografare i conti di Palazzo di Città: «Avellino avrebbe potuto presentare un piano di rientro in 15 anni. Per rispetto dei commissari, che l'hanno predisposto, l'abbiamo adottato come primo atto e limitato ai 10. Ma questo è il periodo entro il quale restituiremo il fondo di rotazione da 16 milioni al quale accederemo. Nei primi 7, invece, si rientrerà della massa passiva».

 

Non saranno anni di gestione «lacrime e sangue». «Non vedo questo scenario spiega Cuzzola ma ci sarà un'azione importante sull'ufficio tributi. L'evasione è alta. Non andremo dai soliti noti, ma faremo pagare le tasse a chi non le ha mai pagate».
In tutto, il Comune dovrà ripianare 60,479 milioni. La cifra comprende il maggior disavanzo (5,491), i debiti fuori bilancio (13,166), le somme vincolate non reintegrate (2,846), il mutuo della Piscina (2,649), il Fondo crediti non stanziato in bilancio (20,325), e - per l'appunto - i 16 milioni incassati dallo Stato per pagare i debiti. Maggiori entrate, allora, dovranno arrivare dai tributi e dalla lotta all'evasione, con 14 e 5 milioni do euro. Altri 8 dall'alienazione del patrimonio, 16 dal citato fondo di rotazione, 19 dal personale, 500.000 euro con la riduzione delle spese per i trasferimenti, 2,5 milioni da beni e servizi, e altri 5 da ulteriori riduzioni.
Così il piano prevede un ricavato pari a 70 milioni, 10 in più rispetto al totale da ripianare. Questa differenza verrebbe utilizzata per nuove assunzioni o per coprire eventuali minori entrate. Domani sarà inviato ai revisori, e dovrà essere approvato dal Consiglio comunale entro il 23 agosto.
Nel frattempo, nella prima assise dell'era Festa, martedì mattina, ci sarà da eleggere il presidente del Consiglio. Il nome designato dal sindaco è quello di Ugo Maggio. Fedelissimo di Festa, già presidente dell'aula nel breve interregno di Vincenzo Ciampi, non garantirebbe ovviamente le opposizioni, che chiedono a sindaco e maggioranza un atteggiamento diverso.
Per Luca Cipriano, numero uno della minoranza con «MaiPiù», candidato sindaco sconfitto da Festa al ballottaggio, «non si può trattare la presidenza del consiglio come un assessorato». «Festa - accusa Cipriano - lo ha fatto per placare i malumori interni, e distribuire poltrone tra i suoi fedelissimi. Ci aspettiamo tuona - una proposta super partes che garantisca tutta l'aula, la città è a nostro avviso spaccata in due».
Cipriano e i suoi diranno di no a Maggio, che comunque è garantito dai numeri della maggioranza. «Non per il nome chiarisce il leader di Mai Più ma per il metodo. Se la regola è che la maggioranza occupa tutte le caselle per le spartizioni, noi sette non partecipiamo. L'anno scorso - ricorda - Maggio fu presentato come un presidente di garanzia per le opposizioni. Ora sarebbe di maggioranza. Non si può essere buoni per tutte le stagioni».
Simile il punto di vista del consigliere di «La Svolta», Dino Preziosi: «Il presidente è stato indicato quasi sempre dalle opposizioni. Se poi la maggioranza vuole occupare tutti i posti lo faccia. Ne ha i numeri». E non manca un giudizio tranchant sulla giunta: «Li giudicheremo alla prova dei fatti. Nel frattempo il riferimento è a Cuzzola - se tutto è in mano ai dirigenti, la vedo davvero dura». Quel che è già sicuro è che i sei assessorati politici hanno liberato altrettanti posti in Consiglio. Per «Davvero», al posto di Antonio Genovese, Giuseppe Negrone e Marianna Mazza, entreranno Mario Spiniello, Elia De Simone e Jessica Tomasetta. Per «Ora Avellino», al posto di Laura Nargi e Giuseppe Giacobbe, ecco Carmine Di Sapio e Mirko Petrozziello. Per «Vera», infine, Stefano Luongo va in giunta e Gabriella D'Aliasi entra in aula.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA