Atripalda ha il suo primo defibrillatore pubblico

Jessica Govetosa e Antonello Della Sala lo hanno donato alla comunità

Jessica Govetosa e Antonello Della Sala
Jessica Govetosa e Antonello Della Sala
di Antonello Plati
Domenica 14 Maggio 2023, 20:28 - Ultimo agg. 20:29
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«Un cuore al sicuro in una comunità resiliente». Jessica Govetosa presenta così l’iniziativa di solidarietà « Atripalda Cardioprotetta», che ha ideato insieme ad Antonello Della Sala per Biomedical Planet. L’altro giorno, a margine della partenza del Giro d’Italia dalla cittadina del Sabato, i due responsabili della struttura sanitaria hanno dunque donato un defibrillatore alla comunità atripaldese. «La formazione ma anche l’informazione è fondamentale per ridurre il tasso di mortalità anche tra i più giovani», spiega Govetosa. «Ogni minuto - aggiunge - che passa dal momento dell’arresto cardiaco, le probabilità di sopravvivere diminuiscono del 10 per cento. Dopo cinque minuti le probabilità saranno del 50 per cento, dopo 10 minuti saranno minime, vicino allo zero».

Il primo defibrillatore pubblico di Atripalda si trova in via Gramsci, proprio all’esterno della sede di Biomedical Planet, ed è a disposizione di tutti i cittadini: « Atripalda Cardioprotetta - spiega ancora Govetosa - si basa sul “Modello Seattle” è un progetto nato con l’obiettivo di combattere l’arresto cardiaco, creando una rete di soccorso tempestiva integrata naturalmente con il servizio di Emergenza territoriale del 118 (gestito dall’Asl di Avellino, ndr), diffondendo sul suolo pubblico la presenza di defibrillatori semiautomatici opportunamente segnalati e tutelando la salute e il diritto alla vita di ogni persona presente nel territorio comunale».

Ma cosa significa “Comune cardioprotetto”? «Una città può essere definita cardioprotetta solo se, in base al numero della popolazione e alla superficie del territorio, è presente un numero congruo di defibrillatori posizionati in punti strategici».

Tuttavia, la sola strumentazione non è sufficiente a salvare la vita delle persone: «Infatti, è indispensabile che i cittadini siano informati e formati all’uso del defibrillatore. Soltanto così gli apparecchi presenti sul territorio potranno essere efficaci». In base alla normativa vigente «chiunque può mettere in funzione un defibrillatore. In ogni caso, nella postazione creata da Biomedical nella città di Atripalda sono presenti tutte le istruzioni necessarie per mettere in funzione lo strumento». Avere un defibrillatore semi-automatico in una teca esterna è una garanzia per la vita: «L’arresto cardiaco improvviso infatti può essere interrotto con la scarica elettrica del Dae, e se l’applicazione viene effettuata entro i primissimi minuti, il paziente che viene colpito da questa patologia potrebbe non riportare nessun danno neurologico a lungo termine». Stiamo parlando, su base nazionale, di oltre 60mila vite umane che ogni anno vengono perse a causa della mancanza del defibrillatore, e non sono soltanto anziani: «È scientificamente provato che il tasso di sopravvivenza per arresto cardiaco improvviso viene triplicato se vengono installati i defibrillatori e si ha personale formato all’utilizzo. E si tratta di un investimento estremamente sostenibile a livello economico».


Nel caso di Atripalda, Govetosa e Della Sala hanno donato un defibrillatore Samaritan Pad: «Questo defibrillatore è oggi l’unico sul mercato ad avere un indice di resistenza ad acqua e polvere pari a Ip56: significa che è resistente agli spruzzi d’acqua e alla polvere, un pregio che garantisce il suo funzionamento all’aperto, come in aree dove l’attività sportiva è frequente. Il defibrillatore in questo caso mantiene un’altra resistenza agli agenti atmosferici ed è ottimo per essere posizionato nelle teche delle vie cittadine».

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